di Ilaria Pipola
Sempre dall’ormai rubrica “cult” di Giacomo A. Dente, in edicola il sabato su “Il Messaggero”, si continua il viaggio tra i vari ristoranti di Roma, per trovare, stavolta, il miglior “Cacio Pepe”, uno tra i piatti più tradizionali della cucina romana, che pretende, generalmente, come pasta il Tonnarello.
Il primo classificato è l’Open Colonna, un grande locale ricavato all’interno del Palazzo delle Esposizioni a Via Nazionale. Il noto chef Antonello Colonna ha “sdoganato” questo piatto, rendendolo meno popolare. La ricetta: “Bucatini spezzati, lessati a freddo e poi “risottati” con l’acqua di cottura, prima di mantecare il tutto con una nuvola di pecorino e pepe abbondante”, a 25 euro.
Secondo in classifica il ristorante Antica Pesa, a Trastevere, che propone un cacio e pepe “mantecatissimo e cremoso”, a 18 euro.
Non poteva mancare Roscioli, a Via dei Giubbonari, che si aggiudica il terzo posto, proponendo il piatto in questione con un’attenzione particolare alle materie prime, “un mix tra pecorino romano e Moliterno (meno salato) e un prezioso pepe di Sarawak”, a 12 euro.
Quarto classificato Da Pietro, al centro, che propone i classici tonnarelli con cacio e pepe. “Rapporto pasta e mantecatura di pecorino e pepe con l’acqua di cottura è a dir poco impeccabile. Un sapore di grande piacevolezza a 15 euro.
Lo storico ristorante del Testaccio Da Felice è al quinto posto, con un tonnarello a 9 euro, con “la pasta che arriva in tavola non scolata coperta da una nuvola di pecorino”, il cameriere ha il compito di amalgamare il tutto.
L’Osteria dell’Arco è al sesto posto, zona Porta Pia, che presenta una “versione molto golosa di tonnarelli cacio e pepe, realizzati a partire da tre tipi diversi di pecorino”, molto mantecato e giusto il pepe, a 10 euro.
In zona Prati si trova Osteria Dell’Angelo, al settimo posto della classifica, ristorante caratteristico, ma paradossalmente particolare, pieno di immagini del rugby e del pugilato. Propone una cacio e pepe, a 7 euro, tradizionale, dalla “mantecatura non eccessiva, cottura della pasta bene al dente e pecorino generoso e ben bilanciamento della nota pepata”.
L’ottavo posto è per Roberto e Loretta, a San Giovanni, che presenta il cacio e pepe con gli spaghetti, conditi con pecorino romano e pepe della Malaysia, dandogli una piccola rivisitazione con l’aggiunta di foglie croccanti di carciofo, a 10 euro.
Al centro di Roma si trova Vino e Camino. Un cacio e pepe “grintoso”, con tonnarelli all’uovo, invece di acqua e farina, a 12 euro.
Il decimo posto è del Al 25, da poco regno del noto chef Dino De Bellis, vicino Corso Francia. Uno spaghetto artigianale ben mantecato a 10 euro.
Da abbinare un vino rosso fermo leggero, meglio Toscano, come il Sovana DOC: rosso rubino con note speziate, equilibrio tra alcol e acidità, morbido e poco tannico.
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