di Francesca Faratro ed Albert Sapere
Cullato dal suono delle onde e dal richiamo dei gabbiani, “I Giardini del Fuenti” dopo anni dormienti, alla ricerca di un senso che lo riqualificasse, è con la famiglia De Flammineis che risorge in tutta la sua straordinaria bellezza, stavolta come un’oasi.
Questa nuova struttura, affascinante e pensata su più livelli, sospesa tra cielo e mare, si incastona tra le curve della rotabile della Costiera Amalfitana. Dallo scorso giugno ha una chiara identità che si lascia alle spalle il passato. I De Flammineis nel progetto ci credono e fortemente. Dal 1999 non hanno mai abbandonato l’idea di realizzare quello che sarebbe diventato oggi quell’angolo di Costa. Lo hanno fatto con un attaccamento al territorio, una nota affettiva ed una grande dose di coraggio che ha visto il cantiere bloccato dal 2011 al 2018. Alessandra e Pierluigi, dopo anni di esperienze e studi in giro per il mondo, hanno deciso di continuare il sogno della madre e prima ancora del nonno.
Un Beach Club, senza caos, senza stress e senza traffico, con un comodo e ampio parcheggio, fra i lussi più grandi che un’attività ricettiva può offrire in Costiera. Paesaggio, natura, mare, due ettari di vigna, piante e fiori selezionati con una regola ben precisa, tutto nel pieno rispetto della territorialità, della macchia mediterranea e con un focus sulle erbe aromatiche utilizzate per la cucina. Ancora un’area spettacoli, con un palco smontabile, che diventa anche uno spazio per banchetti.
Quest’anno è possibile pranzare o cenare alla Riva del Fuenti, con un’ impronta prettamente marinara ed una selezionata scelta delle materie prime, poggiato su una deliziosa piattaforma in riva al mare – il prossimo anno verrà affiancato da una proposta gourmet, nell’unica ala rimasta, risalente alla struttura vecchia dell’edificio con un lounge in stile “dark & gold” che accoglierà gli ospiti prima e dopo la cena.
Intanto, i riflettori sono puntati sul “Riva”, capitanato in cucina da Michele De Blasio, originario di Sarno. Nelle sue esperienze, Riccardo Camanini, Ducasse, la famiglia Iaccarino, Pierfranco Ferrara (solo per citarne qualcuno, seppur la lista sia molto più lunga).
Le chiavi della sala sono affidate a Donato Marzolla, che dopo tante esperienze in giro per il mondo, ritorna in Costiera.
Due amuse-bouche per iniziare: gratin di cozze e spuma di acqua di mare e i “jammarielli”, piccoli gamberetti di fiume, tipici di Sarno, con avocado. Piacevole intermezzo con il “barattiere”, detto anche melone immaturo, un incrocio fra il cetriolo e melone, che cresce unicamente fra Ostuni e Fasano, paese di origine di Marzolla.
La “caesar di mare”, lattughino ripieno di gambero crudo, emulsione a base di yogurt e fiori eduli, è probabilmente il piatto del viaggio. Fresco, pulito, persiste, davvero delizioso.
Due gli antipasti: tonno scottato e battuto, servito con una cialda di carota e pomodorino, terminato con un consommè di miso e prosciutto. Finto pomodoro con burrata, cipollotto scottato ed ultimato con lo stesso consommè.
Nastrini alla clorofilla di prezzemolo conditi con la più classica della puttanesca tradizionale ed i polipetti.
Nell’altro primo, la pasta diventa il ricordo di uno dei viaggi dello chef e prende il nome di dumpling, diversamente aperti, con ricotta di fuscella, estratto a freddo di pomodoro e perle di basilico, anche se a noi ricorda più il raviolo aperto di marchesiana memoria. Nota di merito per le paste, rigorosamente fatte a mano e ben tirate nella sfoglia.
Due assaggi di pasta secca, i mezzi paccheri con alici fresche, finocchietto ed il suo polline e peperoncino di fiume e lo spaghettone di grano arso con pomodoro e tonno fresco. Golosi e goduriosi, perfetti nella cottura.
La spigola in crosta di patate con carote e verdure marinate a caldo ed olio aromatizzato al basilico, mostra la bravura tecnica di De Blasio. Cottura millimetrica del pesce, le patate croccanti mentre l’acidità delle verdure fermentate creano un contrasto veramente gradevole.
La parte salata della cena si conclude con una pluma di maialino iberico accompagnato da un millefoglie di patate e parfait di foie gras caramellato.
La trilogia dei sorbetti prepara al dessert: c’è quello al limone, ai frutti di bosco e allo yuzu, serviti in modo da scalare con le acidità e le dolcezze di ogni frutto.
Divertente il “pane cafone” con una mousse di cioccolato fondente al 70% e polvere di olive.
Donato Marzolla si dimostra un grande professionista, trovando degli abbinamenti molto interessanti per la nostra cena, nell’ordine:
- Blanc de Blancs Grand Cru di Bruno Paillard
- Scala Fenicia, il Capri Bianco DOC.
- del Greco di Tufo di Villa Raiano, “Contrada Marotta” 2016
- Five Roses di Leone De Castris
- Syrah di Omina Romana
Conclusioni
I Giardini del Fuenti sono un luogo dell’anima, paragonabili ad un angolo di paradiso terrestre dove ancora è possibile emozionarsi grazie alla natura che circonda ogni ala della struttura. Dalle prime luci del giorno alle ultime della notte, si potrà godere la struttura appieno, permeati da un clima di pace ed eleganza sempre più difficile da trovare in un’epoca dove lo stress invade ormai tutto. Il cibo è protagonista ma il resto lo farà la compagnia ed una candela accesa che a tarda sera, lascerà spegnersi dal vento ma continuerà a far luce al ricordo dell’esperienza vissuta.
Giardini del Fuenti e Riva del Fuenti
SS163 Amalfitana Km 47+300
Vietri sul Mare – 84019 (SA)
Mob. +393511575445
www.giardinidelfuenti.com
riva@giardinidelfuenti.com
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