I dieci rossi campani da bere questa estate. Parola d’ordine: essenziale eleganza e complessa bevibilità

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

C’è chi dice che con il caldo è difficile bere vino rosso e chi invece, afferma di non poterne mai fare a meno. La verità sta in queste dieci etichette che sono piccoli grandi capolavori del nostro Sud, ben lontani dallo streotipo dei vini concentrati, ossidati e alcolici. Ecco le mie preferenze pubblicate ieri nella rubrica del Mattino.

________________________________

1) Piedirosso Contrada Salandra 2008
_____________________________

Ossia la magia della perfezione, dell’eleganza, della faciltà di bere per questo rossso puteolano eccezionale. Emozionante.

_______________________________________

2) Piedirosso Agnanum 2011 di Raffaele Moccia

_______________________________________

Pensato nel cuore degli Astroni, vino di grande manualità come il precedente. Commovente.

_____________________________________________

3) Assenza 2012 Barbera del Sannio di Nicola Venditti
_
________________________________________

Senza solfiti la frutta di questo vitigno di Castelevenere libera tutta la sua suadenza e ci costringe a berlo vicino la bottiglia. Divertente.

___________________________

4) Piedirosso 2012 Vigne Sannite
_________________________ 

La zampata dell’esperienza, così Angelo Pizzi ci riscrive il Piedirosso del Beneventano per innaffiare la parmigiana di melanzane. Dissentante.

_____________________________

5) Piedirosso 2012 Fontanavecchia
___________________________

 Stessa mano, vigneto sul Taburno, ora in perfetto equilibrio, sostenuto da una buona spinta fresca. Amorevole.

________________________

6) Ragis 2008, Vigne di Raito
______________________ 

Un bicchiere che esprime la scelta di vita della produttrice e soprattutto il rispetto per uno dei panorami più belli del mondo. Aglianico e Piedirosso. Sorprendente

____________________
7) Kleos 2011 di Maffini

____________________

Una conferma per una nuova versione non scontata e di fantastica bevibilità che l’Aglianico cilentano sa esprimere quando è rispettato. Rassicurante.

__________________
8) Salae Domini 2004

__________________

L’Aglianico dopo i dieci inizia a prendere confidenza con il palato, qui Antonio Caggiano ci regala un vino elegante, sulle grigliate notturne. Nostalgico.

__________________________________
9) Radici Taurasi 2004, Mastroberardino
_______________________________ 

Ancora aglianico, di una annata che a noi fa decisamente impazzire. Qui siamo sul classico, facilmente reperibile in azienda. Monumentale.

______________________________

10) Castellabate 2012, San Giovanni
___________________________

Grande chiusura con questo blend cilentano della Chiocciola Slow Wine. Da bere in visita all’azienda, oppure nel buio notturno delle vostre vacanze in campagna. Romantico.


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version