La cucina italiana che speriamo presto diventerà Patrimonio Immateriale dell’Umanità per l’Unesco, si caratterizza per una partita che nelle altre cucine non esiste: quella della pasta. Dal 2019 ho la grande fortuna, grazie al a 50 Top Italy di avere un osservatorio privilegiato sulla cucina italiana dentro e fuori i confini nazionali. Perché se fino a qualche anno fa era difficile un buon piatto di pasta fuori dai nostri confini, oggi le cose sono decisamente cambiate. Da Tokyo a New York, da Bangkok a Los Angeles, si trovano dei piatti di pasta eccellenti.
Fine anno, ed è tempo di bilanci, ed allora una selezione di otto piatti di pasta che mi hanno entusiasmato in questo 2023.
Il pacchero ai sette pomodori di Antonio Iacoviello di Gucci Osteria a Tokyo. Conosco Antonio Iacoviello da qualche anno, è stato anche uno dei vincitori del nostro Contest dei Campi. Lo ritrovo a Tokyo, chef di Gucci Osteria, nel quartiere esclusivo di Ginza. Antonio fa una cucina italiana contemporanea con prodotti locali e soprattutto con piccoli produttori, artigiani a servizio dell’artigiano in cucina, dall’Italia arriva il Parmigiano, la pasta, l’olio extra vergine d’oliva. Personalità, voglia di non essere scontato, tecnica. Su tutto un meraviglioso pacchero ai sette pomodori che mi ha emozionato. Piatto dell’anno fuori dall’Italia per 50 Top Italy 2024.
Fusilli, peperoni e tartufo bianco di Federico Zanasi, Condividere a Torino. Condividere a Torino in questo momento nel panorama della ristorazione italiana è un unicum. Luogo informale ma che riesce a proporre una cucina pieni di spunti tecnici senza mai perdere di vista la golosità. Federico è un cuoco attento ai particolari e che ha voglia di mettersi in discussione, da modenese che lavora in Piemonte si cimenta con la pasta secca e lo fa con dei risultati fantastici. Fusilli, peperone e tartufo bianco è il Piatto dell’anno in Italia per 50 Top Italy 2024.
La Devozione di Alessio Rossetti, The Oval, New York City. New York e Napoli stesso parallelo e stessa passione per la pizza, aggiungo ora anche per la pasta. Merito sicuramente anche di Giuseppe di Martino che con il suo lavoro negli States è riuscito a portare la cultura della pasta oltre oceano. Ma il merito di Giuseppe più grande è quello di aver trovato un cuoco bravo come Alessio Rossetti, che prepara la Devozione, servita come pre dessert al The Oval nel Chelsea Market a regola d’arte, stesso parallelo, stessa Devozione.
La gramigna con salsiccia di Stefano Secchi, Rezdora, New York. Una cucina emiliana vera e senza mediazioni quella di Stefano Secchi a New York. Il suo Rezdora serve tortelli, Parmigiano Reggiano, aceto balsamico tradizionale e tutto quello di buono e vero offre l’Emilia. I suoi piatti di pasta golosi e veri, sono tra i più richiesti nella Grande Mela.
Gli spaghetti con cipollato fresco di Riccardo Orfino, Alice a New York. Riccardo Orfino ha affrontato la sua avventura newyorkese con tanta caparbietà. Prima l’apertura di Osteria 57, poi di Alice e adesso un nuovo progetto dove serve pizza e gelato artigianale. A fine cena da Alice mi ha fatto un grande regalo, gli spaghetti al cipollotto fresco, così come gli hanno insegnato Alessandro Negrini e Fabio Pisani da Aimo e Nadia. Una vera delizia.
Tagliolini alla marinara di Riccardo Monco e Alessandro Della Tommasina, Enoteca Pinchiorri, Firenze. Riccardo Monco e Alessandro Della Tommasina sono riusciti a dare una continuità all’Enoteca Pinchiori, senza trasformarlo in un museo gastronomico. Una cucina italiana, briosa, fatta di passaggi tecnici passaggi golosi, così come deve essere un grande ristorante. I tagliolini alla marinara sono l’esempio più lampante. Piatto straordinario. Chef dell’anno per 50 Top Italy 2024.
Caesar salad in Emilia di Massimo Bottura, Osteria Francescana, Modena. Ceasar Salad in Emilia, uno dei piatti storici di Massimo Bottura, nel menu I’m not there, diventano dei ditalini tostati e cotti in una crema di miso, lattughe e verdure, un tocco di aceto balsamico tradizionale, la pancetta, il Parmigiano e una salsa di tuorlo d’uovo a completare. Una scala di amari notevole e la pasta che media. Per un italiano la strada che porta al padadiso è fatta di pasta.
Spaghetti con i ricci di Hokkaido di Luca Fantin, il ristorante Luca fanti a Tokyo. Siamo partiti da Tokyo e finiamo per ritornare a Tokyo. Luca Fantin all’interno del Bulgari a Tokyo porta un pezzo di Italia in terra del Sol Levante e ci riesce con garbo ed eleganza, come i suoi spaghetti ai ricci di Hokkaido. Piatto diverso da quello che troviamo nei nostri ristoranti perché i ricci di Hokkaido sono meno sapidi di quelli del Mediterraneo, quasi burrosi. In questa versione diventano tremendamente eleganti e buoni. Chef dell’anno fuori dall’Italia per 50 Top Italy 2024.
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