Dieci ettari e tanta passione a Gioia del Colle in Puglia per la famiglia Plantamura, una passione ereditata dai nonni e portata avanti con successo.
Questo vitigno è indiscutibilmente il più gettonato da anni, ha delle caratteristiche naturali di morbidezza e di piacevolezza di gusto che molti altri vini devono ottenere con escamotage in vigna o in cantina.
In Puglia Il Primitivo viene bene ovunque ma ci sono delle zone più vocate come una parte della provincia di Taranto e a Manduria: quest’ultimo si fa riconoscere con un frutto ricco nei profumi come la ciliegia e un sorso molto morbido dove prevale la liquirizia, mentre nel primo, sempre tanto frutto, ma è la struttura gustativa che prende il sopravvento con note di sapidità molto più incisive.
Caratteristiche simili, ma più accentuate che si ritrovano nel primitivo esposti al mare come quelli di Nardò o di Copertino che si arricchiscono di note marine e amaricanti nei profumi.
Premessa doverosa per poter raccontare la passione di una famiglia e di tre donne (mamma Mariangela e le figlie Alessia e Chiara) con Vincenzo padre e marito produttori a Gioia del Colle e qui il Primitivo è tutta un altra storia, i terreni molto calcarei con roccia a trenta centimetri sulla Murgia le colline pugliesi che sono la spina dorsale fino a 500/600 metri sul livello del mare con tanta ventilazione e un micro clima ideale che permette di produrre un vino diverso, molto ricco di sentori di spezie nere (pepe, cannella) e piccoli frutti neri come il mirtillo, la mora, la ciliegia e l’amarena. La nota floreale è onnipresente in ogni cantina e rende questo vino molto raffinato.
Altra caratteristica è l’acidità e la sapidità come pure la mineralità che rendono la bevuta dinamica mai stanca o pesante, peculiarità che si ritrovano in altre zone di produzione sempre nella Doc come Acquaviva, Turi, Grumo Appula, Santeramo, Castellana Grotte e Cassano delle Murge.
In questo contesto la Cantina Plantamura sono degli artigiani veri (iscritti alla Fivi) che coltivano solo i loro dieci ettari e vinificano solo le loro uve. Può risultare strano ma è una delle tante aziende al femminile, per intenderci, dove le donne si sporcano le mani, vanno in campagna a potare la vigna compresa la vendemmia e la gestione della cantina. Mariangela ha saputo coinvolgere le due figlie che hanno preso a cuore tutto il lavoro e fra qualche anno prenderanno in mano l’azienda.
Come per ogni vino artigianale ogni annata non è mai uguale alla precedente e questo è l’unico indicatore di qualità di un vino.
Solo tre le etichette prodotte, apparentemente semplici ma qui il vino lo si fa affinché finisca a tavola.
L’etichetta rossa è la versione che nasce da vigneti giovani è ha l’obiettivo di deliziare il palato senza stancarlo, ed è una lettura introduttiva ai successivi vini.
L’annata degustata è la 2019 abbastanza interessante con profumi puliti che mettono in evidenza il territorio con note di piccoli frutti rossi, pepe nero e sfumature floreali tutti sfumati ma molto netti; al gusto l’acidità rinfresca ed equilibra la nota morbida mai eccessiva in questa tipologia di Primitivo fermentato e affinato in solo acciaio.
Un vino che può deve essere anche apprezzato su piatti di pesce come un’impepata di cozze nere e pomodoro ma anche su Polpo alla Luciana o zuppa di pesce… provare per credere.
L’etichetta Nera 2019 è prodotta dal Vigneto San Pietro ormai rodato dopo vent’anni di onorata produzione.
Anche questo vino è prodotto solo in acciaio l’elevata qualità delle uve e un terreno ricco di sostanza gli conferisce tanta freschezza e piacevolezza al gusto.
Nei profumi ritrovo il timo e la menta che cresce spontanea fra i vigneti, segno inequivocabile di una coltura biologica e, non manca il frutto e segnatamente l’amarena come pure la spezia. Sentori che sono riproposti anche al gusto dove il frutto resta predominante, con tannini uniformi e setosi e tanta freschezza.
Sempre della stessa Etichetta Nera abbiamo aperto la 2013 figlia di un’annata calda e il frutto emerge bello maturo con note morbide e sempre contornate dalla onnipresente freschezza e sapidità e, in aggiunta emergono note salmastre. La beva resta comunque piacevole e dinamica: ci sono pregeresse degustazioni che dimostrano la longevità del Primitivo di Manduria.
Finalmente passiamo al vino che mi ha sempre entusiasmato, l’Etichetta Bianca riserva 2017, ancora troppo giovane ma già pronto da bere subito o aspettarlo ancora per qualche anno.
Nasce con fermentazione in acciaio dove matura per dodici mesi e poi affina in barrique nuove per altri dodici mesi.
Qui, il grosso lavoro è fatto dal vigneto ad alberello e il terreno argilloso una combinazione che partorisce un vino molto signorile nei profumi e al gusto.
La ciliegia matura si lega alle note floreali e ne scaturisce un pot-pourri di fragranze a cui si aggiungono sbuffi di liquirizia, spezia nera e salsedine.
Notevole al palato con la succulenza e il frutto che ti appagano. La piacevolezza intrinseca è la morbidezza del frutto che si lega a i tannini veri e ben integrati alle nuance balsamiche e di anice. Un vino godibile a tutto pasto ma soprattutto su formaggi stagionati e carni alla brace.
Non resta che andare a trovare la magnifica famiglia di Mariangela Plantamura.
Azienda Agricola Plantamura
Via Vittorio Bodini
70023 Gioia del Colle BA
tel: 0803430044 – 3474711027
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