I migliori pizzaioli, la classifica mondiale
1-Anthony Mangieri, Una Pizza Napoletana a New York
Anthony Mangieri è un artigiano della pizza che coniuga passione per il proprio lavoro da 35 anni e benessere dei propri dipendenti. La sua pizzeria si chiama Una Pizza Napoletana perchè sin da bambino ha subito il fascino di questo cibo popolare e girava con la mamma tra le pizzerie di Napoli. Rispetatto per la sua coerenza professionale e umanità, dopo essere stato primo negli Usa quest’anno è stato indicato come migliore pizzaiolo al mondo da 50 Top Pizza World.
2-Diego Vitagliano a Napoli e Francesco Martucci a Caserta
Cosa accomuna Diego Vitagliano e Francesco Martucci? Primo, aver cominciato a lavorare da bambini, secondo una lunghissima gavetta, terzo una precisione maniacale nell’eseguire il proprio lavoro senza lasciare nulla al caso. Diego Vitagiano è l’alfiere della pizza napoletana contemporanea, cura tre pizzerie di successo e in ciascuna c’è la sua impronta. Francesco Martucci ha rivoluzionato il concetto di pizzeria a Caserta lanciando un format di grande rilievo, assolutamente concentrato sulla pizza e la manualità. Entrambi primi in Italia, Francesco per la sesta volta. Nel 2023 primi al mondo.
Forte della sua posizione al primo posto nella classifica Asia-Pacific 2023, il Pizza Bar on 38th ha fatto un enorme salto di qualità. Un’evoluzione che si è certamente sviluppata negli anni ma che si è confermata in particolare nell’ultimo anno con l’introduzione del menu “omakase”. Lo chef Daniele Cason intrattiene con grande simpatia i suoi 8 ospiti che lo circondano al counter, presentando gli ingredienti freschi del giorno e mostrando come vengono preparati.
Due compagni di scuola, anzi di banco: Francesco Capece e Mario Ventura partono dal Salernitano per arrivare a Milano e creare qualcosa di completamente nuovo: la grande competenza per i vini di Mario si coniuga alla capacità di fare pizze di Francesco. Insieme lasciano la provincia per mettere insieme i loro sogni nell’unica città italiana veramente aperte alle novità e qui sfondano aprendo un mercato al mondo del vino che sostanzialmente ignorava le potenzialità delle pizzerie.
5- Michele Pascarella, Napoli on the Road a Londra
Classe 1991, campano DOC, un amore incondizionato per la sua terra e soprattutto per la pizza. Michele Pascarella di strada ne ha fatta, ed anche tanta. La storia di Michele Pascarella è un esempio di dedizione, umiltà, impegno e costanza che inizia all’età di undici anni quando per arrotondare fa il lavapiatti in una piccola pizzeria della provincia di Caserta. Iniziano le scuole superiori, l’istituto alberghiero, il diploma e Michele si trova ad un bivio, restare in Italia oppure partire. Michele va via, si allontana per inseguire quel sogno che coltiva da anni e che lo renderà famoso di lì a poco. Prima in Cornovaglia, Truro e Newquay, poi Playmouth e infine Londra. Fonda una sua società, acquista un Ape Car con forno a legna annesso ed inizia a girare i vari mercati londinesi. Il lavoro è tanto ma i soldi sono pochi, si impasta a mano la domenica, sveglia alle 4, staglio e via con il furgoncino al primo mercato della settimana. Qui la svolta, dopo 5 anni di mercati, Michele finalmente decide di coronare il suo sogno ed aprire una pizzeria tutta sua. È il settembre del 2019 e la pizzeria Napoli on the Road a Chiswick prende vita. A distanza di tre anni da quel giorno, Napoli on the Road raddoppia aprendo una nuova sede nel quartiere di Richmond.
6-Tony Gemignani a San Francisco
Che si parli di pizza napoletana, di New York style, di Detroit style, siciliana o di qualsiasi altro stile di pizza, Tony Gemignani c’è, una vera garanzia. Un riferimento storico per la pizza di qualità negli Stati Uniti. Il locale si trova a 1570 di Stockton St, una delle vie più importanti per lo shopping in città. Il menu delle pizze è diviso per stile, con la possibilità di provare anche la gluteen free. La vera novità è la possibilità di provare un menu degustazione, dalla durata di due ore e mezzo, per sette assaggi di pizza, proponendo un vero e viaggio immersivo nel mondo della pizza. Il servizio è molto veloce, gentile e a disposizione dei clienti. Di livello la proposta del bere, con una bella sezione dedicata ai vini rossi. I costi sono nella media cittadina, con una qualità molto più alta.
7-Simone Padoan, I Tigli a San Bonifacio
Quando la pizzeria è aperta possiamo essere sicuri che lui è li a lavorare. Lo troviamo sempre più ricco e determinato nella ricerca della qualità assoluta che parte dalla bella terra veneta ma che per l’olio si spinge in Abruzzo, per il mare anche sino in Puglia. Mai un compromesso. Oggi questo locale è la sintesi perfetta di cucina e pizza, quella sintesi che molti cercano in modo confuso partendo dall’impasto mentre Simone parte dal piatto e a questo adatta l’impasto, gestendone anche nove conteporaneamente.
Nonostante questa complessità, il suo resta un locale popolare, non di elite. La carta dei vini, materia che lui, penso unico pizzaiolo al mondo, conosce perfettamente, riflette questa ricerca culturale di prodotti veri, genuini, capaci di esprimere il territorio o la personalità di chi li produce.
8-Sartoria Panatieri a Barcellona
Rafa Panatieri e Jorge Sastre e la loro Sartoria Panatieri, sonoo una conferma, un progetto a misura appunto “sartoriale” che passa dal banco al forno, alla produzione artigianale di tanti ingredienti, delle birre, dei liquori come l’ottimo limoncello e dei dolci. Nel locale si entra da una saletta piccolissima ed accogliente con pochi tavoli che dà ad una sala posteriore su una terrazza coperta luminosissima chiusa con un lucernaio che lascia vedere il cielo. Ambiente sobrio e minimale, tra l’industriale ed il modern chic scandinavo fatto di legno grezzo e piantine di erbe aromatiche sui tavoli. L’accoglienza è delle più calorose di Barcellona. I ragazzi in sala ti fanno sentire a tuo agio e sanno raccontare con entusiasmo quel che stai per mangiare. Le pizze sono numerate dall’1 al 10 e c’è sempre qualche pizza del giorno con ingredienti di stagione bene selezionati. La loro forza è una idea di cucina precisa e colta, moderna ed efficace.
9-50 Kalò di Ciro Salvo a Napoli
Figlio d”arte, Ciro Salvo ha iniziato a lavorare sin da piccolo con il padre, scomparso prematuramente. Dopo un passaggio a Torre Annunziata, la grande impresa di 50 Kalò a Piazza Sannazzaro che non perde un colpo dopo dieci anni. Raddoppio a viale Gramsci di fronte al consolatoamericano, successo a Londra e a Roma dove la replica del format è curato con pignoleria e determinazione. Alfiere della pizza tradizionale modernizzata: la nostra forza – dice -è proprio la pizza tradizionale che resta in assoluto la più richiesta. Io credo che ciascuno debba specializzarsi in qualcosa e non fare tutto. Che ben vengano altri tipi di pizza, ci mancherebbe, ma io preferisco presidiare il campo della tradizione. Il prodotto tradizionale fa incassare di più, provare per credere”. Il suo contributo è stato puntare sulla scioglievolezza dell’impasto. Deliziose le sue classiche e i fritti.
10- Seu Illuminati di Daniele Seu a Roma
In una zona un po’ defilata di Trastevere, il locale di Pier Daniele Seu e Valeria Zuppardo continua ad essere il punto di riferimento per capire l’alto, altissimo, livello che può raggiungere oggi una pizzeria contemporanea. Offire un prodotto eccellente pensato e studiato – come tutta la gestione della sala – per il piacere del cliente. Una pizza dall’impasto lieve, disco sottile e cornicione alveolato, giusta sapidità. Un menu che rispetta i classici e poi vola verso proposte di topping fantasiose ma senza virtuosismi. Servizio perfetto, che beneficia di una regia e del coordinamento con il forno, lista impeccabile di bollicine, chiusura sfiziosa con la pizza dolce. Imperdibile.
LEGGI LA CLASSIFICA MONDIALE COMPLETA DI 50 TOP PIZZA WORLD 2024
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