di Sara Marte
uve: piedirosso
fermentazione e affinamento: acciaio
fascia di prezzo: 9 euro circa
Ore 13:45. Paolo Mazzola ed io, arrivati più di quattro ore prima, non ci eravamo nemmeno accorti del tempo trascorso perché qui è casa, passione sincera, impegno, famiglia, terra. La Sibilla è puro trasporto, senso critico e onestà nel giudizio che assorbono il visitatore in un mondo che pare conosciuto da sempre. Diciamocelo chiaramente: delle volte ci sono persone simpatiche come la tosse di notte o talmente noiose che, invece di essere in visita in cantina, preferiresti fare la fila alla posta. E allora certe giornate capitano come una ventata d’aria fresca e ti rincuorano. L’azienda agricola La Sibilla è una vera impresa a conduzione familiare in cui tutti hanno un ruolo scelto per predisposizione e collaborazione. Il buon senso fa sì che ci si aiuti là dove c’è bisogno. Tina Somma è così orgogliosa dei suoi ragazzi e lo dice senza esitazioni. “Sbaglieranno, impareranno, cresceranno” e senza ma “ io credo in loro”.
Lei e il marito Luigi Di Meo, che senza sosta si occupa della campagna, hanno passato il testimone a Vincenzo, enologo aziendale che ogni tanto scambia idee con Roberto Cipresso, e Salvatore, sommelier, cresciuto professionalmente da Don Alfonso Iaccarino. Presto sarà pronto, o almeno voci di corridoio così auspicano (lo spiffera Tina!), anche Mattia.
Sono 9,5 gli ettari di cui si prendono cura; piedirosso e falanghina sono il grande cuore aziendale ed i loro vini, senza paura di esser contraddetti, rappresentano il bello e il buono dei Campi Flegrei. Siamo a Bacoli e risalendo attraverso i filari posti a pochi passi dalla cantina, sfioriamo un piccolo vigneto sperimentale di marsigliese. Le piante hanno un’età compresa tra gli 8 e i 10 anni.
Quest’uva, prima usata per dare colore e struttura al vino in cantina viene impiegata per il Marsiliano. Un vino rosso su cui, anno dopo anno, la famiglia aggiusta il tiro, prova, cambia, sperimenta. Non nascondo di esserne sempre stata grande sostenitrice e le potenzialità man mano dimostrano che ha assai da raccontare. Qualche passo più su, le uve di falanghina, ancora a 21 metri sul livello del mare, parlano del Cruna deLago.
Sconvolgente l’annata 2010. Fatene incetta ora che si trova in commercio. Diretti verso la bottaia incontriamo Salvatore che, proprio secondo quello spirito di collaborazione, si occupa di tenere pulite le vigne. Antichi resti romani esplodono ad ogni angolo.
La scalata dei vigneti termina in auto e lì arriviamo alla vigna Iscaiola. Era la vigna più rinomata di Bacoli di proprietà di un uomo importante proveniente da Ischia. Da qui il nome dialettale del vigneto. Questi 1.500 metri ospitano piante tra gli 80 e gli 85 anni d’età.
Quest’anno nasce dunque un cru: il piedirosso “ vigne storiche”. Una vera bomba!Ci lanciamo quindi, tanto per spulciare le evidenti differenze in un doppio piedirosso. Il base 2011 ha tutto ciò che un piedirosso beverino, tipico e territoriale può desiderare. Si mantiene, per scelta produttiva, pulito, diretto, di pronta beva e da quel tipico colore dall’unghia trasparente e non troppo fitto.Un vino di grande compagnia da bere tutto.
Sul Vigne Storiche invece si apre un altro mondo, già dal colore emerge un’intensità più presente, si muove maggiormente strutturato e, superati i riconoscimenti sensoriali che parlano comunque di piedirosso dei campi flegrei, il vino si esprime con un peso differente. Note ematiche, fiori spiccati ed erbe medicinali sono tutte lì così come un po’ di scorza d’arancia ed un fondo balsamico. La bocca fa la differenza: Si muove con una buona sapidità ed una certa freschezza per un sorso che ha una bella estensione orizzontale ed un palato pieno e masticabile. Ore 13:45. Stiamo andando via eppure saremmo rimasti ancora a godere di quei Campi Flegrei così organizzati, dal pensiero moderno e pulito, veri e familiari.
Sede in via Ottaviano Augusto, 19 in Bacoli. Tel 081 8688778. Sito : www.sibillavini.it Enologo: Vincenzo Di Meo con i consigli di Roberto Cipresso. Bottiglie prodotte: 65.000. Ettari vitati: 9,5. Uve: Piedirosso, aglianichella, olivella, marsigliese, falanghina, verdeca.
Dai un'occhiata anche a:
- Tenuta del Meriggio a Montemiletto
- Appius 2019: la decima edizione del vino cult della Cantina Produttori San Michele Appiano
- DOC Friuli: grandi vini e una lezione di marketing territoriale a Vitigno Italia
- I vini del Wassererhof, prodotti nell’antico maso del 1366 nell’Alto Adige
- Anteprime Toscana: Il Vino Nobile di Montepulciano
- I Vini di Tenuta Sette Ponti: dalla Toscana alla Sicilia
- La longevità del Timorasso in sei annate di Montino de la Colombera
- Anteprime Toscana: Chianti Classico Collection 2024 Special Edition