di Antonella Amodio
Pare che il panzarotto napoletano discenda dalle nobili “croquettes” (crocchette) della cucina francese della corte angioina del XVIII secolo. Già nel 1798, un trattato di Antoine Augustin Parmentier, medico nutrizionista alla corte del re Luigi XVI, menziona le patate che, una volta trasformate in crocchè, fossero consigliate per le loro proprietà per una dieta variegata. Una ipotesi attendibile vede la comparsa sulle tavole napoletane grazie ai conquistatori spagnoli, che portarono con loro la ricetta delle “croquetas de jambón”, rivisitata a Napoli con ingredienti poveri: patate, sale, pepe e prezzemolo, quelli a portata di tutti, meno costosi, tanto da essere venduti per strada dal “panzarottaro”. Sarà il napoletano Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, nato ad Afragola il 2 settembre 1787, con la sua sviscerata passione per la buona cucina, a riportare nella quarta edizione della sua “Cucina teorica pratica”, datata 1844, la prima ricetta dei panzarotti.
L’Accademia della Cucina Italiana, traendo spunto dalle gastro storie, parla di una “singolare vicenda semantica relativa alla duplice accezione del termine “panzarotti”: i crocchè, per così dire, borghese, che configura i gustosi ripieni (o “calzon- cini”) fritti contenenti un impasto di uova, mozzarella, formaggio, salumi e… via imbottendo, e l’altra, di esclusiva cadenza popolaresca, che designa la molto più elementare tipologia delle crocchette di patate, scevre da ogni contenuto”.
Sulla tavola campana, fino a qualche decennio fa, il panzarotto o crocchè che si dica, era consuetudine trovarlo e sfido chiunque a non averlo mangiato preparato dalla mamma, dalla nonna o dalla zia che lo faceva particolarmente buono con una ricetta segreta. Dal cuore filante di provola, il panzarotto preparato con patate a pasta bianca, con aggiunta di pepe nero, è ripassato in farina, uova e pangrattato e poi fritto. Ormai lo mangiamo solo nelle friggitorie, o come elemento del cuoppo napoletano insieme alla zeppola e alla palla di riso, come street food, oppure al ristorante o in pizzeria. Dalla ricetta base partono diverse varianti, come quelle con aggiunta di salame e provola, particolarmente gustoso o quello senza panatura. Il prezzo medio di un panzarotto è di circa 1,20-1,50 €.
La nostra selezione di indirizzi di Napoli dove il panzarotto è preparato in sede.
Via Pignasecca, 48 Telefono: 081 552 3663
Rosticceria La Padella dal 1967
Piazza Arenella, 21 Tel: 081 5561019
Via Toledo, 206 Telefono: 081 405141
Il Cuoppo Friggitori Napoletani San Biagio dei Librai
Via San Biagio Dei Librai, 23 Telefono: 333 270 2606
Friggitoria Napoletana da Rosetta
Via san Biagio Dei Librai, 80 Telefono: 348 539 8330
Di Stasio Friggitoria e Pizzeria Napoletana
Via Emanuele de Deo, 18b Telefono: 351 041 8231
Il Pizzicotto
Via Santa Maria Ogni Bene, 10 Telefono: 081 402405
Pizzeria Da Attilio alla Pignasecca
Via Pignasecca, 17 Telefono: 081 552 0479
Pizzeria Lombardi a Santa Chiara
Via Benedetto Croce, 59 Telefono: 081 552 0780
Via Giudecca Vecchia, 39 Telefono: 081 286721
Antica Pizzeria Port’Alba 1738
Via Port’Alba, 18 Telefono: 081 459713
Via Pignasecca, 14 Telefono: 081 551 1993
Pizzeria La figlia del Presidente
Via del Grande Archivio, 23 Telefono: 081 286738
Via Alessandro Manzoni, 26/i Telefono: 081 714 6634
Via Nazionale, 93 Telefono: 081 553 8614
Via Santa Lucia 18 – 18 a Telefono: 081 245 1183
Via Marino Cristoforo, 22 Telefono: 081 553 7425