di Marina Alaimo
Il mare d’inverno assume un fascino contemplativo, profondo ed irresistibile. Non accende desideri semplici e gioiosi come accade d’estate quando luccicante al sole invoglia a tuffarsi e nuotare e poi stendersi al sole. D’inverno è molto di più: sa mostrare l’estrema bellezza del creato, irripetibile dalla mano dell’uomo. I colori sono diversi, più pacati, l’azzurro si mescola al grigio e rifiuta le tonalità chiare – i celesti ed i turchesi torneranno in primavera.
Avvolto dal silenzio e dalla bellezza semplice e fantastica allo stesso tempo, il vecchio borgo di pescatori disegna i tratti di un luogo dell’anima dal quale si farà fatica a distaccarsi. È proprio adesso che si riesce a cogliere caratteri e sfumature dei suoi abitanti lungo la passeggiata sul molo o al bar vicino alla marina dove la torre aragonese con fierezza ci ricorda che siamo a Cetara. E’ gente forse un po’ solitaria, si unisce solo a piccoli gruppi. Conosce la pericolosità dell’incertezza di chi va per mare e deve vivere di quanto si riesce a strappargli. Ha provato la tristezza della noia dei tempi lunghi, statici, interminabili, quando tutto è fermo e sembra non dover più ripartire. Ma anche la fatica di doversi adattare velocemente ad un cambiamento che ha stravolto i vecchi ritmi della piccola comunità di pescatori di tonno ed alici. Il turismo estivo è arrivato in maniera invadente e gli stretti spazi compressi tra la marina e la montagna non riescono a contenerlo. E quindi la stagione per godere al meglio di questo paesino incantato è l’inverno, quando tutto rientra nella normalità.
Spesso la normalità è la dimensione più fantastica che si possa vivere. C’è un altro cambiamento importante che ha aumentato l’interesse verso Cetara. E’ quello del gusto: i prodotti del mare preparati con semplicità e rispetto delle tradizioni dai ristoranti del posto hanno aperto una nuova strada in ripida ascesa. C’è grande interesse verso la ristorazione cetarese, l’offerta dei pochi locali è diversificata, ma ben incentrata sulla materia prima rappresentata dal pescato fresco e nobile della costa amalfitana.
Fondamentale importanza ha avuto in tale cambiamento l’impegno della famiglia Torrente che in quarant’anni di attività ha fatto da pioniere in questo settore.
L’eclettico Pasquale è colui che ha dato la virata decisiva, quella energica, fiduciosa, vincente. Ed in una giornata di dicembre, fredda, tersa e ventosa, dopo la lunga sosta sulla marina tra chiacchiere e benefiche risate al bar del paese, proviamo i nuovi piatti del Convento. E’ la cucina di una trattoria di un borgo di pescatori cetaresi: ci si ritrova nel piatto ciò che il mare ha voluto offrire alle reti delle vecchie cianciole.
Il Convento
Piazza S. Francesco, 16
Cetara
Tel. e fax 089.261039
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