di Raffaele Mosca
L’annata 2020 del Brunello di Montalcino sarà svelata nei prossimi giorni a stampa, professionisti e appassionati. Per ora sono pochissimi gli eletti che hanno assaggiato i vini in anteprima e tutti sembrano abbastanza concordi nel ritenerla solida, ma non ai livelli delle straordinarie 2015, 2016 e 2019 (la terza è, a mio modesto avviso, quella meno omogenea del terzetto). L’unica 2020 già testata dal sottoscritto è quella di Collemattoni durante un pranzo all’Osteria Oltrarno a Firenze. Levigne di questa piccola realtà familiare si trovano tutte nel quadrante sud, che è quello che personalmente trovo meno performante in millesimi caldi come il ‘20 dovrebbe esserlo sulla carta. Ma nel vino non c’è nulla che lasci pensare a una stagione troppo bollente: anzi è molto allettante per integrità. Messo accanto al ‘19 dello stesso produttore, il Brunello di Montalcino 2020 è più espressivo: il frutto rosso, dolce ma tutt’altro che sovramaturo, è abbinato a toni classici di erbe spontanee e qualche sfumatura boschiva. Per immediatezza richiama alcuni vini del 2018, ma, se questi ultimi evidenziano qualche fragilità al palato, qui, invece, c’è tanta materia allettante che plasma una struttura carnosa al punto giusto. Acidità e tannino sono già ben integrati; manca la tridimensionalità dei millesimi memorabili, ma la piacevolezza è assicurata. Rispetto al ‘19 – francamente un po’ ermetico in questa fase – avrà probabilmente una vita più breve, ma non meno appeal nel medio termine.
Da segnalare dello stesso produttore anche la Riserva Vigna Fontelontano 2019, dall’omonima parcella nel cuore di Sant’Angelo in Colle, luogo clou del quadrante sud/sud-ovest della denominazione. Un vino che mette insieme un timbro “caliente” – di macchia mediterranea e legno arso – con una dinamica di bocca spigliata e dinamica che lascia intuire ottimi margini di evoluzione. Ultimo ma non per importanza, il Brunello di Montalcino Albori 2019, selezione debuttante che, per il momento, proviene dalle migliori uve delle varie vigne, ma in futuro sarà legata a una singola parcella appena rilevata nella zona del Passo del Lume del Spento, il punto più alto del comune di Montalcino. Questa prima edizione supera per espressività il Brunello “base”, ma è più pronta da bere da subito rispetto al Vigna Fontelontano Riserva.
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