di Salvatore Del Vasto
C’è un solo modo per provare a leggere la nuova annata di un grande vino come il Brunello di Montalcino. Sgombrare il campo e la mente da condizionamenti strettamente legati all’andamento dell’annata in degustazione e poi lanciarsi in assaggi dei diversi campioni a disposizione per provare a leggerne sfumature, caratteristiche e prospettive di evoluzione. Non c’è dubbio, il gioco diventa di certo più interessante se vengono messe a confronto due annate, magari quella in uscita e quella precedente, perché è qui che i risultati possono essere davvero sorprendenti.
Lo sa bene la testata giornalistica Vinodabere ed il direttore Maurizio Valeriani che, da diversi anni, organizza nel mese di dicembre una degustazione alla cieca (i degustatori non conoscono nemmeno l’annata del singolo campione) proprio volta a cercare di leggere la nuova annata di Brunello di Montalcino in uscita nel gennaio successivo, mettendola a confronto con la precedente.
Così, qualche giorno fa a Roma, presso l’Osteria Poerio nel quartiere di Monteverde, un panel di 25 persone composto da giornalisti, buyer, ristoratori e sommelier, si è cimentato nell’assaggio di 72 campioni provenienti dai produttori ilcinesi (36 del 2017 e 36 del 2016), determinando nei punteggi attribuiti, con particolare sorpresa, una sostanziale parità tra le due annate.
Contro ogni pronostico della vigilia la differenza nelle medie tra le due annate è stata di 0,04 punti a favore della 2017, proprio a sottolineare le acclarate capacità dei viticoltori di Montalcino nel gestire andamenti climatici non facili prima in vigna e poi in cantina.
Per la composizione del panel dei degustatori e per scoprire i migliori assaggi del panel in ordine di preferenza, si rinvia all’articolo di Vinodabere
Di certo le due annate a confronto avrebbero fatto presagire risultati ben differenti. Quella del 2016, infatti, è stata forse la migliore vendemmia di sempre per il territorio del piccolo borgo toscano, addirittura definita dai più come “annata delle meraviglie”. Di contro, la 2017, è stata un’annata più complicata e più calda, anche se gestita in maniera impeccabile. Ma ormai si sa che è proprio nelle annate difficili che il carattere dei grandi vini viene fuori.
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