Cari lettori, pernsiamo di farvi cosa gradita offrendovi la traduzione di questo articolo di Eric Asimov perché le sue riflessioni, centrate sui Super-Tuscan, in realtà riguardano un certo modello di vino seriamente messo in crisi negli ultimi anni. Ed in questo sta, per appassionati, esperti e operatori italiani, il motivo di un certo interesse.
di Eric Asimov
Un articolo avvincente di Kerin O’Keefe, uno scrittore di vino che vive in Italia, pubblicato nell’ultimo numero del “The World of Fine Wine”, un trimestrale britannico sul vino, brillante, dotto e, ahimè!, molto costoso che riporta sempre molte cose degne di essere lette, suggerisce che la categoria dei vini Super-Tuscan, che ha attratto così tanta attenzione negli ultimi 35 anni, potrebbe aver fatto il suo corso. Se così, non è troppo presto.
Per troppo tempo il Super-Tuscan, un eccezionale termine di marketing, è stato essenzialmente l’autorizzazione per far pagare vini che troppo spesso sono molto ben fatti ma senza carattere. Lasciatemi fare una breve precisazione perché certamente esistono delle eccezioni a questa mia categorica affermazione.
Il termine Super-Tuscan – molti sono disposti ad attribuirsi il merito di averlo inventato – all’inizio era applicato a quei vini che non erano prodotti secondo le regole che governano le denominazioni dei vini in Toscana. Quei vini generalmente ricadevano nella categoria vino da tavola – un termine teoricamente riservato ai vini che rientravano negli standard toscani.
Ma i Super-Tuscan erano fatti da produttori che ritenevano che rispondere agli standard toscani significasse far crollare la qualità dei loro vini. Questo ebbe come conseguenza lo snobismo nei confronti dei vini tavola che furono inclusi nel termine Super-Tuscan. Spesso si pensa che il termine Super-Tuscan si riferisca ai vini in stile Bordeaux, come il primo Super-Tuscan, il Sassicaia, un grande vino che non aveva posto nell’universo legale dei vini toscani. Altri superbi vini Super-Tuscan ricadono in questa categoria come il Solaia, l’Ornellaia e il Masseto, solo per nominarne alcuni.
Ma c’è un’altra categoria di Super-Tuscan. Questi vini provengono da produttori che decisero di non far parte del sistema di classificazione perché sentivano che le regole toscane antiquate e burocratiche impedivano loro di fare grandi Chianti Classici. Questi cercavano di non fare vini ispirati al Bordeaux ma grandi Sangiovese che, 40 anni fa, era virtualmente impossibile produrre sotto le regole del Chianti che richiedevano una certa percentuale di uve bianche nel blend del Chianti.
Questi includevano produttori in anticipo sui tempi come Montevertine i cui vini sarebbero tra i Chianti Classici di elite oggi, ora che le regole ufficiali sono evolute in modo tale da includerli. Ma Montevertine si sente a proprio agio fuori dal sistema e non ha interesse a sottoporre i propri vini alla burocrazia, così i suoi migliori vini rimangono Super-Tuscan.
Al di fuori di questi e di poche altre eccezioni, tuttavia, decisamente troppi Super-Tuscan erano semplicemente vini che seguivano la moda, avevano poco valore intrinseco al di là del procurare profitto. I vini potrebbero esser popolari e avere un pubblico e ciò è una ragione sufficiente per produrli. Ma la maggior parte di questi non sono intrinsecamente dei vini interessanti e hanno poco a che fare con la Toscana e sicuramente sono più caratterizzati dalle moderne tecniche di vinificazione. “Produttori ambiziosi, da una parte all’altra della regione, armati di varietà internazionali, nuovissime barrique e una stravagante etichetta che sfoggia un nome esclusivo di fantasia, hanno iniziato a produrre i propri Super-Tuscan e sono stati subito seguiti da produttori in ogni parte d’Italia”, scrive O’Keefe.
“Ma oggi, sommersi da bottiglie decisamente più economiche ma simili provenienti dal Nuovo Mondo, i consumatori stanno apparentemente voltando le spalle a questi vini una volta rivoluzionari”. E’ una discussione interessante e forse spiega in parte perché alcuni produttori di Brunello di Montalcino, che sentono che i loro vini potrebbero trarre vantaggio dall’aggiunta di uve come merlot e syrah, stanno combattendo per cambiare le regole che richiedono che il Brunello di Montalcino sia 100 per cento Sangiovese piuttosto che produrre vini Super-Tuscan senza l’imprimatur del Montalcino.
Cosa pensate dei vini Super-Tuscan? O almeno ci pensate oppure no?
Traduzione di Novella Talamo
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