di Marco Bellentani
Ritorniamo su queste pagine per raccontare l’iniziativa di un piccolo vignaiolo lucchese, già incontrato su Luciano Pignataro Wine & Food, Samuele Bianchi de il Calamaio. Da noi definito sorta di one man band, e nel periodo di lockdown questo soprannome gli cade ancor più a fagiolo, Samuele – spirito rock, animo sensibile e nobile – ha da tempo recuperato vecchi vigneti sulla collina di San Macario ampliando recentemente il paio di ettari vitati baciati dai venti marini che, scollinando il monte, ricadono freschi sul vigneto riscaldato dall’esposizione a sud-ovest/ sud-est.
Già autore del celebre Antenato, dal recupero di vigne di oltre 50 anni e del bianco il Soffio, forse il più originale white wine della provincia; la sua produzione ha via via accentuato il carattere della continuità, dell’eccellenza dei risultati nel tempo grazie ad una maniacalità nella cura di ogni dettaglio, dall’inverno al sacro momento della vendemmia e oltre. Il vino in questione è, il Poiana, sangiovese in purezza che, rispetto agli altri due, era partito, ormai un decennio fa, più in sordina. Sicuramente, è proprio il Poiana ad aver conosciuto negli ultimi anni una crescita esponenziale in termini di qualità e apprezzamento. L’iniziativa di Bianchi è quella di proporre ad una schiera di giornalisti, con consegna a domicilio, due bottiglie di Poiana che, vista la pandemia, non sono potute essere protagoniste dei vari festival primaverili, ne di assaggi en primeur.
Così di casa in casa, ecco la lettera di Samuele che annuncia questo dono, unitamente a due bottiglie che esprimeranno due mondi, segnati dal tempo, differenti ma uniti.
Partiamo dunque per il piccolo mondo antico de Il Calamaio, fatto di fatica, bolle e segni sulle mani per il sovraccarico di lavoro, erbe alte, aria pulita e l’assenza totale di concimazioni e magheggi in cantina.
Diciamo subito che il Poaina 2019 è stato da poco estratto dal legno dove ancora si deve evolvere e non conosce solforosa. L’evoluzione di questo vino, al contrario, esige il lavoro del tempo, ma già si riconoscono la sua spiccata acidità, figlia di un’annata equilibrata; il frutto da “sangiovese puro” che fuoriesce da un torbidità che si rimpasta su note alcoliche e slanci di ciliegia. Un vino non ancora pronto per cui ogni giudizio sarebbe affrettato. A farci capire cosa significhi evoluzione e tempo, per il Poiana del Calamaio, arriva la 2017. Ancora un vino denso, non filtrato, estremamente carico di estratti e antociani. La potenza colorata si trasforma, subito, in un matrimonio invidiabile tra acidità, vinosità e fine lavoro del legno verso una suadente rotondità al palato. Nota alcolica accennata per un senso schietto e tutto lucchese di rappresentare il sangiovese. Non si prescinde dal terroir, così l’annata molto calda incontra la maniacalità di Bianchi (leggi assenza di cimatura e sfogliatura estiva per creare alle uve una sorta di parete protettiva contro il caldo torrido) nel modellarci un vino dalla lunga persistenza, che richiama al pasto e al ri-assaggio immediato. Un motore rodato, continuo, un vino di terra che incontra la potenza del sangiovese a Lucca. Tecnicamente il vino nasce da uve fermentate in acciaio con 18 giorni sulle bucce. Un anno in affinamento in tonneaux da 5ql di terzo e quarto passaggio. Affinato in acciaio per altri 6 mesi, il Poiana 2017 rappresenta un’eccellenza locale, schietta, naturale, raffinata. Non ci sono dogmi in Samuele se non quello delle sue idee sul vino, della ricerca di un equilibrio tra cielo, espressione territoriale e lavoro dell’uomo, nel tentativo riuscito di non imitare i sangiovese d’entroterra, ma di conferire all’assaggiatore, all’amante del vino, ma anche al neofita vista la bevibilità energica del Poiana, un sangiovese 100% lucchese.
Azienda Agricola Il Calamaio
Via di San Macario 55100 (Lucca) ITALY
tel +39 340 3207462 · info@ilcalamaiovini.it
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