Non è certo una novità che la cultura della vite è sopravvissuta al periodo più buio e difficile dell’Europa occidentale grazie alla brillante manualità dei monaci impegnati a salvarla dalle orde barbariche come dagli arabi.
Ecco perché l’iniziativa dei Padri Benedettini dell’Abbazia di Montevergine, pur avendo la forza d’impatto del più raffinato marketing moderno, ha soprattutto un sapore antico e ancestrale da cui trae fascino e interesse. Fiano, Greco e Aglianico saranno i primi vini prodotti e commercializzati nel Mezzogiorno: parliamo di dimensioni molto piccole, appena diecimila bottiglie, ma significative per il carattere simbolico della svolta. Si tratta infatti di una scelta in linea con la voglia di raccogliere la tradizione ed offrire ai visitatori il marchio di qualità dei saperi gastronomici maturati nei conventi.
Per questo padre Andrea Cardin e la responsabile Slow Food Partenio-Terminio hanno messo insieme l’idea di ospitare (la data è da definire) nello splendido Palazzo Abbaziale del Loreto a Mercogliano, dove si tengono i famosi concerti estivi di musica classica, una rassegna della produzione conventuale italiana. Marmellate, conserve, olio, vino, salumi, formaggi, birre: da sempre il marchio ecclesiale rassicura i consumatori. E sarà così anche per i tre vini della linea San Guglielmo seguiti da padre Riccardo Guariglia, responsabile di cantina coadiuvato da Francesco Carullo, perché si tratta di etichette firmate da Riccardo Cotarella. Un nostos irpino, dopo la separazione avvenuta qualche mese fa con i Feudi di San Gregorio, nel quale il famoso enologo umbro vuole riassumere il suo decennale impegno sul territorio e con i vitigni autoctoni campani più conosciuti insieme alla falanghina. C’è sostanza dietro questo incontro, eccome: nel rispetto della secolare tradizione, i Benedettini hanno realizzato all’interno del monastero una moderna cantina.
L’iniziativa sarà presentata domani al Palazzo Abbaziale del Loreto (ore 18) nel corso di un incontro introdotto dall’Abate don Umberto Beda Paluzzi. Al termine la degustazione guidata dal presidente dell’Ais Campania Antonio del Franco. Tre dunque i vini: l’Irpinia Aglianico doc, il Greco di Tufo docg e il Fiano di Avellino docg. Un po’ per il caldo, un po’ per i risultati delle degustazioni coperte del Touring Club svolte a Paestum all’inizio di giugno, scegliamo proprio il Fiano per rappresentare la serata: è sicuramente questa la tipologia capace di esprimersi al meglio in questo momento per quel che riguarda l’annata 2008, foriera di buone performance per i bianchi campani.