di Antonio Di Spirito
I vini di Cantina Roccafiore. Ogni parte d’Italia ha un vitigno d’elezione, che è diventato “tradizionale” e/o “tipico” dopo una selezione operata nel passato dai contadini, spesso mirata ad ottenere più la quantità che la qualità; e, senza tanti studi, ma solo pratica colturale, privilegiavano, altresì l’adattabilità della vite alle condizioni pedoclimatiche e la resistenza alle malattie.
Siamo nella Todi DOC, nata nel 2010, come sottozona della Colli Martani DOC; l’azienda nasce alla fine degli anni novanta ad opera di Leonardo Baccarelli con l’acquisto di una proprietà di circa 40 Ha ad est del monte Martano, con i vigneti adagiati su dolci colline ed esposti a sud-est, proprio per evitare il sole forte nelle ore più calde e sfruttare le correnti fresche di ritorno dal monte Martano.
Oggi l’azienda, condotta dal figlio di Leonardo, Luca Baccarelli, conta oltre 90 ettari: oltre la cantina un resort con centro benessere e ristorante; i vigneti rappresentano solo una piccola parte: 17 ettari; per il resto ci sono uliveti, noccioleti, terreni seminativi e boschi.
I vitigni utilizzati sono, per la quasi totalità, gli autoctoni: Sangiovese, Sagrantino e, naturalmente, il Grechetto di Todi (clone G5); differente dal Grechetto di Orvieto (G109) e che in questa zona si esprime con tanta finezza anche in purezza.
La tendenza ad essere virtuosi è molto forte; la conduzione dei terreni è biologica e la “sostenibilità” è in primo piano: sin dal 2007 l’azienda è completamente autonoma dal punto di vista energetico, avendo installato un impianto fotovoltaico sufficiente al fabbisogno sia della cantina che per resort. Il carburante per le macchine agricole, naturalmente, è biologico e per l’irrigazione dei melograni e del noccioleto viene utilizzata l’acqua di un laghetto di raccolta delle acque piovane.
Il percorso agronomico e l’impostazione degli impianti enologici è iniziato con l’enologo Hartmann Donà; dal 2014 è subentrato in cantina Alessandro Biancolin.
Ed ora parliamo un po’ deI vini di Cantina Roccafiore.
Le uve vengono diraspate e vinificate senza vinaccioli, estratti e scartati da una macchina selezionatrice.
Durante la visita in bottaia, abbiamo effettuato alcuni assaggi da botte del grechetto 2018 atto a divenire “Fiorfiore”. In particolare, sono stati messi a confronto due modalità di elevazione: la massa affinata in botti di legno da 20 e da 50 ettolitri ed una parte di grechetto affinato in anfora, ancora in fase di sperimentazione.
Campione da botte 2018
Le botti in uso sono un mero contenitore: il legno non cede alcuna proprietà al vino, essendo, queste, in utilizzo da parecchi anni. Ci troviamo nel calice un vino molto verticale e diretto, ha una elevata acidità, con note erbacee ed intensi profumi agrumati; al palato è molto fruttato, ma nervoso e sferzante; il sorso è piacevolmente scorrevole e speziato.
Campione da anfora 2018
E’ un’anfora in ceramica di un produttore trentino, fatta sostanzialmente con argilla ed altri materiali, sottoposta a tempi di cottura lunghissimi ad una temperatura di 1250°C, ottenendo, così, una sorta di vetrificazione con la quale si esclude qualsiasi scambio di ossigeno, perfino attraverso la chiusura. Le anfore attualmente in uso sono di due capacità: 320 e 750 litri.
Le note di frutta a pasta gialla sovrastano le note agrumate; il sorso è molto salino e la beva si allarga in bocca, dando spazio alle note fruttate; è un vino di gran corpo, consistente e piacevole.
La degustazione è poi proseguita nella magnifica e luminosa sala degustazione al piano superiore.
Sono state messe a confronto due annate “diversamente” calde (2015 e 2017) con un’annata fredda.
Fiorfiore 2015 – Umbria Grechetto IGT
La 2015 è stata un’annata calda; eppure prevalgono note erbacee ed agrumate; al palato presenta un’acidità spiccata, è nervoso, poco fruttato e leggermente speziato; complessivamente pulito ed elegante, in chiusura dona una leggera e veloce nota dolce ed ammandorlata.
Fiorfiore 2017 – Umbria Grechetto IGT
Anche questa è stata un’annata calda; il calice emana note di agrumi ed una nota vegetale; al gusto è fresco e decisamente fruttato (evidente l’annata calda); comunque il sorso è scorrevole ed appagante.
Fiorfiore 2014 – Umbria Grechetto IGT
Annata fredda e piovosa; ventaglio olfattivo molto variegato con note fruttate e di vegetale secco, ma non manca una leggera nota di erbe aromatiche; al palato è fruttato ed ha un’acidità intensa e sempre viva; è speziato, molto scorrevole, lungo ed avvolgente.
Ed ora tre annate di rosso, anche queste di differente andamento climatico, come per i bianchi. Anche in questa zona il sangiovese si dimostra un vitigno che ci regala vini che, magari stentano un po’ nei primi anni, poi recuperano e durano a lungo nel tempo.
Il Roccafiore 2012 – Umbria Sangiovese IGT
Si presenta con un ventaglio di profumi molto ricco ed intenso, con viola, ciliegia e melograno su tutti; al palato porta effettivamente i sapori preannunciati; è fruttato e fresco, molto scorrevole, con una leggera nota amaricante; è sapido ed intensamente speziato.
Il Roccafiore 2014 – Umbria Sangiovese IGT
Nonostante la pessima annata, questo vino sta vivendo un buon periodo; inizialmente poco espressivo al naso, poi si concede con profumi fruttati e grafite; l’acidità non è intensa ed i tannini risultano pronunciati; è fruttato, molto speziato ed offre la solita nota (leggera) amaricante.
Il Roccafiore 2016 – Umbria Sangiovese IGT
E’ il più giovane dei tre ed è quello che ha bisogno di altro tempo per affinarsi ulteriormente, raggiungere più equilibrio ed armonia. Al naso molto simile all’annata 2012, ha un po’ più di terra e grafite; succoso, fruttato e sapido al palato, l’acidità è un po’ pronunciata, mente i tannini sono di buona fattura; la chiusura del sorso è affidata alla speziatura.
I vini di Cantina Roccafiore
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