di Giovanna Pizzi
È da poco iniziata la stagione di raccolta del bergamotto. L’agrume profumatissimo che cresce solamente lungo 150 km di costa in provincia di Reggio Calabria.
Frutto straordinario che è stato celebrato qualche settimana fa, proprio nella sua città, con un evento unico nel suo genere: Bergarè. Una prima edizione ideata in occasione dei 160 anni dall’istituzione della Camera di Commercio di Reggio Calabria e voluta dal suo presidente.
Bergarè sta per “bergamotto re degli agrumi”. Re sul trono di una città che riconosce e si riconosce in un agrume identitario che fino a qualche anno fa era appannaggio di pochi produttori, e mi cito tra quelli, e che adesso invece risveglia il senso di appartenenza di un intero territorio, dei suoi cittadini e delle sue imprese.
Il Bergamotto di Reggio Calabria è infatti il gioiello più prezioso di questa terra.
Potrei scrivere “km di lettere” di preambolo e raccontare tante storie, aneddoti, proprietà, uso in profumeria, uso in cosmetica, uso in medicina, uso in cucina, dell’artigianato ad esso legato, dei vari prodotti che ne derivano, della sua storia e del suo fascino, oltre che del suo aroma inebriante che lo rende unico al mondo, ma in questa occasione voglio sottolineare la riuscita di una serata che ha dimostrato che l’unione fa la forza.
E quando questo avviene nella mia terra, dove l’unione spesso è un’utopia, nella mia città, che a volte è sopita, e per celebrare il mio agrume, beh, onestamente, mi inorgoglisco! Soprattutto se sono direttamente coinvolta nell’evento.
E infine, quando quest’evento mette insieme 5 chef di ristoranti stellati calabresi, dei quali da sempre racconto i piatti e le gesta, posso dire che abbiamo vinto. Ha vinto il bergamotto, ha vinto chi ha immaginato e voluto questa manifestazione, ha vinto la città di Reggio Calabria.
Ma fatemi raccontare.
In Bergarè scorre tutta l’energia del bergamotto, principe delle essenze profumiere e perno delle sfide economiche, sociali e culturali di un territorio che nell’ “oro verde” riconosce la sua identità, esclusività ed eccellenza.
Un’idea felice quella del presidente della Camera di Commercio, Antonino Tramontana, suggellata dall’importante contributo dato dal dire e dal fare di personaggi del territorio legati a doppio filo con questo meraviglioso agrume.
Una giornata intensa ed emozionante che si è sviluppata in due momenti.
Il confronto a più voci, nella mattinata, su tutte e con tutte le “facce” del bergamotto. Tre momenti distinti, tre gruppi di autorevoli interlocutori, che hanno trattato il bergamotto da ogni prospettiva. Un primo talk istruzionale con gli interventi di sindaci e assessori, un secondo sulla coltivazione, la storia e l’economia di questo frutto, con tecnici e professori dell’Università di Agraria e il presidente dell’Unionberg Consorzio di tutela,
infine la parte più “appetibile” in cui si è parlato dell’uso dell’agrume in cucina, in pasticceria, in miscelazione e nella ristorazione che si fa portavoce di un territorio, come ha affermato lo chef Antonio Abbruzzino.
E poi il viaggio, in serata, nel gusto del bergamotto con i piatti realizzati dagli chef per l’occasione.
Ma la cosa straordinaria è che Bergarè, per la cena, ha messo insieme gli chef di cinque, su sette, ristoranti stellati calabresi,
5 ragazzi che hanno fatto della ristorazione calabrese un’argomento di cui parlare in ogni angolo enogastronomico della nazione. Che si sono divertiti, loro per primi, a stare insieme e mettersi al servizio della promozione del territorio. Che hanno impiattato centinaia di porzioni come fossero al loro ristorante, ricreando lo stesso ambiente in una tensostruttura opportunamente adibita sul “Lungomare più bello d’Italia”.
-Gambero, emulsione di cozze, finocchietto marino, ponzu calabrese, piparelle e bergamotto candito: il piatto di Nino Rossi, chef del ristorante Qafiz di Santa Cristina d’Aspromonte.
-Cavolfiore, bergamotto e acciughe, quello di Antonio Biafora, chef di Hyle a San Giovanni in Fiore.
-Riso, latte di baccalà, bergamotto e liquirizia, l’opera di Luca Abbruzzino, chef insieme al padre Antonio, del ristorante che porta il loro cognome che da Catanzaro a breve aprirà a Lamezia Terme.
-Ricciola, bergamotto e lattuga, l’imperdibile assaggio di Riccardo Sculli del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica.
-E infine, Gelato al latte di capra, bergamotto e olive nere, il dolce non dolce di Luigi Lepore dell’omonimo ristorante di Lamezia Terme.
Com’erano i piatti? Accessibili. Eh sì, accessibili.
Il fatto che erano buonissimi e ben concepiti, è nelle cose, studiati e originali, neanche a dirlo.
Accessibili perché, per la sua prima edizione, l’ingresso alla manifestazione è stato gratuito per i primi 500 prenotati. Un format fuori dal comune, durato un’ora per gli ospiti, divisi in 5 diverse fasce orarie, che a gruppi da 100 hanno preso parte ad un party “breve ma intenso” in cui l’aroma del bergamotto nei piatti l’ha fatta da padrone, assaggi impagabili fusione perfetta dei sapori più autentici di Calabria.
Per me invece è stato come partecipare a 5 ricevimenti uno dietro l’altro e in tutti, devo dire, mi sono divertita.
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