di Teresa Mincione
Il Comune di Falciano del Massico, cuore dell’ager Falernus e centro propulsore per la produzione dell’omonimo vino, si è fatto promotore di una campagna di recupero delle tradizioni. Far rivivere le ormai dimenticate radici storiche del popolo falcianese e con esse dar luce alla pregiata produzione vinicola che vanta radici in epoca romana.
Su queste linee nella notte del 10 Agosto, si è svolto il XII concorso enologico ed il premio “Vino del contadino – vendemmia 2013”. Un’occasione per premiare tra i “produttori” del comune di Falciano del Massico, il miglior vino fedele ai canoni di tipicità e semplicità. La notte delle stelle in connubio con l’immortale Falerno. La splendida atmosfera di festa e la passione per il vino, sono stati i due ingredienti chiave della serata interamente dedicata al “vino degli avi” e alle sue diverse interpretazioni. Si è parlato del 1989 come l’anno della svolta.
Il prestigioso riconoscimento della Doc “Falerno del Massico”, tra le prime nella storia dell’enologia mondiale, nelle tre diverse versioni bianco, rosso e Primitivo. Le nuove generazioni, raccontano il Falerno con voci fiere e grintose. Presentano un vino, che attraverso il solo calice, è in grado di condurre per mano chi assaggia in una narrazione immaginaria attraverso i soli sensi dell’olfatto e del gusto, capace di svelare, percezione dopo percezione, le tracce del territorio natìo. La ricchezza e la diversità suoli (limo-argilloso, petroso), la particolarità di un micro clima che tanto influisce sul prodotto finale, ne sono i punti di forza.
Lontano dai sentori vinosi e di rosso ruspante delle bottiglie dei bisnonni. Diverso per produzione, ma quello di sempre, rispetto a ciascuna filosofia vitivinicola d’ azienda. L’immortale Falernum ha visto ridisegnato, nel tempo, la tracciabilità olfattiva, attraverso un sempre più alto livello di finezza. La struttura, il carattere e la vigoria gustativa, come eredità dell’areale. E’ questo, oggi il Falerno della Doc Falciano del Massico.
Venticinque anni or sono da quella data ( 1989 ) e, nelle more, il Falerno ha continuato a mostrare la personalità e la tenacia propria di un vitigno storico del sud. Di carattere, tannico, di struttura, ricco di estratto, dalla spalla acida che fiera si riscontra anche nelle annate più datate. Interessante la capacità di evoluzione lungo il corso degli anni.
Quattro cantine dell’areale: Cantina Papa con il Campantuono 2008 ( Primitivo 100%), Conclave 2011( Primitivo 100% ) e Opimiano 2012( Primitivo, Barbera e Piedirosso); Cantina Regina Viarum con Zero Cinque 2011( Primitivo 100%) e Barone 2010( Primitivo 100%), Cantina Santoro con il Casavaratta 2010 (primitivo 100%) e Orazio 2010 ( Riserva – Primitivo 100%) e Cantina Zannini con Campi Irti 2012 ( Primitivo 100%) e Campi Irti Riserva 2011( Primitivo 100%). Una batteria interamente di matrice Primitivo, che ben ha dimostrato il potenziale del territorio capace di produrre vini di forza e di struttura. La nuance rosso rubino e la poderosità gustolfattiva hanno accomunato i diversi calici in degustazione. L’assaggio inaspettato di una 2006, ha confermato il credo. Tempus fugit è vero, ma il Falerno tiene il passo con stile!
In degustazione
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Cantina Papa
Opimiano 2012
Rosso rubino. Un blend di Primitivo, Barbera e Piedirosso. Al naso è la Barbera a fare il primo ingresso con i suoi sentori di frutta rossa fresca e croccante. Al palato la forza del Primitivo si sprigiona senza indugio. La chiusura parla della “leggerezza” ed acidità del Piedirosso.
Conclave 2011
Rosso rubino. Primitivo in purezza che si apre al naso con sentori di spezie di montagna, noce moscata e cacao. Il tannino tipico e piacevole. Sapido, di struttura, dal corpo vigoroso.
Campantuono 2008
Rosso porpora dalla trama stretta e luminosa. Un Primitivo che dal tempo ha ereditato un naso complesso ed elegante. La frutta è matura e succosa. Le spezie si aprono in un continuo divenire. Di corpo, sapido e dall’acidità ancora in corda. Buona chiusura.
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Cantina Regina Viarum
Zero cinque 2011
Rosso rubino dal naso varietale di frutti rossi. Bocca equilibrata con tannini composti e chiusura sapida e speziata.
Barone 2010
Colore rosso rubino molto intenso. Echi minerali precedono sentori rossi di amarene e ciliegie scure. Al gusto è sapido e terroso. I tannini sono gentili. Intenso. Sapida la chiusura speziata di pepe nero.
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Cantina Santoro
Casavaratta 2010
Color rosso rubino dalla trama stretta. Un olfatto tipico che non vien tradito all’assaggio. Presenti tutti i sentori olfattivi di tradizione. Sapido dal corpo di potenza.
Orazio 2010
Un calice che parla del territorio in ogni componente gustolfattiva. Dalla frutta rossa ai sentori di sottobosco si presenta speziato, sapido e di corpo.
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Cantina Zannini
Campierti 2012
Colore rosso rubino intenso. Profumi di frutti rossi di bosco, ciliegia, amarena accompagnati da sentori di cacao. Tannini più delicati che permettono un assaggio più semplice.
Campierti Riserva 2011
Colore di tradizione . Al naso forti i sentori di marasca , cacao e spezie dolci. Un calice di tradizione.
E’ il caso di dire Dulcis in fundo. A chiudere la serata, il dolce della tradizione falcianese, il Guanto di Falciano del Massico, noto a tutti come‘ O Vant per il metodo di lavorazione. A sfoglia tirata e compatta, si avvolge attorno alla mano una piccola strisciolina d’ impasto, come fa un guanto a cingere le dita di chi impasta. La ricetta vuole un mix di ingredienti genuini: uova, zucchero, farina, olio d’oliva, sambuca, limone, vanillina e sale. Le proporzioni sono top secret! Quel che è concesso è l’assaggio. Fragrante e deliziosa!
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