di Enrico Malgi
Oggi facciamo consocenza di questa azienda di Luogosanto nata appena dieci anni fa e che in poco tempo è diventata tra le più innovative e dinamiche di tutta la Sardegna, riuscendo ad esportare la propria produzione in molti Paesi del mondo.
Maìa (Magia in gallurese) Vermentino di Gallura Superiore Docg 2016. Vermentino in purezza, lavorato in acciaio e affinato in vetro. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo della bottiglia in enoteca di intorno ai 20,00 euro.
Splendente il bel colore giallo paglierino di questo Vermentino, vitigno simbolo della Gallura. Al naso intensi profumi fruttati e floreali di banana, mela, melone, gelsomino, mimosa, glicine e magnolia. Gradevoli rimandi di pietra focaia, di alga e di salsedine. In bocca fa il suo ingresso un sorso pieno, secco, morbido, cristallino, gaudente, elegante, minerale e molto fresco, che spazzola le papille gustative. Incedere finale lievemente amarognolo, ma senz’altro appagante e lungo. Da abbinare ai famosi culurgiones sardi e poi carne bianca.
Bèru Vermentino di Gallura Superiore Docg 2015. Sempre e soltanto Vermentino. Qui per la fermentazione e la maturazione del vino si usa la barrique di rovere francese. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale intorno ai 30,00 euro.
Sfavillante giallo paglierino carico con riflessi dorati il bel colore nel bicchiere. Bouquet elegiaco, dal cui crogiolo si aspirano nuances di tanta buona frutta fresca: pesca, corbezzolo, frutto della passione, banana ed agrumi, in modo particolare. Captazioni di macchia mediterranea. Sentori sapidi. Respiri di mirto, ginestra, tiglio, funghi e balsamo. Sorso palesemente complesso e raffinato, elegante e morbido, teso e caldo. Toni iodati ed idrocarburici. Persistenza gustativa ad oltranza che reclama la massima attenzione, per regalare poi afflati di intensa aromaticità. Affascinante e persistente il retroaroma. Grande vino che durerà ancora per altri lunghi anni. Su piatti di mare, fregula con arselle, mungetas (piatto di lumache) e/o su piatti più strutturati.
Nudo Cannonau di Sardegna Rosato Doc 2018. Cannonau al 100%. Acciaio e boccia. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo in enoteca di circa 20,00 euro.
Nel bicchiere si scorge un colore rosa pallido. Profumi fruttati di pesca bianca, pompelmo rosa, ananas, tamarindo, sottobosco ed una florealità di rosa canina. Sorso fresco e sapido e subito connotato da ottima fragranza di frutto. Bocca immediata, morbida, aggraziata, incisiva, bilanciata, scorrevole e divertente. Palato ben modulato, avvolgente e felicemente reattivo e dinamico. Chiusura deliziosa ed appagante con finale fruttato. Un grande rosato da Cannonau che mi ha davvero entusiasmato. Su un tagliere di salumi e soprattutto da abbinare ad una bella zuppa alla gallurese.
Tìros Colli del Limbara Igt 2014. Insolito blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, almeno per la Sardegna. Acciaio e legno piccolo per la fermentazione alcolica e malolattica. Elevage in vetro. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo in enoteca intorno ai 30,00 euro.
Colore rosso rubino intenso. Caleidoscopio di amarena, di prugna, di mora e di ribes. Nuances floreali di viola e di rosa e sentori speziati di buona sostanza. E poi ancora di peperone verde, foglia di pomodoro, pepe, eucalipto, caffè torrefatto e menta piperita. Sorso caldo, ma anche tagliente. Tattilità complessa, opulenta e corposa, ma che riesce a sondare anche pregevoli costumanze eleganti, raffinate e morbide. Trama tannica bene intessuta. Slancio finale piacevolmente accattivante e persistente. Durerà ancora per molti anni. Su un piatto di malloreddus alla campidanese e pecorino sardo.
Fòla (Favola in dialetto gallurese) Cannaonau di Sardegna Riserva Doc 2016. La tipica varietà a bacca rossa che identifica la Sardegna, simile al Grenache francese ed allo spagnolo Garnacha e che riscuote tanto successo anche fuori dai confini regionali. Maturazione in acciaio e botte grande. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo della bottiglia in enoteca intorno ai 20,00 euro.
Colore rosso rubino carico. Equilibrati e complessi i profumi che stuzzicano le narici e che esprimono in primis voluttuarie percezioni di prugna, ciliegia e piccoli frutti del sottobosco. Pregevoli rimandi di rosa, viola, fiori appassiti, genziana, ginepro, cannella, pepe nero, chiodi di garofano e tabacco. Gradevoli i risvolti balsamici, mentolati e lievemente vanigliati. Sulla lingua plana un sorso subito caldo, morbido ed armonico. Palato fresco, succoso, speziato, minerale, ritmico, dinamico, materico ed avvolgente. Tannini rigorosamente sotto controllo. Vino che denota comunque una sua certa eleganza, seppur al cospetto di una spiccata esuberanza. Retroaroma accattivante e persistente. Perfetto l’abbinamento su un maialino da latte allo spiedo al modo sardo.
Un piccolo consiglio: sarebbe auspicabile curare meglio l’abbigliaggio delle bottiglie.
In conclusione, visto che solitamente ho poche opportunità di testare etichette sarde, è stata questa davvero un’ottima degustazione di grandi vini, che fanno onore all’azienda Siddùra ed a tutta la Sardegna. Alè!
Sede a Luogosanto (Ot) – Località Siddùra
Tel. 079 6573027
info@siddura.com – www.siddura.com
Amministratore Delegato: Massimo Ruggero
Enologo: Dino Dini
Ettari vitati: 33 – Bottiglie prodotte: circa 200.000
Vitigni: Cannonau, Cagnulari, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Vermentino e Moscato.
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