I numeri parlano chiaro: le donne rappresentano la maggioranza degli addetti e dei manager nell’ambito marketing e comunicazione (80%), commerciale (51%) e turismo (76%).
Quali sono le figure femminili impegnate nei diversi rami del settore vitivinicolo?
Dopo il successo della serie di interviste alle critiche di vino e parallelamente a quella dedicata alle donne produttrici, scopriamo impostazione, visione e prospettive con le dirette interessate.
Oggi lo chiediamo a Sara Piovano
Sara nasce come contabile, ma abbandona il posto fisso per diventare una libera professionista nel mondo del vino.
È Sommelier AIS e appassionata ricercatrice di piccoli produttori artigiani, lavora nella comunicazione del mondo del vino per valorizzare aziende e territori attraverso lo sviluppo e la gestione di progetti di comunicazione, in particolare di marketing e comunicazione digitale. Grazie alla rete di contatti creata nel tempo, coinvolge le nuove generazioni con diverse attività online e offline facendole appassionare al bello del vino.
Quando e come ti sei avvicinata al settore vino?
Mi sono avvicinata al mondo del vino nel 2017 quando, con un caro amico, decidemmo di fare il primo livello del corso AIS, a Torino. All’epoca lavoravo in un ufficio come contabile, nel tempo libero mi dedicavo alle passioni e tra queste ovviamente c’era l’enogastronomia. Da quel primo corso, rimasi affascinata da questo settore quindi feci il secondo e poi il terzo livello, dando poi l’esame per diventare ufficialmente Sommelier. È stato proprio in quel momento, che mi resi conto che poteva diventare la mia nuova strada professionale. Da lì, iniziai a dedicare tutto il mio tempo libero al mondo del vino, tra visite in cantina, degustazioni e viaggi dedicati a scoprire le zone del vino. Nel giro di due anni, diedi le dimissioni dall’ufficio per iniziare a tempo pieno il mio percorso da libera professionista nel settore.
Come hai impostato il tuo percorso formativo ed esperienziale?
In questo settore la formazione è una costante. Il corso dell’AIS è stato un inizio, ma la vera formazione continuo a farla tutti i giorni girando cantine, parlando, ascoltando, leggendo e ovviamente degustando, tanto. Nel momento in cui ho iniziato a seguire diversi progetti in ambito comunicazione, ho deciso di fare il Master in Project Management del Sole24ore e una volta terminato, ho iniziato il percorso della certificazione internazionale del WSET, attualmente sono al secondo livello e nel 2023 conto di iniziare il terzo. In ogni caso, l’importante è non sentirsi mai arrivati e continuare a coltivare la formazione ogni giorno, anche per quanto riguarda gli strumenti utilizzati per la comunicazione digitale.
Qual è il tuo modello di ispirazione in termini umani, geografici, attitudinali?
In termini umani, non ho una persona di riferimento. Cerco di guardarmi sempre intorno e cercare di prendere ispirazione da diversi personaggi che ritengo professionalmente interessanti, anche di altre provenienze e settori.
In termini attitudinali, credo di essermi creata un modello tutto mio. La maggior parte dei progetti che seguo sicuramente è nell’ambito della comunicazione, per cantine, consorzi, distribuzioni e e-commerce, ma ammetto che adoro le nuove sfide, quindi non escludo mai progetti anche se fuori dall’ambito comunicazione, a condizione che riguardino il settore vino.
Credi che l’approccio alla tua professione possa cambiare tra uomo e donna?
Se alla base c’è professionalità e serietà, penso che non ci sia nessuna differenza di approccio.
Quali sono i punti di forza e di debolezza del sistema Italia nella tua professione?
Il mondo del vino, e in generale l’agricoltura, devo dire che mi sembra supportato sempre meglio dal sistema Italia, sia per quanto riguarda la tutela della produzione di qualità e delle tipicità, sia per quanto riguarda la comunicazione di queste.
Come pensi la tua professione evolverà nei prossimi 20 anni?
Nella mia professione è talmente tutto così veloce che ogni anno mi chiedo come sarà l’anno successivo.
Sicuramente una domanda a cui è molto difficile rispondere. Nella comunicazione è appunto tutto molto veloce, passano mode, le persone si annoiano facilmente, i gusti cambiano, i mezzi di comunicazione si modificano e si aggiornano in maniera ancora più veloce. Basta un attimo, che ti ritrovi ad essere un “Boomer”.
Penso che tutta questa corsa, ci porterà ad amare il tempo lento, magari si tornerà alla carta, alle informazioni approfondite, a parlare direttamente alle persone senza farlo attraverso uno schermo, ma se devo essere sincera non credo che accadrà mai, se non nel mio immaginario.
Si parla di Metaverso, di persone che non usciranno più dalle proprie case se non virtualmente. Mi hanno consigliato di fare un mio avatar per iniziare ad organizzare degustazioni nelle stanze del Metaverso.
Al momento, non ci voglio pensare.
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