di Antonio Di Spirito
Il paesaggio dell’agro salernitato è cambiato molte volte nell’ultimo secolo. Dopo la bonifica, iniziata dai Borboni e finita negli anni ’30 del 1900, ci fu il tabacco. Una forma acuta di peronospera impose il cambio di coltura: dapprima si passò alle fragole e, poco tempo dopo, si passò al pomodoro San Marzano (che veniva trasformato, però, ad Angri). Quindi, si passò alla coltura ed alla produzione delle insalatine da taglio (la cosiddetta “quarta gamma”).
La coltivazione della vite era di casa sin dall’antichità, quando quella zona era presidiata dagli Etruschi, ma solo da qualche decennio si è incrementato di molto, e con ottimi risultati, la produzione vitivinicola.
La famiglia Lenza è entrata nel mondo del vino non più di dieci anni fa.
L’azienda, in effetti, nacque nei primi anni del 1900, subito dopo la bonifica fondiaria, e fu uno dei primi esempi di azienda agricola totale ed autosufficiente: completa, cioè, delle strutture che ospitavano le famiglie che vi lavoravano e di tutte le attività necessarie all’intera comunità (come il forno per il pane) ed è una delle poche ancora rimasta in vita in tutta la piana del Sele. Fra le attività dell’azienda, tutt’ora molto fiorente, si annovera l’allevamento di cavalli di razza con 40 fattrici ed alcuni stalloni.
Dei cento ettari totali, dieci sono vitati, suddivisi in due corpi e specializzati per il colore della bacca: il primo, di tre ettari e mezzo, produce falanghina, greco, fiano e coda di volpe; il secondo appezzamento, a circa 150 mslm, è coltivato ad aglianico e piedirosso.
I vini assaggiati.
Ida 2020
E’ un vino ottenuto dall’uvaggio di falanghina e greco, in parti uguali, provenienti dai propri vigneti della tenuta di proprietà (Tenuta Valentina) a Pontecagnano. Di colore giallo paglierino carico, profuma di fiori gialli, lavanda, cera d’api e note vegetali appassite. Il sorso è dominato da freschezza, dalla consistenza della struttura del greco, che, inevitabilmente, predomina; è piacevole e dinamico, specialmente sulla lingua; è sapido e speziato.
Gabri 2020
Vino ottenuto con metodo ancestrale, non filtrato e prodotto con uve piedirosso. Inizialmente ha colore rosato carico e vivo, per assumere successivamente un colore leggermente opaco. L’effervescenza è a grana fine ed intensa. I profumi sono molto fruttati, fragole e lamponi, erbe aromatiche e note di macchia mediterranea; al palato la freschezza è la caratteristica principale; ha importanti note fruttate ed una piacevole speziatura in chiusura.
Massaro 2018
Prodotto con uve aglianico provenienti dai vigneti di Macchia di Montecorvino Rovella, proprio dove ha sede l’azienda. Nel calice si presenta color rubino cupo, intenso, senza incertezze neanche sull’unghia; i profumi sono intensi e fruttati, emana profumi di ciliegia, mirtilli, note mentolate e balsamiche; il sorso è strutturato, caldo, concentrato, fruttato e sapido; l’acidità è quella proverbiale dell’aglianico, ma ciò che sorprende è il manto tannico vellutato, la sua lunghezza e la sua speziatura.
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