I Lombardi a Palazzo Lanza: a cena con il conciato romano di 31 mesi

Pubblicato in: Eventi da raccontare

di Tonia Credendino

“Una bomba potentissima dalla forza quasi afrodisiaca, piena di profumi e aromi pungenti e pervasivi. Eppure capace di mantenere il sapore del latte di pecora”.

Questa è in sintesi la descrizione rilevata sulla guida per l’eccellente prodotto campano, il conciato riceve non solo il miglior punteggio (i tre spicchi di cacio) ma l’investitura di “Fuoriclasse” premio speciale rilasciato a soli 17 sui 316 formaggi italiani selezionati da Gambero Rosso.

Di certo, un riconoscimento meritatissimo, un inizio 2012 crepitante per il “Conciato Romano” che dopo anni di abbandono, sta conoscendo oggi un rinnovato interesse, presidio Slow Food unico della provincia di Caserta, tra i prodotti tradizionali della Campania. La famiglia Lombardi, infatti, è stata la prima a credere e a investire energie, passione e competenza sul Conciato romano. Profeta e pioniera di un formaggio che altrimenti sarebbe scomparso ha ripreso l’antica tecnica, già conosciuta ai Romani e citata anche dal poeta Marziale, un merito, dunque, che fa onore alla dolce e tenace mamma Liliana e al laborioso e paziente papà Franco, a Manuel ed Eulalia, generosi e passionali.

Divenuti, dunque, “Fuoriclasse Gambero Rosso 2012”, la famiglia Lombardi raduna tutti, appassionati, professionisti, curiosi e golosi del settore, a Palazzo Lanza tra le mura della vulcanica e ospitale Mariateresa, per ritrovare dopo ormai, 31 mesi di vita, la più longeva tra le loro creature.

Un anno esatto dall’eccezionale asta del Conciato romano, dove, Mariateresa Lanza si aggiudicò l’anfora più preziosa, quella di 19 mesi “Nonno Pasquale”, che per l’occasione ha curato una cena con il Conciato contenuto nell’anfora, accompagnato da una carta dei vini rigorosamente ampia e totalmente casertana.

La presentazione della serata, ci accoglie in un’atmosfera amicale, dal sapore autentico, in un ambiente intimo.  Manuel Lombardi intervistato da Luciano Pignataro ribadisce il suo motto: “Solo tanto amore, sacrifici e una passione smisurata per la nostra terra” con l’umiltà e l’emozione di sempre, perché l’artigiano “narratore” non si è mai montato la testa!

E’ da sottolineare la capacità che Manuel con la sua famiglia ha dimostrato in questi anni fatti d’interviste, comparse televisive, incontri e pranzi stellati ma anche di consegne fatte in auto, generosa empatia con gli ospiti dell’agriturismo, d lavoro duro e passione incondizionata per la terra e un amore smisurato per le 200 pecore che vivono alle Campestre.

Un formaggio, il Conciato Romano, identitario, sottolinea Luciano Pignataro: “Perché in quelle piccole forme ci siamo anche tutti noi qui presenti, è l’imperfezione a renderlo personale”, continua dicendo: ”Tanti altri formaggi hanno trovato ottimi artigiani ma non narratori come te!”.

La serata continua a tavola, nell’incontro con quel 31 mesi a dir poco straordinario, a partire dall’antipasto, un delizioso flan di friarielli caldo con crema di conciato romano e farinata di ceci al rosmarino, prosegue con il primo piatto nell’incontro con la zucca in un tortino di pasta mista di gragnano e conciato romano su crema di finocchio, per passare attraverso un succulento hamburger di pelatella al casavecchia ripieno di conciato romano con purea di fave e cicoria e concludere in dolcezza con tortino di cioccolato al rum con mele annurche cotte alla cannella.

 

 

 

Non poteva mancare, il protagonista in versione assoluta, una delizia per il palato, un incontro rincontro straordinario, ho avuto l’emozione di sedere accanto a Liliana che carica di meraviglia ha affermato: “lo dobbiamo mettere a tre anni!”.

Un’acidità incredibile, dall’effetto catalizzante, elegante e avvolgente, dal gusto evoluto,  morbido e persistente, merito di chi lo ha prodotto ma anche come dice Liliana di chi lo ha conservato per lunghi 12 mesi, una prelibatezza che vale da sola il prezzo della cena.


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