Il Comandante dell’Hotel Romeo.La replica di Giampiero Prozzo e la precisazione di Fabio Spada

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista


C’è una novità, Fabio Spada, patròn dello stellato Glass Hosteria, stasera precisa la sua posizione nella vicenda. Lo fa sotto forma di commento a cui noi facciamo una breve replica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo a seguito del nostro post sulla recensione di Giampero Prozzo al Comandante dell’Hotel Romeo

LETTERA APERTA A LUCIANO PIGNATARO

Egregio dottore
non ho il piacere di conoscerla personalmente pur seguendola sempre con attenzione e riconoscendole un ruolo quasi “istituzionale” per quanto lei si adoperi per la Campania divulgando con passione e competenza il patrimonio gastronomico mai abbastanza valorizzato della nostra regione. Il blog le ha potenziato quella che era già la sua straordinaria capacità di essere una fonte di aggiornamento “in tempo reale” di qualsiasi cosa si muovesse nel campo: apre un nuovo ristorante? Uno chef trasloca? Una fiera, un mercato, una qualsiasi manifestazione è in programma sul territorio? Lei è lì. Sul pezzo si dice nel vostro gergo.
A casa mia si è sempre letto il quotidiano. A Napoli ciò significa “IL MATTINO” ovvero la testata che ospita da più di 15 anni le rubriche o comunque gli articoli suoi o dei suoi collaboratori.
Ed è per questi motivi che, aprendo come faccio ogni giorno,il suo blog, ho avuto un sussulto. Un articolo con il mio nome e cognome accostato ad un verbo “censurare”che non appartiene alla mia storia e alla mia cultura. Come ormai è noto professionalmente mi occupo di altro e quella del “gastrofanatismo” è solo una passione che unitamente alla gioia di viaggiare mi porta instancabilmente in giro per la Campania e per l’Italia a conoscere le cucine, i piatti ma soprattutto le storie di uomini e donne che si celano dietro ogni azienda-ristorante dalle trattorie di campagna a, per usare questo terribile neologismo, i famigerati tristellati. Non descrivo i piatti con i suoi tecnicismi, non mi dilungo sulla acidità o sulle cineserie ma ciò non vuol dire che ciò nasconda un complotto.
 Mi interessano le storie, ed è il motivo per il quale mi sono intrattenuto più di un’ora con lo chef, al quale ho rivolto tutto il mio apprezzamento per la scelta, poco italiana, di volare via a 17 anni per poter crescere. L’ho seguito poi nella sala ristorante chiusa per una storia assurda e ho capito più cose dell’intera degustazione.
Lei parla di un uso disinvolto della rete e poi ne diviene artefice. Perché senza conoscermi, senza avermelo chiesto e solamente supponendo tutto il marcio che ha poi esposto mi dà del killer di Secondigliano, si lancia in sillogismi a dir poco arditi (A amico di … etc,etc), mi qualifica come incompetente e mi sbertuccia se racconto dei 35 minuti di attesa fosse solo per i pani? Perché è bastato che semplicemente valutassi a mio modesto parere un ristorante come al di sotto delle mie aspettative per scatenare questa guerra?

 Non ho offeso nessuno, il rispetto che nutro per tutte queste persone che attraverso il loro lavoro, spesso di grande sacrificio, si adoperano affinché un cliente abbia per qualche ora una qualche emozione, non può essere confuso con un diritto ad una critica su una cena che non ho mai disprezzato (nè come più volgarmente mi attribuisce aver fatto una chiavica) ma più semplicemente definito non imperdibile.

Volevo tornarci davvero da Andrea e dai ragazzi, del primo mi aveva colpito la caparbietà e la fierezza, degli altri la passione e il trasporto per una cosa nella quale nonostante tutte le difficoltà, credono fermamente. Forse grazie a voi non lo potrò più fare.
Attendo una sua con relativo invito che sarà per me occasione per conoscerla. Scelga lei dove, come e quando. Il perché spero di averglielo appena spiegato.
Saluti cordiali
Giampiero Prozzo


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