di Gennaro Miele
‘’Siamo vignaioli da cinque generazioni’’, sono parole di Vincenzo Di Meo, enologo dell’azienda vinicola La Sibilla, pronunciate risalendo il terreno in pendenza dei suoi vigneti, un viaggio in salita attraverso il racconto non solo di un vino, ma dei momenti di una famiglia, anni come pagine e foto di un album impresse sulle foglie della vite.
Il modo di lavorare il vino nella storia dei Di Meo, è mutato nel tempo, l’inizio era fatto di produzione e vendita diretta, uno stretto raggio d’azione in cui il vino arrivava nelle case vicine, fatto per un consumo rapido, arrivando ad oggi, con una etichetta propria e con una sentita identità lavorativa e territoriale già nel nome, La Sibilla, omaggio al mistero del corridoio di forma trapezioidale sito nei Campi Flegrei, in cui si perdono affascinate le esperienze dei turisti.
Al termine della salita la vista dall’alto della vigna, dove nasce il bianco ‘’Cruna del Lago’’ , ti rapisce, la distanza dal mare in linea d’aria sembra metterti in condizione di toccarlo, qui la falanghina ha casa, ed assume delicate note di sapidità e morbidezza grazie alla ricchezza di potassio del suolo.
La zona ha subito negli ultimi decenni forti mutamenti che hanno visto la natura depredata dei suoi spazi, ed è missione, per questi produttori di vino, comunicare che qui si fa agricoltura, mantenendo un legame con la storia del territorio e rispettando l’identificativo dei vini flegrei con i loro tradizionali caratteri, pochi elementi ben bilanciati, una semplicità che conquista in bevibilità ed abbinabilità.
Attraversando la strada ‘’rubata’’ ai vecchi vigneti per consentire il passaggio delle auto, l’ ultimo tratto porta verso una vecchia casa bianca, è un regno di ricordi custodita da un centenario albero di gelso.
È la casa de nonni, costruita su di un’antica cisterna romana, l’integrazione di una costruzione nell’altra sono simbolo di rispetto e di un continuum tra antichità e passato, qui riposano le bottiglie, affinando nella penombra dietro la pesante porta di legno, verde e scrostata, aperta da una pesante chiave.
Vi si custodiscono le annate dal ‘97 dei vini Marsiliano e Vigna Madre, ovvero dall’ anno in cui viene iniziato l’imbottigliamento con una propria etichetta, gli assaggi permettono di capire la strada che i vini percorrono nel tempo, di saggiarne l’evoluzione incontrando nel calice il messaggio di vendemmie ormai mute.
Le strade da percorre per raggiungere gli altri vigneti sono strette e suggestive, come in un tour la loro visita è occasione per ammirare i resti dell’antica dimora del primo imperatore romano, Cesare Augusto, avendo la sensazione che il vento possa svelare la storia con voci rimaste nel suo bisbiglio, tutto riporta sulle tracce di un mondo antico, visibile ed attraversabile, i vigneti de La Sibilla, si trovano come immersi in un mosaico di storie in cui con la delicata qualità dei loro vini sono collante tra passato e futuro.
La cura delle vigne è affidata a Luigi Di Meo, padre di Vincenzo, una delle quali ha piante di 75 anni, è stata risparmiata dall’espianto previsto dai precedenti propietari, rivalutata operando una selezione di tre cloni di Piedirosso, sui sette che erano presenti, a passeggiarvi trai filari è come scorrere un racconto di uve autoctone da proteggere come un dialetto locale.
Il lavoro di vignaiolo ha nella vendemmia il suo prologo, e successive riletture nel tempo che sono gli assaggi, la visita nella cantina La Sibilla è stata occasione per degustare Il Marsiliano, annata 2009, da uva Marsigliese per l’ 80 % , Piedirosso ed Olivella, esemplare elogio ai vitigni autoctoni.
Il calice si presenta con un rubino profondo e brillante, consistente nella rotazione, il tutto fa presagire un assaggio intenso, i profumi che si elevano sono di piccola frutta rossa matura come la ciliegia e di un leggero balsamico, colpiscono per intensità ed eleganza.
L’alcol dichiarato in etichetta, 14 %, non è eccessivamente evidente all’olfatto, ma presente come compontente morbida nell’assaggio, regalando uno spazio di sapori coerenti con le sensazioni olfattive, ed il tannino delicato con la buona freschezza hanno nota intensa.
Aromi di bocca carichi di frutta e senzazione di radice di liquirizia fanno immergere nella natura sincera ed evoluta del vino, frutto di un progetto non scritto fatto di gesti quotidiani in vigna.
Cinque dita che avvolgono il calice, come cinque generazioni concentrate nella vendemmia della vita, evoluzione di una famiglia e di un pensiero, di vendemmie accanto al mare ammirando un panorama da cui la storia prendeva il largo e dove le sue radici profonde sono rimaste in suoli di ceneri e lapilli.
La Sibilla sas soc. agricola
Via Ottaviano Augusto, 19
Bacoli (Na)
Tel. 081.8688778
www.sibillavini.it
info@sibillavini.it
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