di Angelo Di Costanzo
Proprio negli ultimi mesi si stà tanto discutendo delle problematiche degli aumenti dei prezzi di materie prime essenziali e vitali per le economie di alcuni paesi in via di sviluppo o di ampie aree geografiche legate economicamente a tali risorse. Perchè? molte riflessioni sono riferite alle nuove destinazioni d’uso di molte risorse (carburanti biologici ecc…) molte altre su palesi speculazioni in atto sui mercati di tutti il mondo e basta digitare un paio di parole sui più importanti motori di ricerca per avere ben chiaro cosa stia accadendo sotto i nostri occhi. E’ tutto molto semplice, o quasi. Il grano, il caffè come molte altre materie prime non possono “fallire”. Le aziende possono andare male e fallire, le materie prime come il grano ed il caffè non possono farlo. Avranno sempre un valore intrinseco proporzionale al loro utilizzo su scala mondiale. Le materie prime sono sensibili alla legge della domanda e dell’offerta perché di esse c’è il Bisogno. Nessuno ha invece veramente bisogno di possedere azioni di borsa, se non quello di effettuare una speculazione. Nel campo delle merci, oltre alla speculazione, esiste in tutto il mondo un effettico scambio di merci e denaro allo scopo di risolvere effettivi bisogni della popolazione. Questo crea un mercato molto più affidabile, spesso rapportato alle stagioni dell’anno, e molto più legato al mondo reale della produzione, commercio e consumo. Le semine e le raccolte si ripetono ogni anno senza interrompersi mai. Ci sarà sempre grano da vendere e da comprare e questo crea: Il Mercato delle
COMMODITIES**
Commodity (commodities al plurale) è un termine inglese entrato oramai nel gergo commerciale ed economico per la mancanza di un equivalente italiano, e deriva dal francese “commodité”, che in italiano si può tradurre, col significato di “ottenibile comodamente”, col termine “pratico”.
Indica materie prime o altri beni assolutamente standardizzati, tali da potere essere prodotti ovunque con standard qualitativi equivalenti e commercializzati senza che sia necessario l’apporto di ulteriore valore aggiunto. Una commodity deve essere facilmente stoccabile e conservabile nel tempo, cioè non perdere le caratteristiche originarie.
L’elevata standardizzazione che caratterizza una commodity ne consente l’agevole negoziazione sui mercati internazionali. Le commodities possono costituire un’attività sottostante per vari tipi di strumenti derivati, in particolare per i future. Nonostante vengono commercialmente chiamate “commodities” quelle merci che il mercato richiede in ogni caso, poiché sono legate alla sopravvivenza di una popolazione, come i fertilizzanti ed i prodotti agricoli, o permettono il funzionamento dell’economia di una nazione, come l’energia o più spesso le fonti energetiche, il legname ed i metalli in genere, possono considerarsi tali anche gli acciai e i microprocessori.
Il prezzo di una commodity viene fissato in apposite borse merci o da ristretti club o gruppi di aziende o stati, denominati “lobbies”, che in qualche modo ne detengono il controllo sulla produzione (anche se questa pratica non è legale e verrà sempre e comunque smentita).
Sapete quali sono le principali Commodities? prodotti agricoli come avena, farina di soia, frumento, mais, olio di soia, soia, coloniali e tropicali come cacao, caffè, cotone, legname, succo d’arancia, tabacco, zucchero, metalli come alluminio, argento, nickel, oro, palladio, platino, rame, zinco, energetici come benzina, etanolo, gas, naturale, nafta, petrolio, carni tipo bovini, ma anche bovini da latte, maiali e pancetta di maiale. Insomma la nostra vita è nelle loro mani, il nostro futuro rappresenta la commodity più garantita sulla quale investire.
Almeno indigniamoci!
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