di Enrico Malgi
La pizzeria DaZero, brand cilentano della pizza di alta qualità con sede principale a Vallo della Lucania ma presente anche a Milano, Torino, Firenze e Matera, si è proposta di diventare la locomotiva trainante dei molteplici ed eccellenti prodotti artigianali cilentani, facendoli conoscere in tutta Italia. Nell’ambito di questo lodevole progetto è stato presentato un percorso privilegiato denominato “Incontro”, che contempla food (sempre ispirandosi ai sani principi della Dieta Mediterranea), arte, storia, tradizione, luoghi ed artigianato di tutto il territorio del Cilento.
La prima tappa, con ingresso su invito, si è tenuta nel suggestivo borgo di Gioi presso il quattrocentesco convento di San Francesco già sede per molti anni della famosa sagra del fusillo. L’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Mariateresa Scarpa, ha voluto organizzare l’evento che si propone di fare emergere la naturale connessione che esiste nel Cilento tra food, produttori e comunità locali. Nel contempo ai fortunati visitatori è stata fornita la possibilità di visitare luoghi ricchi di grande fascino ed attrattiva.
Nell’occasione è stato presentato un interessante laboratorio di arte norcina con la lavorazione della famosa soppressata di Gioi e della salsiccia piccante realizzata in esclusiva per DaZero dal Piccolo Salumificio Artigianale G.Ioi (amministratore Raffaello Palladino), utilizzando il peperoncino dell’azienda agricola Michele Ferrante di Controne. Si tratta del terzo prodotto che DaZero firma col suo marchio Incontro, dopo il pomodoro dell’azienda Maida di Capaccio e la birra artigianale del birrificio Fiej di Castelnuovo Cilento.
In più la manifestazione è stata la giusta occasione per aprire finalmente al pubblico tre sale del convento chiuse da troppo tempo e che, dopo adeguato restyling, sono state oggetto di un originale percorso emozionale-espositivo realizzato in collaborazione con i comuni di Moio della Civitella e di San Giovanni a Piro. Come scatole cinesi incastonate l’una nell’altra le tre sale sono state riempite in successione di oggetti provenienti dal Museo della Civiltà Contadina di Moio della Civitella.
In primis si è creato un ambiente di una vecchia cucina contadina dove la padrona di casa, interpretata da una bravissima attrice ischitana, era intenta a preparare le bottiglie di salsa di pomodoro. In un’altra sala si sono rappresentati campi coltivati con grani antichi, mentre sui cavalletti troneggiavano due famosi dipinti dei maestri Mario Romano di Gioi e dello spagnolo Josè Ortega, ispirati a scene di vita rurale. Nell’ultima stanza, poi, è stata elaborata una sorta di pantomima, che voleva raccontare le insite paure derivanti da credenze popolari, attraverso la raffigurazione di una strega locale chiamata Santa Santecchia che per restare giovane era costretta a mangiare i bambini.
Al termine di questo interessante percorso si sono aperte le danze per degustare gli eccellenti prodotti del consorzio BRODO, insieme alle pizze DaZero preparate per l’occasione. Da bere lo spumante rosato metodo classico Gioì (che praticamente ha giocato in casa) in tre versioni dell’azienda San Salvatore di Peppino Pagano e la birra artigianale Fiej.
Insomma si è trattato davvero di una magnifica serata di un evento ottimamente organizzato e che sarà replicato nei giorni 7 ed 8 agosto p.v.
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