Il Giardino Segreto: i segreti del miele buono vicino Caiazzo

Pubblicato in: Gli agriturismi più belli

di Franco D’Amico

Una piccola realtà rurale dell’Alto Casertano ci da l’accesso allo scenario delle eccellenze alimentari come il miele, di livello nazionale.  Villa S. Croce, tra i monti caiatini, una antichissima e piccola frazione rurale di sparute case e circa 700 abitanti vi vivono, a ridosso di Caiazzo e Piana di Monte Verna, in provincia di Caserta, ospita il giovane Angelo Mastroianni de il “Giardino Segreto”, produttore di miele e di altre tipicità agricole come l’olio di oliva cru “Caiazzana”, che è stato riconosciuto nel corso del 32° Concorso “Grandi Mieli d’Italia” tenutosi a Castel San Pietro Terme (BO) tra i migliori produttori di mieli nazionali, con due “Gocce d’oro” per il miele di robinia-acacia e una Goccia d’oro per il tipo melata.

IL GIARDINO DEI SAPORI SEGRETI

Rintraccio appena in tempo Angelo che, con la famiglia, è intento in questi giorni alla vendemmia nel proprio podere rurale fuori l’abitato di Villa S. Croce. Da queste parti si coltivano vitigni autentici del genere Pallagrello e Casavecchia, uliveti di qualità caiazzana e tipici fagioli e altri prodotti della terra, di antica tradizione, da lì a poco il centenario frantoio Barbiero della famiglia di Tommaso Mastroianni che dimora più a valle, verso Sasso, nella proprietà “ Crapareccia” comprensiva di splendidi vigneti e uliveti di analoga qualità, in lontananza il colle delle “Campestre” dei Lombardi, non ci resta quindi che perderci volentieri tra i meandri dell’alpeggio, laddove Angelo ha trascorso nei luoghi dell’infanzia i ricordi più belli, ricordando gli spostamenti con il gregge nelle valli e ritornando con emozione ogni volta in quei luoghi a lui molto cari, dove ora si appassiona producendo miele e coltivando specialità dell’orto come i fagioli, aglio e patate tipiche della zona.

Il caseggiato del “Giardino Segreto” di Angelo Mastroianni è appena all’inizio del paese,  le cui mura ci raccontano storia antica già prima del 1800. All’ingresso, dal portone traspare un’aria di tranquillità speciale, di pace, adornata dal profumo rurale degli elementi che compongono la corte. Pomodori invernini al piennolo fanno bella mostra di se insieme alle cipolle dell’orto, poi un giro nel giardino fatato per vedere le altre coltivazioni, rimanendo affascinato dall’albero di giuggiole, quello dei bei ricordi di gioventù e infine il miele, nel piccolo laboratorio delle dolci bontà tra qualità speciali come robinia-acacia, melata, millefiori e propoli, i bellissimi racconti delle prime arnie, le storie, le api, un assaggio vario ed è già sublime, basta così.

IL RAPPORTO ANTICO CON IL TERRITORIO

L’incontro con  Angelo evidenzia come quello della famiglia con le colline di Villa S. Croce è un rapporto antico, iniziato nei primi dell’Ottocento.

“Da generazioni alleviamo ovini e coltiviamo la terra rispettando il luogo che ci ospita. Ho spesso sentito mio padre dire che un tempo le colline circostanti sfamavano il paese. Le campagne erano rigogliose come un giardino, non c’era un angolo di terra che non fosse sapientemente coltivato e gli animali  circolavano liberamente sulle colline. Galline, mucche, maiali neri, tacchini, asini, pecore e capre. Come spesso capita nei piccoli paesi, il cognome delle famiglie veniva sostituito da una loro caratteristica saliente così, avendo il gregge più numeroso della zona, i Mastroianni sono  diventati ‘a morra e cient’e’ppass’ (il gregge con più di cento capi). Con gli anni, la guerra, la fame, il paese si è svuotato. Molti sono emigrati sperando di trovare una sorte migliore in Germania, in Svizzera, in America.

I miei antenati sono tra i pochi rimasti a lavorare la terra e allevare bestiame. Io ho cominciato da piccolissimo ad occuparmi degli animali e a conoscere la terra, guidato da mio padre. Ho imparato a gestire un gregge, ho osservato le stagioni susseguirsi apprezzando i frutti che ciascuna di esse ha da offrire. Ho imparato che alla terra e agli animali non bisogna mai chiedere più di quanto possano offrire spontaneamente. Non occorre forzare la natura, basta avere il dono della pazienza e della costanza. È un rapporto di reciproco rispetto. Quando è stato il momento ho scelto di frequentare la facoltà di Geologia.

Ho terminato il corso di studi con una tesi sui pollini e sono tornato a Villa Santa Croce con la passione per l’apicoltura. Di lì a poco è nato Il Giardino Segreto. Per me non è solo un’azienda agricola ma una scelta di vita ben precisa, la continuazione di una tradizione centenaria alla quale ho aggiunto il mio personale tocco iniziando l’attività di apicoltore. I riconoscimenti ricevuti per i mieli e le melate da noi prodotte mi rendono particolarmente orgoglioso perché sono al riprova del fatto che questo territorio ha ancora molto da offrire”.

MIELE AD ALTA QUALITA’ RURALE

Il Giardino Segreto di Angelo Mastroianni premiato con 2 gocce  d’oro

Nel centro-sud solo 4 aziende hanno ricevuto “due Gocce d’oro” per l’acacia-robinia, due in Calabria e due in Campania. In Italia sono poco più di 20 le aziende che hanno ricevuto tale riconoscimento. Al concorso Grandi Mieli d’Italia hanno partecipato circa 600 apicoltori di tutta Italia e, grazie alla collaborazione di Slow Food, i mieli premiati saranno inseriti nella Guida ai Mieli d’Italia.

MIELE D’ACACIA (Robinia) 
Robinia pseudoacacia

Viene prodotto un po’ in tutta Italia, nelle zone collinari, ma le Prealpi possono essere considerate la zona più tipica di provenienza.
Colore: molto chiaro, tra i più chiari in assoluto.
Cristallizzazione: assente.
Odore: molto leggero.
Sapore: molto delicato, ricorda leggermente il profumo dei fiori, vanigliato.
Usi: come miele da tavola e come dolcificante naturale.

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Un gruppo di giovani amici di Angelo Mastroianni, collaborano con lo stesso per il mantenimento della memoria rurale della valle, considerando le loro origini e le tradizioni, nel rispetto delle produzioni agricole e delle attività rurali tramandate dai padri, realizzando nel corso dell’anno della attività tese allo sviluppo di un turismo legato al territorio di appartenenza e alla divulgazione dei prodotti agricoli locali.

Il valore da dare alla terra, quale risorsa limitata e preziosa,  deve essere attuato attraverso lo strumento insostituibile per la produzione del cibo sostenibile e di territorio, dando valore al lavoro agricolo, che non sempre corrisponde al prezzo dei beni che questa attività produce. Siano dunque i prodotti agro-pastorali strumento per diffondere le culture e per tramandare tradizioni, a salvaguardia della nostra terra.


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