di Marina Betto
Suavia è l’antico nome di Soave ed è anche il nome dell’azienda di cui parliamo mandata avanti da tre sorelle, Meri, Alessandra e Valentina Tessari che ne hanno preso le redini. Siamo in una zona vitivinicola importante dove le realtà cooperative erano fino a poco tempo fa la maggioranza a cui anche la famiglia Tessari conferiva le sue uve fino al 1982 quando la famiglia decise di produrre in proprio.
La scelta precisa di coltivare solo uve bianche e tradizionali come Garganega e Trebbiano di Soave venne fatta subito nelle vigne di proprietà sparse e divise attorno alla cantina che coprono 30 ha. sulle colline più alte del Soave Classico precisamente ad est nella zona che si affaccia su Vicenza. Le etichette prodotte sono diverse ma un nuovo progetto aziendale chiamato I Luoghi, ideato nel 2017/18, è stato realizzato e oggi vengono presentati 3 diversi vini figli di 3 diversi Cru coltivati a Garganega. I diversi suoli di origine vulcanica del Soave Classico possono essere più o meno ricchi di calcare e il progetto I Luoghi, innovativo per la Denominazione Soave, mette in luce le caratteristiche dei Cru evidenziati dalle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) sulle colline, terreni individuati e geograficamente limitati per le uve di qualità. Singole parcelle, singoli vigneti di Suavia sono stati studiati per capirne le peculiarità dando modo di accendere un riflettore su 3 vigne in particolare Tremenalto, Fittà e Castellaro che danno nome a tre vini, tutte e tre coltivate a Garganega con viti di oltre 70 anni.
Le differenze nel bicchiere sono subito evidenti nonostante si tratti dello stesso vitigno vinificato nello stesso modo, in acciaio con maturazione a contatto con le fecce fini per un anno. Non è quindi il fattore umano a fare la differenza bensì l’elemento suolo.
La diversità di questi tre vini, che trovate in vendita in un’unica cassetta (circa 120 euro) è interessante e stuzzica l’assaggiatore esperto come il neofita nel gioco della ricerca dell’espressione che si fa ora di facile comprensione come nel Fittà Soave Classico DOC 100% Garganega 2020 vino dal naso complesso e intrigante con note di idrocarburi e agrumi, beva bilanciata ma non verticale. Fittà nasce su terreno argilloso da vecchie viti di Garganega degli anni “40.
Più aromatico e con note evidenti di erbe e spezie è invece Castellaro Soave Classico DOC 100% Garganega 2020 figlio di una vigna estremamente pietrosa, è un vino perfetto in abbinamento per esempio con dei ravioli di ricotta e sugo di gamberi, capace di bilanciare con la sua mineralità e sapidità le note più dolci del piatto. Tremenalto Soave Classico DOC 100% Garganega 2020 nasce su una ripida parete rocciosa, un terreno vulcanico molto antico dal bel colore rosso. E’ il più leggiadro dei tre, pieno di freschezza lascia esplodere l’aroma di bocca in seconda battuta rimanendo delicato, quasi un sussurro di sapidità ma bella persistenza.
www.suavia.it
Dai un'occhiata anche a:
- Tenuta Perano e Rialzi: un tesoro di equilibrio e freschezza, in casa Frescobaldi
- Lievito e Tannino: Esplorando le Espressioni del Piedirosso nella Cantina Sorrentino in abbinamento alla pizza di Diego Vitagliano
- Vini Casa Grazia – Nuove Annate
- Appius 2019: la decima edizione del vino cult della Cantina Produttori San Michele Appiano
- Anteprime Toscana: Chianti Classico Collection 2024 Special Edition
- Francesco Franzese, La Fiammante: stagione top per il pomodoro
- Anteprime Toscana: Il Vino Nobile di Montepulciano
- Gavi, il grande vino bianco piemontese, eclettico e contemporaneo