di Marco Galetti
Locanda dell’Oste, la sala, sullo sfondo, in bianco e nero, come i colori di Siena, i cavalli alla mossa, Piazza del Campo è proprio a due passi da questo locale che affaccia sulla splendida Piazza del Mercato
Lo scorcio impagabile dalla terrazza ventilata e ombreggiata della Locanda, la tavola con vista è valore aggiunto e, aggiungo, una rarità, oasi felice lontana dagli assalti che non fanno prigionieri del turismo becero e senza rispetto per questi luoghi che hanno fatto la storia, o meglio, sono la storia a portata di sguardo che chiede solo un po’ di silenzio per svelarsi e mettere i brividi
Giuseppe, il titolare che per il modo di porsi e di esternarmi la sua passione e dedizione, mi ha lasciato un bellissimo ricordo da riassaporare e ripercorrere cosa che ormai mi capita sempre più raramente
Claudia, la moglie, si prende cura della sala e dei clienti con garbo, simpatia ed efficienza e con l’aiuto della sorridente figlia Alessia, Giuseppe, il babbo, è quasi sempre ai fornelli ma non disdegna qualche capatina dai suoi ospiti che, ho avuto modo di notare, tornano e salutano questa bella famiglia con evidente trasporto generato indubbiamente da un bel ricordo
Siena è bella tutta, medievale, pedonale e attuale, sembra di vivere in un luogo secoli “addietro” che è secoli avanti per mentalità, stare al passo coi tempi diventa stare al passo con l’uomo, chi l’ha capito non ha solo guardato indietro per imparare ma a guardato oltre per realizzare che per crescere talvolta si deve rallentare.
Siena è bella tutta, il suo centro storico è patrimonio dell’umanità, umanità che qui si riversa da tutto il globo per passeggiare per Via di Città, sopra e sotto per i Banchi e poi “a giro” nella piazza dove nasce la verbena, lo sguardo in cielo verso la Torre del Mangia e poi più giù sul Palazzo Pubblico, su Rocca Salimbeni, sulla Piazza del Mercato.
Mi assalgono i ricordi, cittino mezzo milanese ma con diritto del posto al collonnino al mio primo Palio e del mi nonno ricoverato nello splendido ospedale di Santa Maria alla Scala che oggi accoglie, sotto un’altra veste, visitatori da tutto il mondo.
Siena è bella tutta, mentre i passi la attraversano da Porta Romana a Porta Camollia, dopo il profumo di Francigena inevitabilmente ci si ferma anche col pensiero al Duomo e si capisce, senza davvero sapere perché, di essere al cospetto di qualcosa di straordinario che ci sovrasta, ci intimorisce, ci commuove e ci riporta con i piedi per terra come umili Pellegrini.
Siena è bella tutta, in ogni Contrada, bella la Siena delle viuzze coi nomi improbabili e quella con la fortezza Medicea o con il Palazzo Chigi-Saracini, bella la Siena di Fonte Gaia, della Lizza, di Porta San Marco, di Fontebranda, la Siena dei piccoli artigiani e dei fornai con le vetrine vicine a quelle delle case di moda, la Siena della Basilica di San Domenico con la Cappella di Santa Caterina, nostra Patrona.
Siena è bella tutta dov’è caschi, caschi bene, non si può dire lo stesso della ristorazione che, necessariamente, deve tenere conto delle orde di turisti che la tengono in assedio tutto l’anno accaventiquattro, la città è fatta di discese ardite e di risalite quindi necessariamente la ristorazione deve tenerne conto e a volte ci si siede a tavolo solo per mettere benzina nel corpo, ma se grosso modo allo stesso prezzo posso ottenere di più senza sentirmi né un pollo da spennare, né un pollo da batteria…
Continua prima dei titoli di coda***
Il servizio del pane sciapo (bellissima parola) ma non solo, ogni sera dalla cucina un benvenuto diverso, sono attenzioni che fanno piacere e che fanno pensare anche in considerazione del fatto che i prezzi sono in linea con quelli dei locali turistici per cene gomito a gomito, mentre le dimensioni dei tavoli cercano di farci credere che piccolissimo sia bello, alla Locanda dell’Oste la giusta distanza, dimensioni dei tavoli corrette, sedute comode, impercettibili le chiacchiere dei vicini.
In carta, oltre ai piatti fotografati, anche un invitante e profumatissimo galletto marinato agli agrumi e, naturalmente, fiorentine di provenienza di diversa tra i sessanta e i settanta a chilo.
Per accompagnare ho scelto un Rosso di Montepulciano e un Trento Doc, la carta dei vini è notevole e si presenta con centocinquanta referenze, rossi soprattutto, ma anche bianchi, rosati e bollicine italiane e francesi, in una forbice tra quindici e seicentocinquanta euro.
L’insalata della Locanda, euro 8, leggeri a pranzo, anche nel portafoglio, per poter attaccare il record dei passi che a Siena sono come le ciliegie
Crostini toscani con milza e fegatini di pollo, se escludiamo, per ragioni di cuore, quelli della mi nonna, questi sono i migliori mai provati, definirli imperdibili è riduttivo, un assaggio vale il viaggio, anche da molto lontano
Salumi, formaggi e crostini, da condividere solo se chi vi accompagna è persona per bene, assaggi stuzzicanti, doverosa menzione per il pecorino semistagionato che ha smosso ricordi…
Tagliatelle di farina di castagne profumate al ginepro al ragù di cinghiale, sapore deciso, un piatto maschio, eppure le quote rosa non si fanno mancare l’assaggino e il conseguente riassaggio che il saggio non dovrebbe concedere, bisogna essere vigili e non farsi distrarre dal panorama su Siena che si gode dalla finestra
Pici tirati a mano al ragù bianco di cinta senese, euro quindici, un piatto una garanzia, anche qui, come è avvenuto con le tagliatelle, il profumo genera salivazione incontrollabile, la vista conferma che non ci sarebbe nemmeno il tempo della foto, mi sono sacrificato, a buon rendere
Tagliata con lardo di cinta senese, miele e pinoli, manovra di avvicinamento alla…
Tagliata di manzo in osso per due, con olio, sale e rosmarino, euro 50, siamo attorno al chilo, ogni tanto, fortunatamente, succede di non trovare le parole, una si: forse il morso nel titolo del post è proprio questo
In accompagnamento, ottime, come dovrebbero sempre essere e come raramente capita, eppure molti continuano a riscaldarle mortificando carne e cliente
Peposo della Locanda, altro imperdibile piatto della tradizione toscana, scioglievolezza, parola solitamente usata per descrivere la sensazione data da un cioccolatino, a proposito di dolcezza, grandiosi i cantucci offerti a fine pasto, sembravano appena sfornati
*** La Locanda dell’Oste, con la sua cucina delle 5T, Territorio, Tecnica, Tradizione Toscana, Trattoria, è meritevole di attenzione e frequentazione, Giuseppe&Claudia sono una bella coppia che accoglie&ristora in un luogo che merita la sosta, il locale proprio ora a Giugno spegne la sua prima candelina, se in rete sono il primo fortunato a parlarne è per me motivo di orgoglio, a Siena ho ritrovato parte delle mie origini e, senza ombra di dubbio, mi sono ristorato (altra bellissima parola) in un posto che per quanto detto indubbiamente ridona speranza a noi appassionati e sfegatati di fegatini.
Locanda dell’Oste, l’ingresso con qualche tavolo per un aperitivo propedeutico… intanto si sfoglia la carta, si punta il dito e si gode, lo garantisco in nero su bianco, ton sur Ton con la “mia” Siena
Locanda dell’Oste
Via Porta Giustizia 6 – Siena
Tel 0577 557980
Visite del 30&31 Maggio 2024
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