di Adele Elisabetta Granieri
Nata nel 1968, la Doc Montepulciano d’Abruzzo festeggia quest’anno i 50 anni della denominazione. Vino “principe” della regione Abruzzo, ne è diventato negli anni il simbolo enoico nel mondo. Oggi il Montepulciano d’Abruzzo da solo rappresenta oltre l’80% del totale dei vini a denominazione prodotti in Abruzzo ed è tra i primi tre vini Doc prodotti in Italia: c’è il Montepulciano completamente in purezza nella zona costiera del teramano, con l’unica Docg “Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane”, fino al Montepulciano delle montagne, quello che punta alla semplicità della tradizione.
Figli di una terra così fortemente identitaria, le vigne e i vini abruzzesi rappresentano un punto di partenza fuori dall’ordinario per chiunque voglia perdersi tra le pieghe di di una storia millenaria. Una narrazione che prende avvio dalla Valle Peligna, indicata dagli storici come la culla fertile da cui si è sviluppata la coltura della vite, fino a raggiungere le colline poste a ridosso della fascia costiera adriatica. Su quei dossi accoglienti e soleggiati, il Montepulciano d’Abruzzo trova il suo ideale di coltivazione, allevato sia nella tradizionale pergola abruzzese che nel filare basso a spalliera.
“Il Montepulciano d’Abruzzo, con i suoi oltre 800.000 ettolitri di prodotto a denominazione, si sta facendo strada tra i grandi vitigni italiani a bacca rossa, guadagnando un po’ per volta il riconoscimento internazionale” – spiega Valentino Di Campli, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo – “Il 2018 sarà un anno molto intenso: da Dicembre avremo l’apposizione del contrassegno di Stato su tutte le nostre Doc regionali, il che rappresenterà una maggiore garanzia per il consumatore ed un’indicazione in più della qualità dei nostri vini”.
Numerose sono state le iniziative promosse dal Consorzio per festeggiare il cinquantenale della Doc: dai workshop dedicati al vitigno in occasione di ProWein a Dusseldorf, ai piatti dedicati da Niko Romito al Montepulciano durante Vinitaly, fino al premio giornalistico internazionale “Words of Wine” e al progetto di promozione turistica “Percorsi di Abruzzo”, in collaborazione con le cantine consorziate e gli attori del settore enogastronomico del territorio, scelti con l’intento di diffondere e far conoscere, tramite il turismo enogastronomico, le eccellenze abruzzesi in tutto il mondo.
Il Montepulciano d’Abruzzo è stato protagonista del convegno organizzato a Lanciano da Codice Citra, cooperativa che riunisce 9 cantine associate, per un totale di 6000 ettari di vigneti estesi dalla costa fino alle pendici della Maiella. La cooperativa ha visto un importante cambio di passo con la consulenza enologica di Riccardo Cotarella, fautore di un nuovo progetto di identificazione territoriale del vitigno mediante l’individuazione di specifiche sottozone, al fine di esaltare le differenze dei territori e dei vini che ne derivano. Territori che hanno bisogno di essere difesi e raccontati sempre meglio, come ha sottolineato Attilio Scienza, noto ricercatore vitienologico italiano intervenuto al convegno: “la forza del sistema vitivinicolo italiano risiede nella peculiarità dei terroir produttivi e nei nostri vitigni autoctoni e la crescita qualitativa e commerciale deve partire da lì”.
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