Forse dopo gli spaghetti al pomodoro è questo l’altro grande piatto nazionale italiano. Nella variante napoletana gli spaghetti a vongole, gli spaghetti con le cozze o gli spaghetti ai frutti di mare devono essere “sciuliosi”, ossia con abbondante olio d’oliva nel quale è stato fatto cuocere l’aglio. Anche in questo caso abbiamo bisogno di vini freschi in grado di bilanciare la grassezza del piatto, anche nella sua variante rosè con il pomodoro. Vediamo allora quali possono essere.
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Furore Bianco Costa d’Amalfi doc, Marisa Cuomo
Nasce da un blend di falanghina e biancolella, teso e vibrante, capace di esprimere molta energia e freschezza nel bicchiere. La sua tendenza amara e salata ben si abbina a questo piatto perché ripulisce completamente il palato.
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Falanghina del Sannio dop, Aia dei Colombi
Una vero e proprio classico, impostato dalla mano di Angelo Pizzi, il papà del vitigno bianco campano, ben gestito in vigna e in cantina da Marcellino Pascale. Un bianco di grande espressività, meglio se aspettate un anno prima di stapparlo, assolutamente perfetto per questo abbinamento.
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Coda di Volpe Irpinia doc, Perillo
Lo straordinario bianco di Michele Perillo esce sempre con qualche anno di ritardo, come del resto tutti i suoi vini. La sua Coda di Volpe ha buon corpo, tantissima frescheza, finale sapido e amaro che la rende assolutamente efficace in questo abbinamento.
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Fiano di Avellino docg, Filadoro
La versione base è sempre molto ricca e decisa. Il Fiano, soprattutto per la sua complessità, è un bianco molto adatto ad affrontare questo piatto complesso e importante. In questo caso il piglio dello stile di Lapio, ampio eprofondo, regala un abbinamento in cui il piatto e il vino si esaltano a vicenda.
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Fiano di Avellino docg, Donnachiara
Una esecuzione perfetta firmata da Riccardo Cotarella per il terzo anno. In questo caso il fiano viene coltivato nei vigneti di Montefalcione, vicino l’azienda. Buona spinta acida, complessità, sicuramente da abbinare a questo piatto.
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Valmezzana Fiano Cilento doc, Albamarina
Il bellissimo bianco di Mario Notaroberto nasce guardando il mare di Palinur alle fade dl monte Gelbison. Un vino mediterrraneo, salino, molto fresco, che ci consente di proporlo con sicurezza su questo grande classico napoletano e campano.
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Sinopea Campania igt, Masseria Felicia
Saliamo adesso sul vulcano spento di Roccamonfina dove la falanghina riesce a trovare una dele sue massime espressioni. In questa versione passata solo in acciaio si distingue per la grandissima verve acida, le note agrumate, la complessità palatale che la rende adatta a questo piato.
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Aglianico del Taburno rosato, Torre del Pagus
Anche il rosato si presta a questo abbinamento marino. In questo caso è ottenuto da uve aglianico e si esprime con forza, freschezza e mineralità lasciando spazio poi ad una chiusura amara molto interessante che lo rende gastronomico e adatto nellaversione rosè del piatto.
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Getis Costa d’Amalfi Rosato doc, Reale
In questo caso il blend è da uve piedirosso e tintore che è alla base anche del rosso Cardamone della piccola aziendina di Tramonti. Assolutamente efficace per questo piatto, lascia il palato completamente pulito e pronto per un nuovo sorso e un nuovo boccone e, come il precedente, adatto nella versione rosè del piatto.
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Raphael Barbera del Sannio, Ciabrelli
E se volete essere rossisti anche su questo piatto? Niente paura, la Barbera di Ciabrelli si presta molto al gioco per la sua morbidezza fruttata e fresca. Ve la consigliamo però anche in questo caso nella versione rosè e molto sciuliosa del piatto come si usa a Napoli città.
Ale!
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