Detto così suona male, ma ricevere un pacco di prodotti cilentani dalla casa sotto il Cupolone di un amico terrone riscalda il cuore, quello che ho messo in questa ricetta che è dedicata a lui.
Dopo un viaggio di 900 chilometri e un doveroso pit stop a Roma per il rifornimento di formaggio, olio e vino, i ceci cilentani in bianconero di Giovanna Voria, sono sbarcati sulla tavola milanese di un mezzo toscano.
Insieme ai fagioli, che amo in ugual misura, i ceci sono tra i legumi più consumati al mondo e, secondo alcuni studi, sembra siano coltivati da oltre 5000 anni, un motivo ci sarà…
Poco calorici, fonte di proteine, ricchi di fibre, ferro, vitamina B6 e magnesio, questi straordinari legumi antiossidanti, protettivi per le ossa e per l’intestino regolano il sistema cardiovascolare e sono un alleato per il controllo del colesterolo e della glicemia e, last but not least sono versatili e buonissimi.
Ho pensato di preparare una versione diversa dalla pasta e ceci tradizionale, magari una pasta mista quasi asciutta o semibrodosa che si avvicinasse alle lagane&ceci degustate più volte in Cilento, poi la scelta è ricaduta su un piatto che ricordasse le mie origini, Milano&Siena, un minestrone lombardo di verdure&verze dalla consistenza cremosa&legumosa di una pasta e fagioli alla Toscana, per offrire a chi mi ha omaggiato dei ceci e dell’olio almeno un impegno mentale a treesessanta.
Ingredienti per 4 porzioni:
250 grammi di ceci secchi (150 bianchi, neri a saldo) che devono essere lasciati in ammollo 36 ore e poi cotti in acqua non salata per almeno un paio d’ore
2 piccole patate e 2 carote
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
2 spicchi d’aglio
1 piccola cipolla rossa
1 costa di sedano
2 zucchine piccole
2 foglie di verza
Olio extravergine d’oliva Cilentano, sale, pepe nero
Procedimento:
L’idea è quella di passare al passaverdure due terzi dei ceci e tutte le verdure (cotte per una quindicina di minuti) tranne le carote le patate che andranno tagliate a dadini, più o meno della dimensione dei tubetti, e aggiunte unitamente al concentrato di pomodoro e ad un terzo dei ceci al passato portando tutto a bollore.
A questo punto non resta che aggiungere i tubetti, cuocere a fiamma moderata per una decina di minuti mescolando spesso&delicatamente per evitare che si attacchino data la densità del brodo.
Ora il piatto è pronto non resta che servire, chi viene dal Granducato, ma la regola è stata estesa anche ai mezzi toscani, deve inderogabilmente aggiungere del pepe nero macinato e un giro d’olio buono, quello Cilentano che ho usato è per pochi eletti, nella mia circoscrizione, a speranza affievolita, sono stato ripescato nei minuti di recupero.
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