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I ritratti di Lavis. I vini del Trentino da Motelombroso a Milano

Pubblicato in: I vini da non perdere
PH Federico Masini - Ritratti

di Giulia Gavagnin

La cantina Lavis è un’istituzione in Trentino Alto Adige. E’ la manifestazione enologica delle Colline Avisiane, delle sue montagne, della potenza dei suoi torrenti e ruscelli, e del suo complessivo terroir. Vis in latino significa “forza” e fin dalla sua fondazione l’azienda (o meglio, cooperativa) ha inteso rappresentare il vigore degli elementi della natura trentina fin dal nome. Le sue origini risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, ma è nel 1948 che nasce nella forma embrionale che la porterà negli anni a diventare una delle realtà più importanti del Nord Italia. E’ attualmente composta di quattrocento soci che coltivano quattrocento ettari vitati, ed è stata pionieristica nella ricerca scientifica e territoriale. Risale agli anni Ottanta il progetto di Zonazione che ha individuato le specifiche caratteristiche del territorio da parcella a parcella, in modo da coltivare una determinata vite nella porzione di territorio più adatta alle sue caratteristiche. Da questa ricerca è nata la Carta del Territorio, che ha individuato le specificità più adatte alle singole coltivazioni.

Ritratti - Presentazione

Nell’ambito di questa ricerca condotta in collaborazione con la scuola enologica di San Michele All’Adige nasce anche il progetto Ritratti che è il fiore all’occhiello dell’azienda. La prima versione è del 1988 ma è con quest’anno che il progetto prende nuova vita e forma.

L’intento è quello di rappresentare il terroir attraverso vitigni selezionati  che rappresentino una connessione speciale tra la natura, il territorio e il fattore umano.

La bottiglia è una bordolese particolare, unica per tutti i vini della linea, completata da etichette che di volta in volta sono affidate alla sensibilità e al talento di artisti trentini, quantomeno d’adozione.

Le primissime etichette rappresentavano dipinti agresti di Segantini, quest’anno l’azienda ha individuato in Margherita Paoletti la persona giusta per rappresentare l’evoluzione di Ritratti.

Marchigiana di nascita, trentina d’adozione, in sei dipinti rappresenta la connessione tra l’essere umano e la natura rappresentando sei donne (alcune, invero, potrebbero anche essere gender neutral) con il volto ritatto di profilo, il cui corpo è costellato di erbe, fiori, elementi vegetali, ognuno con differenti sfumature cromatiche.

Il colpo d’occhio è senz’altro notevole, soprattutto per chi ha assistito alla presentazione uffciale della linea, negli spazi di Motelombroso a Milano, tra parentesi, una delle realtà ristorative più interessanti del momento e non solo nel capoluogo lombardo.

Margherita Paoletti, insieme all’enologo Ezio Dallagiacoma ha svelato i dipinti a grandezza naturale e, in effetti, ha trasmesso la potenza dell’immagine che fa pendant con il nome dell’azienda.

E i vini?

Le etichette sono sei: Sauvignon, Chardonnay, Gewurztraminer, tutti del 2023 e Cabernet Sauvignon, Lagrein e Pinot Nero, invece del ’22.

All’assaggio, ha convinto assai il Sauvignon che abbandona alcune note fruttate tipiche di questo vino per com’era concepito negli anni Novanta per abbracciare uno stile più neozelandese con una foglia di pomodoro, decisamente accattivante.

Tendenzialmente, nessuno dei protagonisti di Ritratti presenta asperità, né criticità. Sia il Lagrein che il Pinot Nero sono molto rappresentativi del territorio, con un bel corredo di frutta e, per quanto riguarda il Lagrein di spezie fini.

Eccellenti gli abbinamenti proposti dai ragazzi di Motelombroso, che con la chips di riso allo zafferano e un risotto finissimo ai porcini, trombetta nera e rosmarino (oltre al diaframma alla brace e il dessert di lampone e zafferano). Una realtà che ormai non ha bisogno di tante presentazioni, ma che merita una visita approfondita.

Senza trascurare un ripasso dei vini di Lavis, naturalmente.

 


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