dall’inviata a Milano
Marina Alaimo
Siccome noi napoletani adoriamo da sempre la pizza, mi sorprende come altrove si siano resi conto solo ora della straordinarietà di questo disco di pasta ricco di sapori, di storia e di tradizione. La stampa del settore ultimamente ha acceso una certa attenzione sull’arte del pizzaiolo che si è poi lungamente riflessa sugli eventi più in del momento. E forse una svolta importante a questa tendenza l’ha data proprio Paolo Marchi lo scorso anno invitando un pizzaiolo napoletano, Gino Sorbillo, ad esibire la propria arte in una delle sale di Identità Golose. Quest’anno poi era in programma un intero spazio dedicato totalmente alla pizza, Identità Pizza, dentro il quale si sono raccontati due numeri uno del mestiere: Enzo Coccia e Franco Pepe.
A far da spartiacque tra i due mostri sacri, c’è stato un pizzaiolo londinese, già proprio così, Jon Pollard, titolare del ristorante pizzeria Pizza East, grande estimatore dei prodotti enogastronomici italiani che utilizza ampiamente nel proprio locale.
La Sala Blu , dedicata appunto a Identità Pizza, non era però dotata di forno a legna, per cui Enzo Coccia ha optato per la preparazione delle deliziose montanare, piccole pizze fritte, di vecchia tradizione napoletana, condite con sugo di pomodoro, pecorino grattugiato e fiordilatte. Ha preparato anche una pizza di sua invenzione, la pizza brioche, farcita con ricotta, salame e pomodorini.
Franco Pepe è della provincia di Caserta, precisamente di Caiazzo, ed ha esordito in sala esibendo un certo numero di prodotti del suo territorio che hanno vivacemente colorato il palco.
Dopo un breve ed intenso filmato che con pochi fotogrammi raccontava la storia della propria famiglia e del territorio di appartenenza, ha dimostrato al pubblico come prepara quotidianamente l’impasto per la pizza, rigorosamente nella madia di castagno.
Lui è un vero e proprio studioso della lievitazione, che sperimenta e perfeziona con grande dedizione Ha preparato le pizze cult della pizzeria di famiglia, in primis la mastunicola, di antica memoria, nata ancor prima che il pomodoro e l’olio d’oliva diventassero ingredienti di uso comune in cucina, condita con lardo, basilico e pepe.
Oggi Franco la rende speciale con un tocco di conciato romano, antico formaggio di pecora dell’alto casertano, affinato in anfore di creta, e marmellata di fichi del Cilento. Ma nella giusta stagione utilizza i fichi freschi e la pizza diventa un’esplosione di gusto.
L’altro classico di casa Pepe è il calzone ripieno di scarola, olive caiazzane, capperi ed alici di Cetara.
Inutile aggiungere nulla: standing ovation e tanta voglia di venire a Napoli e a Caiazzo per provare queste specialità live.
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