di Giovanna Pizzi
Reggio Calabria è la mia città.
La città dove abito e dove sono cresciuta.
La città dei Bronzi di Riace e del km più bello d’Italia.
Città che, come tutte le città del sud, ami e odi, dalla quale vuoi fuggire e poi inevitabilmente ti attira a sè. E proprio per questo la vivo un po’ come una base da dove partire, anche ogni giorno per andare a lavorare, e dove ritornare dopo l’ennesima tappa, sempre enogastronomica per deviazione permanente.
E a proposito di cibo e vino, Reggio, come in realtà quasi tutta la Calabria, è una città sul mare ma non una città di mare, nel senso che la sua cucina locale è più una cucina di terra che quella caratterizzata dal “pescato del giorno”. Giusto per rendere l’idea, se dico maccheroni al ragù, polpette di melanzane, peperoni ripieni, panino con salsiccia, frittole (delle quali rimando descrizione ma sono di maiale) e ci aggiungo capicollo e pecorino, tocco le corde emotive dell’appartenenza di tutti i reggini.
La sua ristorazione vive vicende alterne.
Attività che aprono e, a volte, chiudono. Locali che si riempiono sull’entusiasmo della nuova apertura e poi cambiano gestione. Ristoratori che cercano di soddisfare una clientela che dice spesso la sua alternando cuochi che dicono a loro volta la loro. Qualche trattoria di cucina tipica per il turista o il nostalgico, perché da noi la cucina tipica è ancora quella della domenica a pranzo a casa della nonna e poi alcuni chef appassionati che “buttano il cuore oltre l’ostacolo” e mandano avanti nel migliore dei modi la loro attività.
Ma torniamo alla premessa, la città dove sono cresciuta. Quella dove andavo al ristorante con i miei da bambina. Sì, perché la passione e la predisposizione per il cibo nel mio caso sono ereditate. Nel vano portaoggetti delle auto di mio padre la prima a prendere posto era sempre la guida rossa, soprattutto prima di quei viaggi agostani degli anni ‘80 in lungo e largo per l’Italia.
E sempre tornado al preambolo, anche se la cucina reggina non è esattamente di mare e i ristoranti aprono e chiudono, ce ne sono alcuni che resistono da decenni. E sono di pesce. Perché quando si andava al ristorante all’epoca, e a volte ancora adesso, lo si faceva per mangiare qualcosa che non si era soliti cucinare a casa. Il pesce appunto.
Ed sono proprio quei ristoranti che mi piace raccontare oggi. Quelli che custodiscono ricordi, i miei e certamente quelli di tanti altri. Quelli dove adoravo mangiare, come tutti i bambini, gli anelli di calamari e il cocktail di gamberi. Quelli che da oltre 50 anni, anno più anno meno, sono lì. Con la stessa filosofia anche se si sono evoluti, a volte anche con la stessa insegna sbiadita, con il servizio cordiale del cameriere d’antan, col tovagliato e la mise en place che sa di nostalgia, i piatti icona che sono gli stessi di allora e la stessa cura e ricerca del pesce più fresco di quando i cataloghi non sapevi neanche cos’erano.
Ne ho scelti tre, uno a Reggio città e, per par condicio, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, guardando il mare naturalmente.
Tre ristoranti che sono lì da sempre perché chi c’è dietro è un ristoratore e non un imprenditore.
Baylik
In un post social di qualche settimana fa in cui pubblicavo la foto del suo piatto forte ho scritto “Non sei mai stato a Reggio Calabria (o non sei di Reggio) se non hai mai mangiato una Carbonara di pescespada da Baylik”.
C’è stato un plebiscito di consensi. E questo mi ha entusiasmata perché la mia è una città in cui i palati non sono tutti tarati sulla stessa percezione. Tutti d’accordo quindi, soprattutto ma non solo per la carbonara. Perché Baylik, ma soprattutto il suo chef-patron Fortunato Zappia, per gli amici Nato, è una garanzia da decenni. Il ristorante è un po’ defilato rispetto al centro storico di Reggio, nel quartiere Santa Caterina, in un vicoletto che fa per scendere a mare. Un posto dove ci devi andare apposta insomma… e ci devi andare appunto!
Riportato dai tempi che furono nelle guide, propone sempre la stessa cucina classica e identitaria. Quella che non stanca. E non c’è compromesso sulla qualità del pesce. L’antipasto misto è una serie di assaggi che conoscono ormai tutti: la parmigiana di pescespada, l’insalata di grano in agrodolce che non cambia mai, le alici perfettamente marinate, l’insalata di polpo e patate al vapore o l’alalonga, parente locale del tonnetto, sempre al vapore, l’involtino di verza o quello di peperone, dicevamo tradizione, o la caponata di pomodori e biscotto di grano.
I primi sono un trionfo di piatti classici, dallo spaghetto alle vongole, o cozze e vongole, a quello, se c’è, al nero di seppia, perché qui la cucina si fa davvero in base a quello che c’è; il risotto o le linguine ai frutti di mare, ultimamente un nuovo piatto cult, la matriciana di mare, per arrivare a citare per ultima, perché l’attesa aumenta la suspense, la star di casa: la carbonara di pescespada. Uno di quei piatti da “almeno una volta nella vita”, super imitato ma inarrivabile: pesce spada affumicato home made, nel piatto come se fosse guanciale, uovo, formaggio, pepe e prezzemolo tritato.
Vi assicuro che al solo pensiero ho l’acquolina in bocca mentre scrivo! I secondi sono quello che ti aspetti, ossia piatti classici di pesce, al sale alla griglia al vapore, sempre in relazione al pescato, dove svettano gli involtini di pesce spada: il secondo di pesce che più rappresenta, a mio dire, la mia città (qualcuno potrà dissentire e dire che è di derivazione siciliana ma, non solo la ricetta è diversa, anche i pomodori erano americani!) che si dovrebbe trovare (ben fatto) in tutti i locali. Classico per classico si chiude col tiramisù che non aspetti altro di sentirlo proporre a fine pasto.
Ci spostiamo da Reggio verso nord di pochi km e a Villa San Giovanni, dove non andiamo per attraversare lo Stretto ma per godere del suo pesce, troviamo, da prima ancora che io nascessi,
Boccacio il pescatore
Il pescatore appunto. Dal 1973 con la passione di chi conosce e ama il mare. Uno dei posti preferiti da mio padre quando ero bambina e con il quale sono stata felice di tornare qualche tempo fa. Lui ha ordinato le stesse identiche cose che ordinava allora.
La pepata di cozze, le polpette di pesce, la frittura di mare ma soprattutto gli Spaghetti Boccaccio, il “piatto carta d’identità”, un trito di frutti di mare in salsa di pomodoro leggermente piccante che condisce gli spaghetti perfettamente al dente (forse cambierei il formato dello spaghetto, troppo sottile, ma riconosco che non sarebbe più lui). Io invece ho goduto di un crudo di mare del quale ancora sogno il tonno e i gamberi, avrò pure beccato il giorno migliore in assoluto ma erano davvero tra i migliori mai assaggiati, ed i miei soliti involtini misti di calamari e spatola (pesce sciabola, da assaggiare assolutamente se non lo si conosce) o di pescespada quando c’è.
Nonostante quel giorno sia stato condito dai saluti nostalgici tra mio padre e lo storico titolare, oggi il ristorante ha felicemente attraversato il cambio generazionale ed è gestito dai giovani della famiglia Sottilaro.
L’attenzione maniacale per la qualità e la freschezza del pesce rimane fortunatamente la stessa, così come gli intramontabili piatti della tradizione, ma si respira certamente anche una ventata di modernità e la voglia di osare con piatti creativi e nuove proposte. L’ambiente è molto familiare, il servizio amichevole che gli si perdona la lentezza quando c’è molta gente, la carta dei vini certamente da elaborare con più passione e i prezzi forse un po’ sbilanciati verso l’alto visto che per l’ambiente e l’impostazione incarna perfettamente la classica trattoria di mare (e spero vivamente che non perda mai queste sembianze), ma per del pescato freschissimo questo ed altro!
Ah, si trova sul lungomare, l’ho dato per scontato perché ho come l’impressione che lo debbano sapere tutti, e la sala in terrazza consente di godere dello splendido panorama dello Stretto di Messina che quella volta che sono tornata con mio padre è stato pazzesco anche vedere dei delfini saltare nell’acqua. Resta, se posso chiosare così, una tappa obbligata per chiunque passi da qui.
“Rotolando verso sud” (anche perché all’idea di quello che si mangia mi viene da canticchiare) di una decina di km, a Lazzaro, proprio lungo la statale 106 c’è
Il Ritrovo del Sole
Questo è quel ristorante che gode da sempre della forza del passaparola e della conoscenza degli esperti. Esperti di gusto. Non hanno una pagina Facebook aggiornata e se ci passi davanti difficilmente lo noti. Nel senso che ci arrivi solo se lo fai con la precisa intenzione.
Varcato l’uscio hai l’impressione di tornare indietro di qualche decennio, in una sala ricevimenti degli anni sessanta (rinnovata però eh), tovagliato damascato e stucchi alle pareti. Ma superato quest’attimo di smarrimento una volta seduti a tavola sarà la qualità del pescato a parlare anche se per definizione il pesce è muto.
La carrellata di antipasti è d’obbligo, un piattino dietro l’altro uno migliore dell’altro. Sono sempre più o meno gli stessi a seconda del pesce che c’è ma vi assicuro che non stancano mai.
Ed ecco l’insalata di mare (of course), i gamberetti di nassa (micro) fritti che si trovano solo qui, la “fravaglia”, pesciolini piccolissimi sempre fritti, il fiore di zucca ripieno di ricotta e alici in pastella, i gamberi marinati al bergamotto, le cozze gratinate, i totanetti ripieni al sugo e, ancora, le frittelle di pesce o lo spiedino di seppioline… insomma elencarli solamente non rende loro giustizia.
Per proseguire ovviamente con le linguine o il risotto ai frutti di mare, lo spaghetto al nero di seppia, il pescespada quando è stagione, arrostito o fatto ad involtini, e poi la più classica grigliata di pesce che qui ha ancora motivo di esistere. Infine il merluzzo alla marinara, in umido (merluzzo in umido!), come lo mangiavo da bambina, proposto con un non so che di orgoglio in barba al suo essere il surgelato per eccellenza, che l’assaggi e ti ricordi il sapore vero delle cose.
Dove mangiare il pesce a Reggio Calabria e dintorni
Cucina semplicissima, quella che ti fa sentire coccolato. Servizio gentile, ma astenersi
gastrofighetti e ipercritici, il vino, per esempio, è spesso quello della casa e la carta è spesso verbale. Ma soprattutto quello che c’è è l’amore per il loro lavoro dei ristoratori, marito e moglie non più giovanissimi ma ancora votati alla loro attività che è la loro vita e la loro quotidianità e quasi inconsapevoli del fascino retrò del loro ristorante che gli si perdona pure la tv quasi sempre accesa.
…E lo so, avevo detto solo tre ristoranti e nel giro di qualche Km, ma l’appetito vien mangiando e, se vogliamo spostarci un po’ di più, non manca qualche altro indirizzo perfettamente in linea con l’argomento: pesce e storia.
Verso Sud, dopo aver superato Capo d’Armi, uno spettacolare angolo di mondo dove il Tirreno diventa Ionio (e dove vi consiglio di sostare qualche minuto per apprezzare uno degli affacci sull’acqua più emozionanti della vita, con la sagoma dell’Etna che si vede al di là del mare a destra e l’orizzonte che ti dà la sensazione di sconfinato a sinistra), si arriva a Saline Joniche dove c’è il ristorante
-La Lanterna. Posto che merita di essere citato fosse solo perché quest’anno, come il ritrovamento dei Bronzi di Riace, compie 50 anni. La cucina è sempre stata una cucina tradizionale di pesce e fino a qualche anno fa era il regno della signora Alba, tuttora titolare, che oggi supervisiona il lavoro degli altri. Ma il vero deus ex machina è il figlio Domenico, per tutti Mico, appassionato di cibo, vino e prodotti di nicchia che con passione porta avanti l’attività di famiglia. Anche se in cucina si stanno alternando diversi chef (per questa stagione mi sono lasciata deliziare più volte dall’abilità di Trish Bottura) il filo conduttore imprescindibile resta la qualità delle materie prime.
Se invece imbocchiamo la Salerno-Reggio Calabria verso nord, tappa quasi obbligata è Scilla, cittadina marinara per eccellenza. Qui da maggio a settembre si vedono in mare le “feluche”, o “passerelle”, tipiche imbarcazioni per la “caccia” al pescespada. E infatti Scilla è il luogo che ha visto impazzare negli ultimi anni la passione per il “panino col pescespada”, rivelatosi street food identitario.
Sono tanti i ristoranti di pesce che si trovano sia lungo la Marina Grande, il lungomare con la spiaggia e i lidi, che nel borgo di Chianalea (uno dei borghi più belli d’Italia) dove sono oltremodo suggestivi quelli sulle pedane a sfioro sull’acqua. Anche se la ristorazione a Scilla, lo devo ammettere, è piuttosto statica, non gode di picchi di qualità, come forse tutti i luoghi molto turistici, e la proposta è simile in tutti i posti, mi fa piacere citare tre attività pluridecennali che sono ormai diventati un simbolo.
-Alla Pescatora. Si trova più o meno a metà del lungomare. Qui il tempo si è fermato, sia negli arredi che nel sapore dei piatti: spaghetti con le vongole, insalata di mare, c’è pure il cocktail di gamberi, pescespada arrosto, il menù sembra stampato negli anni ‘80 ma tutto è ben eseguito. Ah, piatto forte sono i “buccuni” (lumache di mare) al pomodoro e piccantini.
-‘U Bais. Sempre sul lungomare e sempre lì, foto sbiadite alle pareti come all’epoca si usava fare con qualche personaggio famoso e la cucina sempre la stessa che ha però perso un po’ lo smalto. Ricco piatto di assaggi come antipasto e magari le linguine all’astice come acquario promette.
–A Chianalea, infine, su una splendida terrazza sul mare, che vale il prezzo del biglietto perché sembra di stare sulla prua di una nave, specie se ti godi il tramonto sul castello, ecco Glauco, altra insegna colma di storia e nostalgia. Cucina classica e servizio cordiale, carta dei vini curata e buon rapporto qualità prezzo.
Ristorante Baylik
Vicolo Leone, 1, 89121 Reggio Calabria RC
Tel. 0965 48624
Boccaccio Il Pescatore
Via, Lungomare Fata Morgana, 44, 89018 Villa San Giovanni RC
Tel. 0965 759173
Ristorante Ritrovo del Sole
Via Nazionale, 189, 89065 Motta San Giovanni RC
Tel. 0965 712081
Ristorante La Lanterna
Via Nazionale, 58, 89064 Saline Joniche RC
Tel. 0965 782241
Ristorante Alla Pescatora
Via Cristoforo Colombo, 32, 89058 Scilla RC
Tel. 0965 754147
U Bais
Via Cristoforo Colombo 89058 Scilla RC
Tel. 0965 704300
Ristorante Glauco.Terrazza sul mare
Via Annunziata, 95, 89058 Scilla RC
Tel. 0965 754026
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