Le grandi idee nascono sempre da soluzioni semplici sotto gli occhi di tutti ma che solo uno riesce a vedere. Sulle colline coperte di macchia mediterranea di Agropoli, lì dove finisce la strada, Gerardo Antelmo, produttore di olio extravergine d’oliva, giornalista di enogastronomia, assessore del piccolo comune di Cicerale, ha pensato che per far conoscere e visitare il suo paese sarebbe stato sufficiente dare un senso allo stemma comunale: “La terra che il cece preferisce” recita la scritta in latino attorno alla piantina di ceci. Sei anni fa l’amministrazione presieduta da Mimmo Corrente, prima ancora che fossero istituite le denominazioni di origine comunale, ha approvato un severo disciplinare di produzione che impone la coltivazione biologica certificata Aiab e vieta l’irrigazione, ecco perché la pioggia degli ultimi due giorni era attesa con ansia: è la prima dopo la semina avvenuta tra marzo e aprile. Un po’ di promozione attraverso la fiera nazionale del biologico Cilento Delizie allestita nei vicoletti della frazione Monte Cicerale e il risultato è arrivato: il prezzo al chilo è passato da 1,2 euro nel 1996 ai 6,5 di quest’anno, la produzione è aumentata da 1,5 a 300 quintali. Pochi sanno che a valle, a dieci chilometri dai templi di Paestum, nel territorio comunale è nata un’area con 50 aziende tra cui alcune del calibro di Mistral, Jonhson Control, Verril, Coelin: non è però il sogno industriale a proiettare Cicerale nella modernità, ma il suo piccolo legume, antichissima cultivar tipica molto diversa da quella di uso comune. Il Cilento vanta così almeno due uscite dal tunnel delle scatolette d’alluminio in cui siamo finiti: a Controne per i fagioli e a Cicerale per i ceci. Dopo l’approvazione del disciplinare il Comune regalò ai contadini i semi e il fertilizzante biologico: fu così che il cece, sicuramente coltivato in queste colline sin dall’anno Mille perché di questo ci sono tracce documentali certe, è diventato nuovamente il protagonista del paese a cui da il nome.
Dove comprare? Siccome si tratta di piccoli coltivatori, la strada migliore per trovarli è attraverso il Comune: basta telefonare ai numeri 0974.834021 o 0974.834455 e chiedere della signora Maria Valva. Per un contatto ci si può collegare al sito www.cilento.it/cicerale/.
Un’altra strada è rivolgersi ai due agriturismi del paese, Corbella e Verdevalle che li coltivano o a quelli di Ogliastro Cilento, Chiusulelle e la Marrata, di cui diamo numeri e indirizzo a fianco. Infine, nella zona industriale dove si fabbricano componenti d’aereo, ci si può dirigere al lotto 17 dove c’è la Cooperativa Cilento Produce (telefoni 0974.834022 e 0974.834700).
Accidenti, non ho spiegato quanto facciano bene i ceci, ma il motivo più valido per mangiare questi di Cicerale è un altro: sanno di ceci.
Dai un'occhiata anche a:
- Milza imbottita, il piatto di San Matteo a Salerno e di Santa Rosalia a Palermo
- Il cotechino irpino e la pezzente
- Come cuocere gli spaghetti perfetti, i dieci consigli di Peppe Guida!
- La mela limoncella di Sant’Agata sui Due Golfi in Penisola Sorrentina
- Pasta fresca artigianale fatta a mano, tutta la biodiversità del Mezzogiorno
- Gli antenati della Carbonara al Sud: Scarpella, pastiere montorese e vermicelli pertosani
- La rivincita del Fior di Latte è nel successo di imprenditori che hanno colto il momento pizzainvece di pensare al congelato in Usa
- Carciofi che passione: 33 ricette per tutti i gusti: assoluti, tradizionali,d’autore, con pasta, carne, pesce o vegan