di Marco Contursi
Durante un mio soggiorno a Patti, in provincia di Messina, due anni or sono conobbi Silvestro Nasisi, figlio di un pasticciere pattese molto famoso, Antonino Nasisi, che purtroppo non c’è più. Silvestro mi fece assaggiare dei dolci fatti da sua moglie con la ricetta del papà, ed erano buonissimi: il cardinale e il pasticciotto pattese.
Quest’ultimo contiene carne, senza cioccolato, anche se molte pasticcerie locali invece usano aggiungerne per rendere più piacione l’impasto. Quello preparato con la ricetta del maestro Antonino Nasisi, invece è buonissimo senza cioccolato, complesso coi sentori di carne cotta a lungo e spezie. Credo che un simile patrimonio gastro-culturale vada preservato e ho deciso di farmi raccontare la sua storia dal figlio Silvestro.
“Nel lontano 1942, mio padre Antonino Nasisi, come tanti altri bambini all’età di 6 anni il pomeriggio andava ad imparare il mestiere di pasticcere da una signora, “a Frannina”. La signora da ragazza aveva frequentato il convento ed appreso l’arte della preparazione di antiche ricette proprio dalle monache. Dalla Frannina apprese soprattutto delle ricette che sono una vera specialità dolciaria della cucina pattese: i pasticciotti di carne e i cardinali.
Le origini di queste ricette affondano nella tradizione dolciaria dell’antico monastero di Santa Chiara, meglio conosciuto come monastero della Sacra Famiglia, fondato a Patti nel 1407 dal vescovo Filippo Ferrerio. I pasticciotti di carne sono dei dolci con un ripieno particolare contenente carne di vitellina, cotta a lungo, mandorle tostate, spezie e aromi, secondo una ricetta segreta, che mio padre ci ha lasciato. Nella ricetta originale non è prevista l’aggiunta di cioccolato, a differenza di quanto avviene a Modica con le ‘mpanatigghi.
I cardinali sono invece dei dolci a base di mandorla ricoperti da una glassa bianca e con decorazioni di zucchero cristallino rosso. Nel 1964 mio padre riuscì ad aprire un proprio laboratorio e forniva tanti bar del paese.
Nel 1972 vinse a Roma un premio ad un concorso per pasticceri, proprio con il pasticciotto di carne, lasciando tutti meravigliati per la presenza all’interno del dolce della carne di vitello. Nel 1978 per motivi di salute, legati soprattutto ai lunghi periodi di intenso lavoro dovette lasciare l’attività. Nel 2018, mia moglie è riuscita a farlo ritornare con le mani in pasta.
Sotto la sua guida anche lei ha imparato la preparazione di queste due specialità. Mia moglie ha quindi cominciato a prepararli per amici e parenti desiderosi di riassaporare dei dolci che hanno segnato la loro infanzia, gioventù. In molti che hanno lasciato la città di Patti ma che ricordavano con nostalgia questi antichi sapori, ci chiedono di farglieli arrivare, sia in Italia che all’estero rimanendo entusiasti per quei sapori ritrovati.
La speranza è quella di poter continuare a ricordare mio padre e le tradizioni, aprendo un laboratorio per condividere questi dolci con ancora più persone”.
Un recente assaggio, mi ha confermato il sapore particolarissimo del pasticciotto, e la bontà non stucchevole del cardinale, a conferma che questo patrimonio deve essere preservato, senza concessioni piacione e modaiole, che nulla aggiungono all’equilibrio apollineo delle ricette originali.
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