di Antonio Di Spirito
Al giorno d’oggi è difficile incontrare un vino sbagliato nella concezione: si fa tutto un lavoro preliminare e preparatorio a protezione della buona riuscita.
Può capitare la bottiglia tenuta male o un tappo che non ha fatto bene il suo lavoro, ma nella stragrande maggioranza dei casi i vini che beviamo sono corretti e molto buoni. Segno di una grande crescita qualitativa di tutto il comparto, dovuto soprattutto alla crescita culturale ed alla diffusione delle consulenze di bravi enologi ed agronomi.
Nelle annate buone i vini sono tutti ottimi; ma nelle annate sfortunate i vini migliori sono quasi sempre gli stessi: la qualità, la schiettezza e la nitidezza di profumi e sapori contraddistingue, i vini di alto lignaggio in qualsiasi annata.
Ma vediamo come siamo arrivati a questo stato delle cose.
Un aspetto da tenere in alta considerazione è la trasformazione delle grandi aree agricole e/o viticole con la riforma agraria “targata” Paolo Bonomi: dal 1950 al 1964 toglie 3,7 milioni di ettari al latifondo agrario ed ecclesiastico improduttivo e li redistribuisce ad oltre un milione di contadini. Inoltre, con la Coldiretti, di cui il parlamentare fu fondatore e presidente, contadini e braccianti conquistano il diritto all’ assistenza sanitaria (1954), pensioni (1957), tutela degli infortuni sul lavoro. I miei coetanei ricorderanno che era venerato come un Papa!
In quel periodo vaste aree agricole, non più attive dopo la riforma agraria e l’abolizione della mezzadria, eredità di grandi casati i cui eredi si erano dedicati ad altro, sono state messe in vendita. Pionieri in questa corsa all’accaparramento furono personaggi del mondo dell’industria, della moda, dello spettacolo o, comunque, personaggi con notevoli disponibilità economiche e con la voglia di evadere dallo stress della vita quotidiana.
In quel contesto l’architetto Alberto Moretti Cuseri, innamorato del paesaggio e dei terreni, ma anche della presenza di una favolosa riserva di caccia, ricca di caprioli, cinghiali, fagiani, lepri e cervi dal manto giallo, acquistò una prima parte di una tenuta (55 ettari) a Castiglion Fibocchi (AR) dalle Principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia; la stessa tenuta che era appartenuta a Leopoldo d’Asburgo, Gran Duca di Toscana, che vi aveva impiantato la storica “vigna di Pallino” e, nella quale nel 1935, il Duca Amedeo di Savoia d’Aosta, Vice Re d’Etiopia, per celebrare la presa dell’Impero Abissino, aveva impiantato un vigneto, la “Vigna dell’Impero”, utilizzando un clone antico di sangiovese che si è, poi, rivelato essere unico nel suo genere.
In questa tenuta s’inizia a produrre olio d’oliva, uve da conferire ad altri produttori ed altri prodotti agricoli.
Negli anni ’70-80, ci fu un ristagno della qualità del vino a favore della quantità e del guadagno immediato; senza una vera cultura di base, venivano prodotti vini scialbi e molte cantine erano stracolme di invenduto finanche nel Chianti, fiore all’occhiello della produzione vinicola italiana.
Al culmine di questo “periodaccio” ci fu il disastro provocato da certe pratiche fraudatorie, che provocarono svariati morti: fu il “de profundis” per quel sistema.
Negli anni ’90 iniziò la rinascita del vino di qualità italiano. Oltre ai pochissimi nomi provenienti da grandi tradizioni di casato, sono nati tanti nomi nuovi e con etichette prestigiose, ma sempre in quelle zone considerate di sicura vocazione, Montalcino in primis.
Successivamente la produzione è stata orientata al consolidamento del comparto, alla crescita qualitativa, alla riscoperta dei vecchi vitigni della tradizione (dopo l’eccessivo ricorso ai vitigni, cosiddetti, internazionali, ci fu un “contrordine compagni”), alla sperimentazione di nuove tecniche di produzione per incontrare i gusti di mercato, sempre più raffinato e competente, alla “giusta” comunicazione dei prodotti.
Negli anni ’90 il figlio di Alberto, Antonio Moretti Cuseri, proveniente dal mondo creativo della moda e grande appassionato di vini, assume in comando delle operazioninell’azienda di famiglia e fonda Tenuta Sette Ponti, iniziando a produrre vini di alta qualità e commercializzandoli con proprie etichette.
Oggi la tenuta conta circa 330 ettari; la conduzione è rigorosamente sostenibile e biologica con grande rispetto per l’ambiente, si è sempre circondato dei migliori tecnici con i quali è alla costante ricerca della perfezione e della qualità, all’insegna dell’eleganza e della riconoscibilità.
Ha, poi esteso i propri interessi ad altre zone vinicole: in Toscana a Bolgheri ed in Maremma; poi in Sicilia a Noto e sull’Etna.
Dal 2018 Antonio è stato affiancato nella conduzione dell’azienda dai figli Amedeo, con il ruolo di amministratore e responsabile del mercato italiano, ed Alberto, con il ruolo di direttore export e della comunicazione.
I Vini
Tenuta Setteponti – Castiglion Fibocchi – TOSCANA
Vigna dell’Impero 2020 – Trebbiano Toscana IGT
Le uve trebbiano ed una piccolissima quantità di malvasia, provengono dal vignetoimpiantato nel 1935; dopo la crio-macerazione e la fermentazione a temperatura controllata, matura per un anno parte in cocciopesto da 3.5 ettolitri e parte in botte piccola. Inizialmente un po’ muto, poi si concede con fiori bianchi e note fruttate di melone; ha buon sapore di frutta tropicale ed ananas, molto speziato fino in gola; freschissimo, complesso e lungo.
Vigna dell’Impero 2018 – Valdarno di Sopra DOC
Sempre dal famoso vigneto del 1935 si produce questo sangiovese in purezza su terreno ricco di galestro esposto a sud/est a 280 metri di altitudine.
Dopo la fermentazione a temperatura controllata, matura due anni in botte grande ed affina 12 mesi in bottiglia. Ha colore rubino chiaro, unghia compresa; molto ricco al naso, offre profumi di ciliegia, lamponi, melograno, viola, grafite, noce, corteccia, castagne, carrube ed una nota leggermente affumicata. Ha tannino levigato ed il sorso risulta vellutato e saporito, fresco e nocciolato, sapido, minerale, speziato e persistente.
Crognolo 2021 – Toscana IGT
Uve sangiovese, con l’aggiunta di un 10% di uve merlot prodotte in un vigneto di oltre trenta anni; matura 12 mesi in barrique e tonneau.
Ha colore rubino non molto cupo e profuma di viola, melograno, frutti di bosco, ciliege, amarene, prugne, grafite, carrube, mallo di noce, note balsamiche ed intense note minerali; al palato è asciutto
e succoso al contempo; il tannino è deciso e vellutato; è sapido, molto scorrevole e chiude elegantemente con una importante speziatura.
Sette 2019 – Toscana IGT
Dalle sette parcelle specializzate alla coltivazione di merlot, ogni anno vengono scelte le migliori tre; per quest’annata sono state selezionate Nocetta, Cipressi e Sorbaccio. L’età dei vigneti si aggira sui venti anni e sono tutti ad un’altitudine compresa fra i 250 ed i 300 metri; il vino matura 18 mesi in botti piccole ed affina per un anno in bottiglia. Rubino cupo, profuma di ciliegia, sottobosco, rosa e viola; al palato porta un tannino levigato, comunquesuccoso, fresco e scorrevole; pur essendo compatto, ha una beva fine e chiude con una leggera speziatura. Grande vino.
Oreno 2020-Toscana IGT
Ed eccoci all’ammiraglia! La prima uscita è del 1999 e la sua composizione è cambiata più volte prima di assestarsi a quella attuale; inizialmente fu rispettato un legame con la tradizione, utilizzando il sangiovese al 50%, completato da merlot e cabernet sauvignon in parti uguali. Nel 2003, dopo varie sperimentazioni nell’utilizzo di vari legni, si passa ad un blend di sangiovese e cabernet sauvignon in parti uguali. L’anno dopo torna il merlot nel blend e nel 2005 il sangiovese scende al 20% per lasciare spazio a merlot e cabernet sauvignon al 40% ciascuno. L’ultimo cambio, ormai consolidato, prevede una combinazione ancora più bordolese: 50% cabernet sauvignon, 40% merlot, 10% petit verdot.
Il colore è rubino intenso ed è molto variegato al naso; dal calice apprezziamo profumi di viola, rosa, piccoli frutti neri, mirtilli, more, foglie di lauro, sottobosco, iodio, china, grafite. Sorso stratificato: il tannino è levigato
e vellutato, dona sapori intensi di frutta nera sciropposa, ma croccante, ha grande acidità; è concentrato, ma scorrevole ed elegante. Infine si apprezza una speziatura sottile, ma decisa. Molto buono, avvolgente, equilibrato
ed elegante.
Tenuta Orma – Bolgheri – TOSCANA
Due vini dalla tenuta Orma di Bolgheri, estesa 7,5 ettari, caratterizzati dai vitigni bordolesi, ma, soprattutto dal cabernet franc.
Passi di Orma 2021 – Bolgheri doc
I vigneti hanno 15 anni ed i terreni sono composti di argilla e ghiaia, con poca sabbia; il blend è formato dal
40% di merlot, 35% cabernet sauvignon, 25% cabernet franc; matura 8 mesi in legno piccolo ed affina 6 mesi in bottiglia; molto composto al naso con profumi di piccoli frutti rossi e neri; al palato il tannino è ancora molto deciso e si apprezza una leggera nota di caffè, ma la frutta rossa troneggia al palato, è succoso e fresco, la speziatura è elevata ed è molto persistente.
Orma-2020-Toscana IGT
50% merlot, 30% cabernet sauvignon, 20% cabernet franc; 18 mesi in piccole botti ed un anno di affinamento in bottiglia esaltano ancora di più le potenzialità del territorio. Il colore è intenso e cupo e molto compatto, ma espressivo al naso; porta i classici profumi di frutti di bosco rossi e neri ed un’idea di sottobosco; al palato si apprezza un tannino vellutato, ha un gran corpo, abbastanza fresco e speziato, lungo ed equilibrato, armonico epersistente.
Feudo Maccari – Noto – SICILIA
Family and Friends 2022 – Terre Siciliane IGT
Da uve grillo prodotte in un vigneto ad alberello di 20 anni a 280 metri di altitudine. Il 20% matura per 6 mesi in tonneau da 330 litri, il resto in cemento ovoidale; affina sei mesi in bottiglia. Ha colore paglierino intenso, quasi dorato; profuma di frutta gialla, pietra focaia e tante erbette aromatiche oltre ad una leggera nota di mandarino e cera d’api. Freschezza e speziatura caratterizzano l’ingresso in bocca, sorso sapido e saporito, ma asciutto efruttato.
Molto persistente e piacevole.
Family and Friends Vigna Firraru-2021-Terre Siciliane IGT
Uve grillo provenienti da un vigneto con una eccezionale luminosità; matura in piccole botti di legno con tre tostature diverse per almeno sei mesi e, poi, altri sei mesi in bottiglia. Ha colore giallo quasi dorato molto luminoso; profuma di frutta gialla, agrumi maturi e pietra focaia. Sapori di frutta esotica, sapidità e freschezza si fondono in una beva molto appagante.
Saia 2020 – Sicilia DOC
Vigneto di 40 anni di nero d’Avola coltivato ad alberello; il suolo è un misto di terreni bianchi calcarei e neri sabbiosi e, grazie alla vicinanza al mare, alla ventilazione e all’ottima esposizione, ci regala uve complesse. Matura 12-14 mesi in piccole botti ed affina almeno sei mesi in bottiglia.
Di colore molto cupo, si apprezzano profumi di frutti neri, eucalipto, note salmastre e iodate. E’ vino di gran corpo, con tannino vellutato ed una buona acidità; il sorso è agile, sapido e speziato.
Ottimo equilibrio.
Vigna Guarnaschelli 2021 – Sicilia DOC
Da una singola vigna di nero d’Avola di circa 60 anni, su terre brune in prevalenza argillose si ottengono queste uve che generano vini complessi e profumati. Matura per almeno 10 mesi in tonneaux
di primo e secondo passaggio. Ha colore rubino cupo, appena sfumato sull’unghia ed offre profumi di ciliegia nera, susina, nota ematico-ferrosa, eucalipto e liquirizia. Freschezza e tannino levigato si contendono l’ingresso in bocca, poi si insediano la componente fruttata e la speziatura, sapidità e freschezza caratterizzano pienamente il sorso. Beva scorrevole e molto speziata.
Animaetnea – Etna – SICILIA
Animalucente 2021 – Etna DOC
Uve carricante e importante contributo del 30% di minnella da un vigneto di oltre 60 anniallevato ad alberello in
Contrada Santo Spirito di Passopisciaro. Sei mesi in acciaio ed alcuni mesi in bottiglia ci regalano un vino dal colore paglierino intenso con qualche riflesso verdognolo; ha profumi floreali, frutta gialla e qualche rimando sulfureo; al palato regala frutta tropicale, molta freschezza e sapidità; è scorrevole e molto persistente.
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