Il Circolo a Pompei
Via Roma, 10
Tel. 081 235 9338
Sempre aperto dalle 7 alle 24
di Simona Mariarosaria Quirino
Il Circolo di Pompei non è solo uno dei ristoranti del bellissimo albergo Habita79, aperto da soli due anni (in piena pandemia) e già fiore all’occhiello nella zona del Vesuviano. L’idea di fondo del locale, infatti, è quella di un circolo anni Cinquanta, un posto dove chi viene si dedica a un momento di convivialità ricreativa, accompagnato ovviamente da una buona cucina.
Una cucina che è sicuramente tradizionale, “ma leggermente innovata” – dice lo chef Roberto Lepre che vanta esperienze internazionali e stellate e che è impegnato al Circolo e nelle altre strutture dell’albergo, ognuna con uno stile diverso a tavola. Al Circolo si viene per la colazione, per l’aperitivo, per pranzo, cena e pizza. Noi iniziamo con l’aperitivo.
Bravissimo è il bartender che ci propone un cocktail ispirato alla campagna per la prevenzione dei tumori al seno del mese di ottobre, cui la struttura ha deciso di aderire. Il suo nome è “Rebirth”, cioè rinascita, e viene creato a partire da tutto quello che in cucina e al bar viene scartato nella preparazione “in un’ottica ecosostenibile cui è ispirata la filosofia del locale”, ci spiega il maitre Antonio Mottola.
Insieme a lui e allo chef scegliamo di fare uno dei due percorsi degustativi previsti nel menu e cioè “Anima”, a base di carne, con una piccola variazione sull’antipasto. Si inizia con l’entrée che consiste in una polpettina di friarielli, provola e ‘nduja. In abbinamento Antonio ci propone Jungano, l’Aglianico cilentano di San Salvatore, annata 2020.
Un inizio che ben battezza la territorialità delle portate a seguire. Come antipasto ci vengono proposte le melanzane a scarpone alla napoletana, con provolone del monaco e una gustosissima crema di basilico, frutto di una centrata ricerca dello chef sulle consistenze. L’idea, infatti, è proprio quella di utilizzare lo stesso prodotto in forme diverse con l’obiettivo di valorizzarlo. Così come viene valorizzato un peperone imbottito in una versione scomposta nella pasta, ovvero delle simpatiche lumachine di grano duro “al peperone ‘mbuttunat”, appunto. Una tradizione nella tradizione che viene esaltata dall’innovazione.
È questo il segreto che rende il Circolo un locale che non si piega alla vocazione turistica cui potrebbe tendere una città come Pompei, ma che mantiene le radici del posto senza rinunciare a qualità e stile.
Di stile ne ha da vendere il Sauvignon friulano dell’azienda Jermann, annata 2022, così delicato da ammorbidire il sapore più deciso della pasta al peperone.
Il secondo è una quaglia con melanzana croccante, patate e salsa alla cacciatora.
Perfetto è il Frupa dei Sorrentino, un Piedirosso dal colore rubino, profumato e non troppo tannico. Il vero colpo di scena è, però, il pre dessert, ovvero uno spicchio di pizza margherita provola e pepe.
La finezza è l’abbinamento con lo Champagne di Donson, rigorosamente Blanc de Noir, 100% Pinot Nero. Un binomio vincente che continua con i dessert, croce e delizia dello chef perché sono il suo punto di forza in cucina ma anche la sua personale tentazione quotidiana, ci confessa.
Bello e buono l’assoluto al cioccolato e lampone, un’opera d’arte la delizia al limone. Non perché l’arte sia necessariamente bella (e in questo caso lo è anche), ma perché è capace di farti provare emozioni.
Come quelle che abbiamo provato nella nostra esperienza a cena, come quelle che chef, maitre, bartender e tutto lo staff trasmettono nella semplicità di svolgere in maniera “autentica” il proprio lavoro.
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