di Claudia Deb
E’ un dolce della tradizione sarda tipico del periodo carnevalesco. Il nome cambia di zona in zona; frijoli, cattas, zippulas o semplicemente frittelle lunghe). La ricetta varia di famiglia in famiglia. Questa è quella di mia suocera Lucia, che ogni anno le preparava con l’aiuto delle sue paesane, perché per farne tante, “due mani non bastano” ma ci vuole chi le forma, chi le frigge e chi le rifinisce. Vanno servite tiepide ma, come lei mi ha insegnato, possono essere conservate per un paio di giorni: il segreto sta nel ripassarle in un tegame con del miele al momento di servirle.. sono ancora più buone!
Ingredienti
500 g farina bianca
15 g lievito di birra
1 patata media (150g circa)
1 uovo
1 arancia (succo)
1 punta di zafferano
1 pizzico di sale
1 bicchierino di Filu ‘ e ferru (Acquavite di Sardegna)
q.b. latte (circa due bicchierini)
q.b. zucchero per decorare e olio per friggere
Lessa la patata e, dopo averla pelata, passala al setaccio o allo schiaccia patate. Impasta la farina con la crema di patata. Aggiungi il succo dell’arancia, l’uovo, lo zafferano sciolto in un cucchiaio di latte, il sale, il Filu ‘ e ferru, il lievito sciolto in un bicchierino di latte tiepido. Impasta con le mani mescolando dall’alto verso il basso, fino ad ottenere un composto omogeneo e non troppo denso (dovrà essere tale da scorrere facilmente attraverso l’imbuto/sac a poche), aggiungendo all’occorrenza, altro latte. Copri l’impasto con un telo e fai riposare per un paio d’ore, fino a quando avrà raddoppiato il suo volume.
Riscalda l’olio in una padella capiente. Versa il composto in un sac a poche con bocchetta liscia o, come vuole la tradizione, in un imbuto (tappando con il dito la parte finale dello stesso). Non appena l’olio è ben caldo, lascia cadere l’impasto lentamente disegnando una spirale a partire dal centro della padella. Fai dorare le frittelle da entrambi i lati. Togli dall’olio e fai sgocciolare su carta assorbente. Termina coprendo con abbondate zucchero.