di Antonella D’Avanzo
Come si sa, nel mese di settembre inizia la raccolta delle noci ed io mi sono avventurata nelle zone pianeggianti e collinari di Santa Maria a Vico, Maddaloni e San Felice a Cancello (Ce), dove è facile trovare vigorosi e maestosi alberi di noci per raccontarvi la storia di un’antica tradizione. La varietà della noce è la “Sorrento”, originaria della Penisola Sorrentina, che col tempo ha dato vita a un’ampia gamma di biotipi tutti commercialmente noti come “noce di Sorrento”. La noce presenta un gheriglio bianco crema, dal sapore gradevolissimo che può facilmente essere estratto integro. Inoltre il guscio è liscio, sottile, fragile e di colore chiaro, ricoperto da un mallo carnoso di colore verde; quando il frutto è maturo, annerisce e si stacca. La raccolta delle noci avviene appena il mallo inizia a staccarsi. Il noce è una splendida pianta che oltre a produrre questo frutto eccezionale, la noce, ha la sfortuna di fornire un legno di pregio molto apprezzato dagli ebanisti.
Le noci si possono far risalire alla storia di questi luoghi, sono sempre esistite in questo territorio, il clima ed il fertile suolo hanno reso particolarmente favorevole tale coltura come ricorda Cesare, figlio di contadini proprietari terrieri, la persona giusta, capace di raccontarci il luogo, di farci respirare l’atmosfera, di svelare il senso più intimo, il legame delle noci al territorio. Il momento della raccolta delle noci fino a qualche anno fa rappresentava una festa, un rito: tutta la famiglia era coinvolta in modo armonioso e gioioso alla raccolta di questo prodotto che avveniva attraverso l’abbacchiatura, metodo consistente nel battere con lunghe pertiche di legno flessibile (di olmo o di castagno), i rami, per farne cadere a terra il frutto ormai maturo, su un terreno precedentemente pulito e preparato.
Le noci vengono mondate dal mallo a mano e seccate naturalmente. Non sono utilizzati acidi, sbiancanti, forni o altri metodi non naturali. Hanno moltissime virtù, oltre a fibre, proteine vegetali, vitamine e minerali, sono ricche di grassi polinsaturi e non contengono colesterolo. Diversi studi confermano che mangiare frutta secca a guscio migliora la salute in generale e riduce il rischio di malattie cardiache o cardiovascolari.
I contadini facevano grande uso di noci, adoperandole in diversi piatti. Un piatto povero, dal sapore gradevolmente stuzzicante, un tempo preparato anche in occasione delle feste, ci viene proposto da Rosaria, una donna con un vivo ricordo delle consuetudini familiari e con un profondo culto delle antiche tradizioni.
Spaghetti con soffritto di noci e pomodorini del piennolo
Ingredienti.
Spaghetti 400 g, gherigli di noci “Sorrento” 80 g, pomodorini del piennolo 400 g, 3 acciughe, uno spicchio d’aglio in camicia, olio extra vergine di oliva, sale q.b., prezzemolo, peperoncino a piacere.
Preparazione.
Preparare un soffritto con olio extra vergine di oliva, uno spicchio d’aglio in camicia, acciughe, gherigli di noci sminuzzati, aggiungere i pomodorini del piennolo, lavati, tagliati e privati del loro seme, sale e peperoncino. A parte cuocere la pasta al dente in abbondante acqua salata, scolare ed amalgamare bene a fiamma alta per un paio di minuti. Servire il piatto con noci e prezzemolo.
Foto di Antonella D’Avanzo
Dai un'occhiata anche a:
- Pasta fresca artigianale fatta a mano, tutta la biodiversità del Mezzogiorno
- Il cotechino irpino e la pezzente
- La mela limoncella di Sant’Agata sui Due Golfi in Penisola Sorrentina
- Carciofi che passione: 33 ricette per tutti i gusti: assoluti, tradizionali,d’autore, con pasta, carne, pesce o vegan
- Enoteca Sapori d’Arneo e la Putea di Ilaria Donateo a Porto Cesareo
- La Paposcia del Gargano: gli indirizzi di chi la fa davvero buona
- La Ciceria di San Felice: i ceci di Cicerale al massimo livello biologico
- Gli antenati della Carbonara al Sud: Scarpella, pastiere montorese e vermicelli pertosani