Il bergamotto di Reggio Calabria e BergaRè
Il profumo del Bergamotto di Reggio Calabria è inebriante, inconfondibile. Non a caso ancora oggi la maggior parte della produzione viene utilizzata dai laboratori di profumi. Ma recenti studi scientifici hanno dimostrato che è ricco di antiossidanti e vitamina C, un amico del cuore e un efficace rimedio per contenere il colesterlo nel sangue. Ma il suo utilizzo non si ferma qui! Il Bergamotto è anche protagonista in cucina, dove il suo succo e la buccia sono utilizzati per aromatizzare dolci, dessert, tè e liquori come il celebre “Earl Grey.” È anche un ingrediente in alcune ricette tradizionali calabresi. Molti cuochi lo stanno studiando proprio per le sue caatteristiche si adatta alla cucina moderna in continuo alleggerimento.
Insomma, l’oro verde della Calabria è un’altra risorsa di questa magnifica regione che sta riscoprendo se stessa con orgoglio. 9000 addetti, circa 300 ettari coltivati nella parte ionica della provincia diReggio Calabria, un prezzo che tocca gli 82 euro al chilo contro i 15 delle arance e i 30 delle clementine. Ma durante negli anni scorsi ha spuntato anche 120 euro al chilo.
Il Bergamotto ha una storia che affonda le radici nell’antichità. Le prime tracce documentate di questa preziosa pianta risalgono al XVII secolo, quando veniva coltivata per la prima volta. Il suo nome deriva dal turco “beg armudu,” che significa “frutto del Signore,” a sottolineare la sua importanza. La sua storia è ben ricostruita dal libro di Pasquale Amato edito da Città del Sole nel quale si evince l’importanza di questo agrume che in tanti hanno provato a piantare altrove senza ottenere gli stessi risultati.
Il Bergamotto è noto principalmente per il suo olio essenziale, estratto dalla buccia del frutto, ed è un ingrediente chiave in profumeria e cosmetica. Il suo aroma fresco e distintivo è spesso utilizzato per profumare saponi, creme e fragranze. Per questo si esporta quasi il 90% della produzione
Il territorio inizia a prendere coscienza di qusta ricchezza e delle sue potenzialità. Lo si è visto bene a Bergarè, l’evento sul Bergamotto a Reggio Calabria voluto fortemente dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria, insieme al Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria, agli amministratori locali ed a tutte le associazioni di categoria- Reggio è stata al centro delle attenzioni mediatiche del Paese Italia. L’evento unico, oltre che una festa, è stata l’occasione perfetta con cui il Bergamotto di Reggio Calabria, protagonista della cucina e dell’olfatto, è stato apprezzato in tutte le sue sfumature. Bilancio positivo e piena consapevolezza espressa dal presidente della Camera di Commercio di Reggio, Antonino Tramontana, che ha ringraziato tutti gli attori in campo per la riuscita di Bergarè: dal segretario generale Crea a tutti gli uffici camerali, dalle associazioni della città dalla Città Metropolitana al Comune di Reggio Calabria, fino al Consorzio di Tutela del Bergamotto ed al presidente Ezio Pizzi che, grazie al supporto di Giovanna Pizzi e della squadra creata, ha potenziato la comunicazione intorno ad un progetto che ormai è maturo per divenire l’appuntamento più atteso a Reggio Calabria.
di Giovanna Pizzi
Articolo del 2 marzo 2020
Sì, è vero, in Italia siamo tutti unici ed irripetibili, i prodotti tipici sono territoriali e le varietà di frutti e ortaggi autoctone.
Ma a Reggio Calabria esiste un frutto che ha davvero dell’eccezionale: il Bergamotto.
Il bergamotto è un agrume che cresce e fruttifica solo lungo circa 120 chilometri di costa che va da Villa San Giovanni a Roccella jonica nella provincia di Reggio Calabria. Ci hanno provato tutti a impiantarlo, dai siciliani ai piemontesi, dai francesi agli arabi ma, ad eccezione di una piccolissima percentuale in Costa d’Avorio, non ha attecchito in nessun’altra parte del mondo e non si è mai capito il perché. Anche le origini del “principe degli agrumi” sono avvolte dal mistero così come quelle del suo nome; quel che è certo è che è un agrume dalle molteplici e meravigliose caratteristiche, ha sapore aspro, buccia sottile e le dimensioni e l’aspetto di un’arancia ma dal colore verde che vira a giallo quando è maturo.
L’uso principale del bergamotto, storicamente, è nella profumeria e solo nell’ultimo ventennio, e negli ultimi anni in maniera più capillare, si sta apprezzando il suo uso anche in cucina.
Ma partiamo dall’inizio: ha un profumo ed un aroma inebrianti tant’è che Luigi XIV amava spargere la sua essenza (olio essenziale che si estrae dalla buccia) per tutta la Reggia di Versailles. Ha conosciuto grande successo in tutta Europa nel 1700 perché usato nella celebre “Acqua di Colonia” ed stato ed è utilizzato da tutte le aziende di profumi, da Dior ad Acqua di Parma, da Guerlain a Hermès, non solo per il suo sentore inconfondibile ma soprattutto perché la sua essenza ha la capacità di far durare a lungo le note aromatiche che compongono il bouquet di ogni profumo.
Il suo primo utilizzo come alimento è dovuto alla stessa persona che lo fece arrivare alla corte del Re Sole, Francesco Procopio de’ Coltelli, un nobile siciliano che per primo commercializzò l’olio essenziale prodotto dai contadini di Reggio Calabria e che costruì a Parigi, nel 1686, il più antico “caffè” del mondo, il Café Procope (tuttora esistente), in cui si servivano anche granite e sorbetti al gusto di bergamotto.
Altro tassello storico: la famosa azienda inglese Twinings, intorno al 1830, cominciò a produrre l’Earl Grey Tea, che altro non è che tè nero aromatizzato al bergamotto (oggi si usano anche altri tipi di tè).
Questo il suo utilizzo in cucina fino agli anni ‘90 del secolo scorso quando, grazie all’attività di alcuni pionieri del bergamotto come alimento, si comincia ad apprezzare e promuoverne l’uso in gastronomia ed in pasticceria.
Ecco che fa capolino nelle cucine dei grandi chef italiani (prima ancora dei calabresi stessi che in fondo lo hanno sempre considerato un prodotto dell’industria profumiera) che per reperirlo facevano quasi giochi di prestigio, da Gianfranco Vissani ad Heinz Beck, da Massimo Bottura ad Alfonso Iaccarino.
Negli ultimi anni, grazie ad alcuni studi scientifici che hanno dimostrato la capacità del succo di bergamotto di prevenire le malattie cardiovascolari e di ridurre il colesterolo, tanto da essere ribattezzato “il frutto della salute” ed essere “promosso” nei “super food” (per le sue ulteriori e diverse proprietà salutistiche), il conseguente impatto mediatico e l’immissione in commercio del frutto fresco attraverso i canali della GDO, il bergamotto è arrivato ovunque.
Se prima era conosciuto da pochi, adesso spopola nelle cucine e sempre di più è utilizzato nella ristorazione e in pasticceria a Reggio, in Calabria e oltre i confini calabresi: eccolo nel “millefoglie saturo di vaniglia, gelato di capperi e bergamotto” di Nino Rossi al Qafiz, nello “yogurt al bergamotto, gambero di nassa e gelo all’arancia” di Riccardo Sculli del Gambero Rosso, nel celebre “ceviche di dentice, bergamotto, lime e cipolla” di Caterina Ceraudo; o nella “crema al bergamotto e sorbetto di cioccolato amaro” di Francesco Mazzei, celebre chef calabrese a Londra, vero e proprio ambasciatore del bergamotto.
Per non parlare della mixology: sono anni ormai che i migliori barman dello stivale si sbizzarriscono a creare cocktail a base di succo di bergamotto.
Ma la vera novità è che è entrato nelle cucine di tutte le case e, a parte farne una spremuta, meglio se “addolcita” con succo di mela, si dimostra perfetto per marinare pesce e carne, è ottimo per un risotto, per sfumare le scaloppine o contenere il gusto forte della cacciagione e ancora, grazie alla sua amarezza che ben bilancia gli zuccheri, è un ingrediente vincente in dolci, torte e gelati, se ne possono fare gustose marmellate o liquori come il bergamino.
Un piccolo ma importante consiglio: essendo molto amaro, in cucina va utilizzato solo il frutto maturo e soprattutto bisogna imparare a dosarlo.
E se proprio vogliamo, anche se si può trovare dal fruttivendolo o al supermercato, sicuramente il posto migliore dove apprezzare tutte le sue caratteristiche è il suo habitat naturale: quel famoso tratto di costa della provincia di Reggio Calabria, magari nel periodo della raccolta che va da novembre a marzo, magari nella zona a più forte vocazione territoriale, l’area grecanica, magari in uno scenario quasi incantato, lungo la fiumara dell’Amendolea affiancata da bergamotteti a perdita d’occhio.
E se arrivate fin qui passando da Reggio Calabria, dopo aver visto i Bronzi di Riace e percorso il lungomare che D’Annunzio definì “il più bel chilometro d’Italia”, tappa obbligata è il Museo del Bergamotto, un’esposizione di strumenti che raccontano più di trecento anni di cultura, storia e tradizioni sull’agrume e il suo utilizzo, nato grazie al lavoro di ricerca e di promozione del prof. Vittorio Caminiti, antesignano e promotore del bergamotto in gastronomia.
E certamente verrà voglia, dopo essere usciti dal museo, di fare incetta di prodotti tipici a base di bergamotto. Ed ecco che a poche decine di metri di distanza, sul Corso Garibaldi, principale arteria cittadina, si trova il punto vendita dell’azienda Pizzimenti, riferimento in città per chi desidera acquistare il meglio delle tipicità calabresi, prime su tutte quelle a base di bergamotto: succhi, marmellate, miele, liquori, biscotti, cioccolata e pasta aromatizzata al bergamotto e, quando è periodo, anche il frutto fresco.
Lasciando il centro città e dirigendosi verso sud, a Gallina, zona collinare e panoramica nella periferia di Reggio Calabria, c’è un’altra “cattedrale” del bergamotto e tappa obbligatoria per innamorarsi definitivamente di questo agrume: la pasticceria “Il Bergamotto” (come chiamarsi diversamente?). Qui ad accogliervi troverete Fortunato Marino, che ha fatto del bergamotto il protagonista della sua attività, anzi la sua vocazione. Anche lui un pioniere mosso da grande passione che produce dolci a base di bergamotto e li promuove a Reggio Calabria e in giro per l’Italia, trasmissioni tv comprese. Mai un passo indietro in più di 25 anni di attività anche quando tutti gli dicevano che il bergamotto è amaro. Unica pasticceria, rigorosamente artigianale, in cui ogni giorno si trovano almeno 10 tipi di pasticceria fresca, bignè babà zuppette straripanti di crema aromatizzata al bergamotto, sublime il sorbetto, fresco e cremoso, servito anche con le fragole, e ancor di più le paste secche di mandorla, morbide e profumate, e poi il gelato, la pignolata, la premuta, il panettone e i torroni a Natale e la colomba a Pasqua… e clienti in tutto il mondo.
Dopo essersi rimessi in macchina, procedendo lungo la statale per raggiungere l’Area Grecanica, a Melito Porto Salvo (RC) troviamo il punto vendita dell’azienda “La Spina Santa”, tra le prime a fare del bergamotto il suo core business: bergamino, crema di bergamotto, cioccolatini, scorzette candite, caramelle, tè al bergamotto e soprattutto la prima tra le bibite gassate, il dissetante “Bergotto”.
Questa lunga e affascinante passeggiata nella storia e nei profumi di un agrume straordinario quale il “bergamotto di Reggio Calabria” non può che concludersi tra i bergamotteti, siamo arrivati a destinazione e bisogna riposarsi e rifocillarsi. E proprio lungo la fiumara dell’Amendolea, a Condofuri, paese che può considerarsi il “cru” del bergamotto, c’è un agriturismo che da sempre basa la sua accoglienza sul nostro agrume. Neanche a dirlo si chiama “Il bergamotto”, gestito egregiamente dall’avv. Ugo Sergi propone una cucina propriamente tipica dell’area grecanica, ma questa è un’altra storia…
– Museo del Bergamotto, Via Filippini n.50 Reggio Calabria
– Prodotti tipici calabresi Pizzimenti, Corso Garibaldi n.263 Reggio Calabria
– Pasticceria Il Bergamotto, Piazza San Francesco di Sales n.4, Gallina-Reggio Calabria
– La Spina Santa prodotti e liquori tipici calabresi, SS 106, Melito Porto Salvo (RC)
– Agriturismo Il Bergamotto, via Amendolea, Condofuri (RC)
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