di Francesca Faratro
C’è un luogo da sogno dove viaggiatori e sognatori si sono accomodati almeno una volta nella vita affacciati su uno delle terrazze più belle del mondo. E’ il Santa Caterina di Amalfi, l’albergo extra lusso dove ancora è possibile godere di un’atmosfera che sa di casa e di eleganza alla stressa maniera. Professionisti dell’accoglienza e con uno staff ben rodato che difficilmente cambia, fra questi figura di spicco è il capo barman Luigi Gambardella, per tutti “Gino”. Con il suo grembiule ed i suoi sorrisi genuini, con semplicità e gambo ha, nei suoi decenni di attività presso la struttura, conquistato i palati di numerosi clienti pronti ad ordinare un drink che concedesse loro un sapore mai provato prima e sorseggiato in uno dei posti più belli di sempre.
E’ il “Bellini”, la nota preparazione a base di purea di pesca fresca mescolata a vino bianco frizzante.
Vantandone quasi la paternità di questa versione tradizionale ma sempre più ordinata, dopo averne realizzati tanti per i numerosi turisti provenienti da tutto il mondo, confida di non avere segreti e che il risultato per realizzarlo al meglio è un’attenta e certosina preparazione delle materie prime che, fatta in anticipo e con l’utilizzo di prodotti di qualità, rende il prodotto finito la coccola perfetta da consumare a qualsiasi ora del giorno.
Complice si sa, anche il paesaggio spettacolare che si può osservare seduti comodamente presso i tavoli del bar dell’hotel, realizzarlo è facile e Gambardella ce ne confida i trucchi che hanno reso, lui e il suo Bellini, famosi in tutto il mondo!
“Il mio legame con il Bellini nasce quando un cliente, di stanza presso il nostro hotel, consumò in una sera una decina di porzioni circa. Qualche giorno dopo, non essendo nella stagione giusta, le pesche erano finite e lui stesso, facendo riferimento ad alcuni frutti visti in una bancarella di Capri, mi promise che l’indomani si sarebbe recato personalmente a comprarne qualcuna e che con quelle avrei dovuto realizzare per lui il suo drink preferito. – confida Luigi Gambardella – Il ricco cliente russo, senza fare troppe chiacchiere, il giorno seguente, fittata barca e marinaio, si diresse a Capri facendo ritorno con una buona quantità di pesche.”
Da quel momento, Luigi sa bene di non dover far mancare mai la dose giusta per realizzare il drink che lo ha reso celebre in tutto il mondo e, nel periodo migliore della loro maturazione, è solito conservarle utilizzando la tecnica del sotto vuoto per tutto il resto dell’anno.
“Mi piace studiare continuamente affinchè questo drink venga realizzato al meglio. Sperimento la qualità del frutto, la giusta maturazione. Per fare un esempio, ho sempre usato la bianca di Padova per realizzarlo ma da qualche tempo, preferisco utilizzare una varietà ancor più buona che cresce a Pescantina. – continua il barman – Il mio Bellini è così buono perché prima di realizzarlo, preparo sin dalla mattina una base dove lascio a macerare i frutti con la buccia assieme a limone, vino e una buona quantità di zucchero, affinchè il colore non si ossidi. Nel pomeriggio continuo la lavorazione eliminando le bucce ai frutti e continuando la macerazione. L’ultimo passaggio è decisivo: frullo il tutto, filtro al colino e aggiungo un tocco quasi magico dato dal nostro liquore a base di pesca che realizziamo in casa. La fase finale è ovviamente l’aggiunta di Prosecco pronto a contraddistinguere il drink ed un tocco di profumo alla pesca, anche questo realizzato da noi.”
Una volta provato non se ne può fare a meno quindi o tocca imparare ricetta e procedimento e seguire meticolosamente i segreti di Luigi Gambardella oppure vi toccherà fare una gita ad Amalfi, che non sia programmata per una sola volta al mese!
Dai un'occhiata anche a:
- Opificio Botanico di Pozzovetere: i liquori di Caserta
- Cu Bocan. Vi presentiamo il whisky che si distilla solo per pochi giorni all’anno | Il Single Malt scozzese che apre nuovi orizzonti sensoriali
- “Bene-Mi”, l’ultimo cocktail territoriale creato da Angelo Zotti nel suo Globe Cafè a Torrecuso (BN)
- Chandon Garden Spritz: il mondo Chandon ritorna in Italia
- Casa Biancamore a Paestum: quando la skincare è una bufala
- Caprisius: gin ai fiori, alle erbe e agli agrumi di Capri
- Yuntaku: il primo amaro giapponese ispirato all’isola di Okinawa