
di Annatina Franzese
Con il termine “erba spontanea” si indica una pianta che nasce, cresce e si riproduce, in maniera del tutto autonoma e senza alcuna attività di coltivazione, nel suolo che la ospita, grazie agli elementi nutrivi contenuti in esso e al microclima della zona circostante, che porta ogni area geografica ad avere il suo specifico gruppo di erbe spontanee.
Molte erbe spontanee, oltre ad essere commestibili, dunque utilizzate soprattutto nelle antiche ricette della cucina popolare, hanno anche proprietà officinali, perché contengono principi attivi utilizzati per fini terapeutici.
È opportuno sottolineare, però, che non tutte le erbe spontanee sono edibili e medicamentose, pertanto, per maneggiarle, è fondamentale saperle riconoscere e distinguere. L’Italia, grazie alla sua importante biodiversità, presenta un ampio ventaglio di erbe spontanee che impreziosiscono il suo unico patrimonio naturale.
Il settore della ristorazione da tempo se ne è accorto e molti sono gli chef che hanno deciso di studiarle attentamente e selezionarle come prelibati ingredienti per i propri piatti, al fine di orientarsi verso una cucina sempre più legata al proprio territorio e per limitare al massimo non solo gli sprechi, ma soprattutto gli scarti, dandogli una nuova vita.
Altamura OP, da sempre attenta alla sostenibilità e alla riduzione dello spreco, ha di recente avviato una collaborazione con “La Capra Selvatica“, al secolo Emanuele Cavaiolo, noto influencer di Instagram, protagonista di una rubrica su Rai 2 all’interno della trasmissione “L’Almanacco” condotta da Drusilla Foer, botanico, agronomo e vegan forager (raccoglitore di piante spontanee), studioso degli aspetti biologici e strutturali delle piante e consulente vegetale dal seme al piatto, allo scopo di individuare le erbe spontanee che crescono nelle varie aziende agricole del gruppo, dislocate sul territorio.
Da questo studio sono state attenzionate diverse specie di erbe totalmente commestibili, come la portulaca, il farinello, l’amaranto.
Da qui l’idea di identificarle, selezionarle, raccoglierle e confezionarle in un mix, in vendita da novembre, che prenderà il nome di Mix Selvatico, accompagnato dal simpatico payoff “brucato e selezionato da La Capra Selvatica”.
Questo progetto, per certi versi anche particolarmente ambizioso, è stato fortemente voluto dall’Organizzazione di Produttori e mira a convertire uno scarto in vera e propria risorsa alimentare, spingendosi fino alla sensibilizzazione sull’impiego di questi vegetali nell’alimentazione quotidiana.
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