Non si può andare sull’Etna senza incontrare Ciro Biondi tra le sue splendide vigne a Trecastagni, sul versante orientale da’ muntagna. Arriva fiero, deciso, gli occhi gli brillano mentre guarda i vigneti e ne parla proprio come si fa dei figli quando sono tra i migliori della classe. Per chi come me vive su un vulcano, la voglia di sapere è amplificata e va fortemente in conflitto con i tempi a disposizione. A certi incontri andrebbe concesso tutto il tempo necessario per entrare nelle pause tra le parole dette e non dette e per tornare ad assaporare il vino quando si è finalmente disteso ed ha deciso di raccontare tutto di se. Invece la voglia di strafare stringe i tempi, accorcia le parole e lascia troppo margine alla fame di conoscenza. I colori ed i profumi di questa terra incantevole sono gli stessi del mio Vesuvio, la sostanziale differenza sta negli spazi che qui sono magnificamente più grandi.
I cicli continui e frequenti delle eruzioni hanno imposto un certo rispetto all’uomo impedendogli di prendere il sopravvento. In questo modo si è creato un equilibrio di grande armonia tra gli spazi abitati e le aree selvagge che sono meravigliosamente predominanti. Ciro ci accoglie in vigna Chianta, splendido compromesso tra l’uomo, la pietra ed il vulcano. Il verde rigoglioso dei vecchi alberelli risalta con gioia tra il grigio del suolo e la forte presenza di pietra nera. Quest’ultimo particolare rende decisamente faticoso il lavoro di impianto della vigna, e forse per questo motivo se ne ha poi pieno rispetto. Infatti non è cosa difficile sull’Etna incontrare vigneti che abbiano attraversato diverse decine di anni, anzi forse questo areale vanta un primato in tal senso. Le terrazze che contengono le piante di vite e da frutto sono sostenute da pietra lavica e disegnano un paesaggio emozionante, che vuole il silenzio e gratifica lo sguardo. Qui e là cumuli di pietra nera e coni vulcanici rendono sempre più unico questo luogo incantato e forgiato dal fuoco. In vigna Cisterna Fuori, dalla forma ad anfiteatro posta tra i 620 e i 700 metri di altitudine, degustiamo i vini di Ciro, all’ombra del patio che comprende l’antica cisterna di raccolta dell’acqua dove ha scelto di sposare la sua Stephanie, nominata di continuo nel raccontare i suoi vini ed il proprio lavoro. Per quello che il poco tempo a disposizione ci ha concesso di sapere, la loro è una storia vincente, dove grande passione per la propria terra e una certa cultura sono stati i grandi motori che hanno permesso di attraversare una lunga strada in salita con successo.
I vini sono straordinari, non conoscono mezze misure, decisi e appassionati come chi ha dato loro la possibilità di esprimersi in tale misura. Ciro fa tutto da solo sia in vigna che in cantina, nel senso che non ha un enologo. Sono molto interessanti sia i rossi che i bianchi, ma comunque ciò che più mi ha colpito è la raffinatezza e l’espressività dei vini bianchi che poche volte sull’Etna si riesce a raggiungere con questa precisione. In genere, pur essendo vini piacevoli, tendono all’opulenza perdendo quell’agilità che invece caratterizza con entusiasmo i vini Biondi. Chianta 2012 è il grande bianco dell’azienda dove prevale il carricante, ma ritroviamo anche minnella e malvasia. Da premettere che già Outis Etna bianco 2013, il vino bianco base, è un gran bel bere. Chianta si spinge oltre, rompe gli schemi comuni con una certa esuberanza, comunque non urlata, ma ben calibrata che punta alla lunghezza dei profumi, dei sapori e del tempo che sicuramente saprà affrontare con piglio fermo. Outis è immediato e comunque vivace nella freschezza, nei toni salati, mediterranei e spiccatamente minerali. Chianta, come spesso accade quando si incontrano le persone speciali, vuole tempo per raggiungere la sua essenza, ma poi avvolge e travolge lasciando un segno profondo. E’ più caldo ed ampio nei profumi e poi dinamico al palato dove sa ben coniugare pienezza ed agilità.
Sede in Corso Sicilia 20 Trecastagni (CT). Tel. 095 7633933 www.levignebiondi.it
Questa scheda è di Marina Alaimo
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