di Antonio Di Spirito
E’ proprio una bella sensazione scoprire e visitare scorci di rara bellezza anche nelle nei luoghi natii!
Da molto tempo un mio ex collega voleva organizzare una visita al castello Boncompagni-Viscogliosi di Isola del Liri. Qualche mese fa ho avuto questa opportunità per ben altre ragioni che vado a raccontarvi: CastleWine 2023.
La storia del castello va ben contestualizzata.
Nel punto in cui il fiume Liri si biforca, formando un’isola e, successivamente, ambedue i rami formano due cascate da un’altezza di circa 30 metri, prima di ricongiungersi, furono edificate delle costruzioni rudimentali, successivamente trasformate (dopo l’anno 1000) in luoghi di preghiera dai monaci di Montecassino. Il villaggio fu fortificato ed utilizzato quale luogo di ricovero per la popolazione rurale e per il loro bestiame per difendersi dalle invasioni turco-saracene.
Nel XV secolo la contea di Sora (di cui Isola Liri era parte), divenne ducato e fu assegnato dal re di Napoli a Leonardo Della Rovere, che visse stabilmente nel castello.
Nel 1585 Papa Gregorio XIII comprò il ducato di Sora per il figlio Jacopo Boncompagni, il quale ampliò ed abbellì il Castello. Apparentamenti e matrimoni successivi, portarono, nel XVII secolo, alla unione del ducato di Sora con il casato dei Principi Ludovisi di Piombino, aggiungendosi, naturalmente, anche il cognome dei Ludovisi.
Nel 1799 Isola Liri fu praticamente distrutta dall’esercito francese ed il castello riporto danni irreparabili e concesso ad industriali locali per essere utilizzato come locali per le loro imprese. Nel 1850 fu acquistato da Giuseppe Polsinelli, che lo utilizzò trasformando gli splendidi saloni in una sede per la sua industria tessile.
Nel 1924, quando il sito era ormai in abbandono, l’ingegnere meccanico Angelo Viscogliosi lo acquistò per sfruttare il salto della Cascata Verticale e produrre energia elettrica utile alla cartiera di famiglia posta a meno di un chilometro di distanza.
A lui si deve la rinascita del Castello e della cappella di S. Maria delle Grazie, dei giardini ed il salvataggio della Cascata Verticale, il cui letto si stava praticamente sgretolando. I figli e i nipoti di Angelo Viscogliosi stanno continuando la sua opera curando manutenzione e restauri ed aprendo la Cappella della Madonna delle Grazie al culto degli Isolani.
Uno degli eredi, Stefano Viscogliosi, commercialista, sin da giovane ha sviluppato una forte passione per la coltivazione della vite e dell’ulivo; nel 1994 frequenta un corso per sommelier. Sposato con Isabella Citerni di Siena, anche lei appassionata di vini e proprietaria di una tenuta di 10 ettari a Scarlino, in alta Maremma. In quella tenuta, il cui terreno è variamente composto di argille e calcare, spesso incensato da brezze marine, hanno impiantato un piccolo vigneto: un ettaro ad Aleatico, un secondo ettaro a Merlot ed un terzo ad Ansonica. I restanti 7 ettari sono dedicati agli ulivi avendo recuperato antiche cultivar locali. La conduzione delle coltivazioni sono in regime biologico e la consulenza enologica è prestata da Vincenza Folgheretti; prima vendemmia nel 2021.
I vini sono stati presentati proprio nel castello di Isola del Liri. Effettivamente, data la gioventù delle viti, è prematuro dare dei giudizi definitivi. Comunque i risultati sono lusinghieri ed incoraggianti.
Carpiano 2022
Questo vino è la versione “rosato” dell’aleatico; un colore comunque intenso e sanguigno. Un accenno di profumi floreali, di geranio, un po’ di frutta rossa e qualche nota iodata rivelano la presenza del vitigno principe di quel tratto della costa toscana. Al palato mostra l’eccessiva gioventù delle piante con sapori un po’ acerbi e poca consistenza; i sapori di frutta rossa e di cera d’api, fanno ben sperare per il futuro; poi, sapidità e speziatura sovrintendono una chiusura abbastanza lunga ed intensa.
Alma 2021 – Merlot IGT Toscana
Prodotto con uve merlot, il colore è rubino intenso e si avverte la vicinanza del mare dalle intense note iodate; i profumi di piccoli frutti rossi sono accompagnati da note balsamiche e ferrose, tipiche di quei terreni. Molto fruttato ed asciutto al palato; note di visciola e tannino scalpitante caratterizzano il sorso troppo giovane.
Alma 2022 – Merlot IGT Toscana
Decisamente migliore quest’annata, anche se proposta in versione “en primeur”. Profumi più intensi di frutta rossa e nera con qualche nota di tabacco ed erbe officinali. Al palato porta sapori di frutta matura, visciole e marasca; inevitabilmente il passaggio in legno si apprezza ancora in maniera importante, ma è fresco, sapido ed un’idea di speziatura accompagna la chiusura di un sorso intenso e marcatamente iodato.
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