di Franco D’Amico
Il nome la dice lunga, quella del Bersagliere è una storia nata circa 120 anni fa nel centro di Casalecchio di Reno, che apre le porte alla città di Bologna attraverso la cucina emiliana raccontata con i piatti della memoria, in una regione come l’Emilia Romagna patria di prodotti eccellenti delle terra e della buona tavola.
IN PROVINCIA DI BOLOGNA CON LA CUCINA DEL CUORE
Il Ristorante Bersagliere narra una storia di ricette antiche nel cuore di Casalecchio di Reno, tranquillo centro situato nei dintorni di Bologna, da circa centoventi anni in una locanda dall’atmosfera romantica, oggi ancor più accogliente perché completamente restaurata e ampliata con la passione dei nuovi proprietari, che dal 2011 hanno portato a un totale rinnovamento dei locali nel rispetto dello stile originario, con le sale approntate in modo sobrio ed elegante e con un’offerta culinaria di qualità eccellente, servizio ineccepibile ed uno staff attento e preparato.
La locanda – ristorante, che ha mantenuto anche delle camere sobrie e semplici per gli ospiti, si compone di due sale minori e un dehors luminoso arredato in stile provenzale chiaro, l’ambiente è caldo e accogliente, in fondo una delle pareti attrezzate per contenere le bottiglie di vino che vado subito a vedere, notando alcune etichette anche campane. Qui è di casa la BELLA CUCINA, recita un’insegna, il titolare è cortese, gli chiedo alcune informazioni sul ristorante e sul menù ottenendo risposta pronta ed esaustiva, mi incuriosiscono i primi piatti che compongono la grande tradizione della sfavillante cucina bolognese, cui penso di orientarmi per la serata insieme agli amici Antonio e Dominga che vivono a Casalecchio, ai quali ho “consigliato” il ristorante Bersagliere dove ancora non erano mai venuti, ma c’è sempre una prima volta.
IL BERSAGLIERE LOCANDA CON CUCINA DI QUALITA’
Guerrino, un amico dei tempi andati conosciuto a Casalecchio ci ricorda i trascorsi del locale e la grande immagine di un bersagliere disegnata all’esterno che indicava anche la birreria, come riporta la dicitura in una foto antica notata in una delle sale…..TRATTORIA E BIRRARIA DEL BERSAGLIERE, un posto dove si ritrovava quasi tutti i fine settimana, per oltre 50 anni, insieme a tanti amici buongustai del posto e di Bologna, interessati alla cucina tradizionale del ristorante, poi col tempo non ne ha saputo più nulla. Adesso è contento di avere appreso della nuova realtà, i ricordi sono lontani e il Bersagliere ha ripreso l’attività egregiamente, con la reinterpretazione dei grandi classici della tradizione emiliana, i tortellini con prosciutto di Parma e pinoli, o quelli serviti in un cestino di parmigiano con una nevicata di tartufo bianco, deliziando ogni palato. La nostra scelta, invece, in ingresso tra una polentina con mousse calda di mortadella “la Bologna” quella buona, e pistacchi, e i primi piatti, notando che tutte le paste sono preparate “in casa” esclusivamente dallo Chef, come la gramigna alla salsiccia rossa, i tortellini al brodo di cappone o i triangoli del bersagliere con culatello e semi di papavero. Poi i dessert della casa.
Ma noi siamo qui anche per raccontare che a seguito della passeggiata tardo pomeridiana, nel bel centro storico di Bologna, siamo stati attratti da uno dei tantissimi wine bar inseriti tra i vicoletti, come in via delle antiche Pescherie, tra locali ricavati da panifici dei tempi andati e botteghe che girano intorno a Piazza Maggiore e Piazza Ravegnana ai piedi delle Due Torri, il simbolo della città, con una proposta irrinunciabile di aperitivo con Culatello di Zibello dop e scaglie di Parmigiano Reggiano, stagionato, con aceto balsamico di Modena stravecchio, e calice di Pignoletto vivace delle Colline Bolognesi, per rimanere freschi di gusto. Ecco perché nella cena si è dovuto rinunciare a qualche pietanza, come i secondi, l’assaggio nel vicolo felsineo era risultato alquanto consistente.
Comunque la scelta delle carni e degli altri secondi selezionati sono segnalati di qualità, poi polpettine con piselli, ossobuco, coniglio con prosciutto e frittatina, filetti di prima scelta, tagliate e molto altro, come per la vasta selezione dei dolci preparati in proprio.
La carta dei vini si orienta verso vitigni areali e anche alcune etichette di prestigio, a noi intanto interessa abbinare un Lambrusco ancestrale rifermentato in bottiglia, di buona fattura e la scelta ricade sul Nero Lambrusco “Otello” della cantina emiliana CECI, riconosciuto quale eccellenza dai 5 grappoli AIS, e il gusto ci delizia con il calice che si riempie di profumi e sentori di viola e frutta, la scelta appare indicata per tale cucina, strutturata e sapida.
E’ sin dagli anni settanta che il Lambrusco ha cominciato la sua espansione produttiva in Emilia Romagna attraverso il Metodo Charmat, con la rifermentazione in autoclave di acciaio che ha preso il passo alla tecnica ancestrale della rifermentazione in bottiglia. Il Lambrusco di una volta, tipico della tradizione, oggi si ritrova a fatica tra le poche aziende che lo producono ancora in piccole quantità, in particolare nella provincia di Modena con le tipologie derivate da uve lambrusco Salamino, Grasparossa e Sorbara. La fermentazione avviene con il mantenimento di un minimo residuo zuccherino che serve alla rifermentazione stessa e alla relativa formazione di anidride carbonica in bottiglia, con innesto di eventuale mosto nel successivo assemblaggio, prima dell’imbottigliamento, per ottenere la giusta pressione tra 2,5 e 3 bar. Il naturale processo di rifermentazione apporterà eleganza unica e complessità al prodotto finale.
Equo il rapporto prezzo/qualità. Sicuramente un locale che ha bisogno di approfondimento.
Il Bersagliere
via Guglielmo Marconi 94
Casalecchio di Reno (BO)
Comodo parcheggio riservato – Tel. 051/571276
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