TRATTORIA BERTOZZI
Via Andrea Costa 84/2D
Tel. 051 614 1425
Aperto: a cena tutte le sere; venerdì, sabato e lunedì anche a pranzo
Chiuso: domenica
www.trattoriabertozzibologna.it
di Virginia Di Falco
Trattoria Bertozzi a Bologna. Il regno della bolognesità, se così si può dire.
Qui ‘dai Bertozzi’ si tifa Bologna, allo stadio e in cucina. I piatti corposi, ricchi, opulenti, gonfi di piacere della città più grassa del mondo li trovate tutti stipati nel menu di una pagina una che vi consegneranno una volta seduti, insieme all’acqua e al generoso cestino di pane con i tarallini. Per il vino, invece, ci si affaccia volentieri agli scaffali in sala, a dare un’occhiata e scegliere (o farsi consigliare) da una bella selezione che è puntuale sul territorio e curiosa anche del resto, a partire dalla Champagne.
Siamo nel quartiere Costa Saragozza, a due passi dallo stadio Dall’Ara, in una trattoria vera e sincera che ha ormai scapolato i dodici anni. Alessandro Gozzi, in sala e Fabio Berti in cucina, amici da una vita (li riconoscete anche da bambini, al mare, nelle foto anni Settanta appese alle pareti) hanno messo insieme i loro cognomi e la passione per la cucina bolognese e sono diventati, ormai per tutti, ‘I fratelli Bertozzi’.
Il locale è arredato in maniera molto semplice, con un arredo quasi scarno. Ma l’atmosfera è riscaldata dai tanti oggetti e ricordi personali; e dopo pochi minuti l’aria che si respira sa di ritrovo e convivialità, anche grazie ad un servizio vivace e sanguigno.
Alessandro, è quello che ha la fama di oste burbero, grazie anche ai suoi post iper-polemici su Facebook, e che nelle discussioni sulla ristorazione bolognese non fa sconti buonisti a nessuno. «Bertozzi … dove il cliente non ha quasi mai ragione» è, non a caso, il motto stampato sulla copertina del menu. Nella realtà, però, quando si muove tra i tavoli e la cucina aperta sulla sala, finisce per somigliare piuttosto a un personaggio picaresco.
Inoltre, e questa è davvero una notizia che fa piacere, i Bertozzi son diventati quattro: ad Alessandro e Fabio danno infatti una valida mano i giovanissimi Jacopo, figlio di Fabio, in sala, mentre in cucina c’è Riccardo Bonfiglioli.
E veniamo alla tavola. Si può cominciare con un piatto di salumi regionali e un boccone di parmigiano reggiano o di culatello di Zibello DOP, per entrare subito in partita, altrimenti scegliere gli antipasti di stagione, come l’insalata di carciofi crudi e scaglie di pecorino oppure il tortino di patate con salsa di pecorino e spuma di mortadella.
Ma è con i primi piatti che si affonda piacevolmente nell’imbarazzo della scelta, tra i succulenti classici della tradizione petroniana, con in più qualche fuori carta, come le riuscite tagliatelle verdi strette, con oca affumicata e pecorino.
Non deludono le classiche tagliatelle al ragù alla bolognese, mentre sono un po’ sotto tono quelle strette ai porcini. Il godimento assoluto, invece, ha le forme tonde e seducenti della gramigna, anzi: del «gramignone al torchio», trafila che cattura ancora meglio, se possibile, il fantastico ragù di salsiccia. Bocconi appetitosi, dal primo all’ultimo. Santo sia il grasso e chi lo sa cucinare così bene.
Tra i secondi, irrinunciabile la classica cotoletta alla petroniana, qui dai Bertozzi con patate arrosto davvero notevoli; mentre i palati più delicati possono provare le polpettine all’antica con piselli o lo spezzatino di guancia di vitello.
Consigliamo di chiudere con una golosa crema di mascarpone, che abbiamo apprezzato molto di più della versione ridotta del “mascarpino”, cioè servita in un bicchierino di vetro insieme alla torta tenerina al cioccolato.
Oppure con una zuppa inglese cremosissima, da bis.
Uscirete satolli e soddisfatti, con una spesa di circa 40 euro a testa. Quando si dice il prezzo della felicità.
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