di Enrico Malgi
Un sorridente e barbuto Giovanni Cuomo mi accoglie calorosamente insieme con sua moglie Katia nella sua azienda I Vini del Cavaliere a Capaccio-Paestum, posizionata sotto lo sguardo vigile e protettivo della Madonna del Granato. Il cavaliere in questione è nonno Francesco, che era stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica e da cui Giovanni ha ricevuto lo scettro del comando in giovane età. Quando l’anno scorso sono venuto qui in visita ero stato buon testimone degli avanzati lavori aziendali, che ora sono stati quasi ultimati. Intanto la cantina è stata ridisegnata, ampliata e modernizzata; lo spazio interno ed esterno è sicuramente più ampio e più accogliente e, soprattutto, la sala degustazione adesso è pienamente funzionante. Nell’occasione mi ha molto colpito un suggestivo e singolare lampadario che scende a comando dal soffitto, affastellato soltanto di bicchieri per l’assaggio dei vini che ogni degustatore può raccogliere come un frutto dall’albero. Una bella trovata senz’altro.
I quattro ettari vitati, da cui si ricavano mediamente 25.000 bottiglie l’anno, sono posizionati in due differenti territori: ad Agropoli in località Moio, e quindi più vicino al mare, ed intorno all’azienda nella pianura pestana. Sei le etichette prese in esame, curate direttamente da Giovanni.
Leukòs Fiano Paestum Igp 2017. Maturazione in acciaio per quattro mesi e poi elevazione in bottiglia. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 10,00 euro.
Il colore riflette un giallo paglierino già abbastanza carico. Bouquet propositivo che sa catturare le attenzioni delle narici manifestando espansivi profumi fruttati di pesca, di albicocca, di fico e di agrumi, intrecciati poi a fraseggi odorosi di gelsomino, di ginestra e di vegetali. L’ingresso del sorso in bocca è carezzevole per morbidezza e freschezza e connotato poi da un gusto aggraziato ed elegante. Finale dinamico e ritmato. Migliorerà ancora tanto. Da abbinare ad una perlacea mozzarella di bufala.
Paistrom Rosato Paestum Igp 2017. Aglianico in purezza. Acciaio e vetro per quattro-cinque mesi. Tasso alcolico di quattordici gradi. Sempre 10,00 euro il prezzo in enoteca.
Cromatismo rosato cerasuolo. Profilo olfattivo di ottimo impatto, segnato da un delizioso ed opulente pot-pourri fruttato di sottobosco, di ciliegia e di melagrana. Vezzi floreali di rosa canina e di violetta. Sulla lingua plana un sorso acido e lineare e sapientemente modulato da una profondità gustativa armonica, equilibrata e sfaccettata. Seducente ed appagante l’elegante chiusura. Affettati vari e formaggi morbidi.
Heraion Fiano Cilento Dop 2017. Stessa procedura per la maturazione del vino in acciaio e vetro, che impiega circa cinque mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Identico prezzo finale di 10,00 euro.
Giallo paglierino luminoso, lievemente scalfito da riflessi verdognoli. Bouquet avvincente di ottima stoffa, che svela interessanti profumi di ginestra e di biancospino; essenze di macchia mediterranea; sbuffi odorosi di pesca, di ananas e di mandarino; e poi in sottofondo anche una verve salina. L’impatto del sorso sulla lingua è coinvolgente per freschezza, vivacità e soavità. Silhouette slanciata, delicata e gradevole. Toni evolutivi di grande potenzialità. Finale ben calibrato e lungo. Da verificare meglio tra qualche anno. Su una grigliata di pesce, carne bianca e latticini.
Granatum Aglianico Cilento Dop 2016. Acciaio e poi barriques nuove per sei mesi e successiva elevazione in boccia. Tasso alcolico di quattordici gradi. Ancora 10,00 euro il prezzo della bottiglia.
Bello e splendente il colore rosso rubino. Timbro olfattivo complesso e ben disposto, da cui il naso aspira profumi di drupe rosse piccole e grandi. In sequenza rigurgiti odorosi speziati di noce moscata, di zenzero e di vaniglia. Vibrazioni sapide, vegetali e terrose. Attacco in bocca succoso e carnoso, esuberante e grintoso, ma anche fresco e morbido, laddove i tannini recitano sì una parte primaria, ma non da duri. Palato intrigante, materico, sanguigno ed irradiante. Trama fibrosa e densa. Chiusura persistente e godibile. Siamo ancora all’inizio del viaggio, migliorerà col tempo. Da spendere su carne arrosto e formaggi a pasta dura.
Poseidon Primitivo Paestum Igp 2017. Primitivo in purezza. Solo acciaio per quattro mesi. Alcolicità di quattordici gradi. Prezzo finale sempre di 10,00 euro.
Che ci fa un Primitivo nel Cilento? Beh, certo rappresenta un’assoluta novità che Giovanni sta provando a sperimentare da qualche anno. Diciamo subito che è un vino un po’ diverso da quello pugliese, ma i risultati sono abbastanza incoraggianti. Il colore è giovanissimo, più violaceo che rubino. Al naso i risvolti aromatici sono comunque quelli tipici varietali: uva passa, mirtilli, ribes, pepe nero, funghi, cannella e liquirizia, ma soprattutto si nota la spiccata tendenza al profumo di fragola per l’alta concentrazione di furaneolo che contraddistingue questa varietà. Palato ampio ed accogliente, che riceve un sorso morbido, fresco, fine ed elegante. Tannini aristocratici, ma remissivi. Finale godibile. Vista la giovinezza del vino suggerisco in abbinamento una bella zuppa di pesce alla gallipolina, tanto per stare in Puglia.
Nakes Aglianico Paestum Igp 2015. Il vino monstre aziendale maturato in piccole botti nuove di rovere francese per quindici mesi, prima di essere elevato in vetro. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo in enoteca intorno ai 22,00 euro.
Veste cromatica segnata da un colore rosso rubino scintillante. Alla parata olfattiva il vino si presenta bello impettito e sicuro di sé. Scorte odorose di frutta rossa, come l’amarena, la prugna, il ribes, la mora ed il mirtillo vanno a stuzzicare ed allietare le narici. Ottimi sentori floreali di viola e di geranio. Sfaccettature speziate, mentolate, balsamiche e minerali. L’ingresso del sorso in bocca è caratteriale e deciso, proponendo subito un bonus di calore, un’avvertita allappatura ed una struttura già ben definita. Il vino si dimostra anche armonico, equilibrato e vitale. Legno ben dosato, calibrato e non prevaricante. Allure sensuale che infittisce il gusto. Retroaroma di sicuro affidamento, godibile e persistente. Serbevolezza ancora tutta da scoprire. Piatti a base di carne, capretto al forno e caciocavallo podolico.
Ottima degustazione, anche in relazione ai vini dell’annata 2017 siccitosa e calda. Per quelli bianchi si potrebbe aspettare almeno un altro anno prima di metterli sul mercato per un migliore assestamento ma, come mi fa rilevare giustamente Giovanni, una minuscola azienda come questa non può permettersi il lusso di tenere stoccato un piccolo patrimonio. E poi i limitati prezzi finali praticati non consentono un elevato guadagno. Quello che è giusto è giusto!
Sede a Capaccio-Paestum (Sa) – Via Feudo La Pila, 16
Tel e fax 0828 725376 – Mobile 328 8684702
info@vinicuomo.com – www.vinicuomo.com
Enologo: Giovanni Cuomo
Ettari vitati di proprietà: 4 – Bottiglie prodotte: 25.000
Vitigni: aglianico, primitivo, falanghina, fiano e moscato
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