di Cosimo Torlo
Degustare vini in questa estate così calda è invero impegnativo, bisogna organizzarsi in modo di avere delle condizioni ottimali, il che per me vuol dire alzarmi molto presto, farmi un buon caffettino dopo di che porto Barolo (il mio lagotto) a fare una passeggiata, utile per i suoi bisogni, e per me per respirare il fresco che queste ore regalano. Poi torno a casa e prendo le bottiglie che ho deciso di assaggiare, oggi due Barolo (ebbene sì è un nome che amo molto) e un Langhe Nebbiolo della cantina Parusso di Monforte d’Alba.
Mentre camminavo ho ripensato alle molte volte che sono stato nelle terre del Barolo, i primi approcci agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, e penso alle ultime visite, la prima riflessione che mi è venuta è che sono completamente diverse da quel tempo. Il Barolo allora non era certamente il vino conosciuto quale è oggi, le cantine erano spesso ricavate nelle vecchie cascine, quelli che oggi chiamiamo viticoltori erano contadini che spesso avevano un altro lavoro o conferivano le proprie uve ai commercianti o alle grosse cantine presenti.
I posti dove mangiare erano pochi, spesso semplici trattorie (ricordo con immenso piacere la Trattoria della Posta di Monforte che aveva l’ingresso che passava per la cucina), scarsi gli alberghi, insomma un altro mondo. Oggi le cantine sono quasi tutte chic, ci sono ristoranti stellati e osterie fighe, Resort di gran lusso e un benessere portato dal vino che ha riscattato ampiamente i tempi magri raccontati da Beppe Fenoglio. Luoghi così ambiti che oggi il problema è quello di limitare le visite in quel territorio, come Venezia si parla di contingentare l’afflusso del turismo, ovviamente quello del fine settimana, per chi si può permettere il Resort stellato nulla cambia.
Ma eccoci ai vini, tre vini tutti a base Nebbiolo, il Langhe 2020, il Barolo Bussia 2018 e il PerArmando 2018. Storia ultra centenaria quella dei Parusso, è il 1901 quando Gaspare, il bisnonno di Marco e Tiziana attuali proprietari, acquista il terreno in località Mariondino, il primo vigneto di proprietà dell’azienda. Dopo qualche anno, nel 1925 è la volta della Cascina Rovella, in località Bussia, dove oggi è situata la moderna cantina.
All’inizio il vino era prodotto per il solo consumo familiare, ma nel 1971, il figlio di Gaspare, Armando ha iniziato a vinificare, etichettare e vendere parte della produzione. Il punto di svolta si ebbe però nel 1986 quando venne acquistato il Vigneto delle Munie in località Bussia, e la famiglia da agricoltori divenne una famiglia di viticoltori. In quegli stessi anni Marco, figlio di Armando, al temine dei suoi studi alla scuola di enologia di Alba affianca il padre nella gestione dell’azienda. Ed è in quegli stessi anni che Marco si lancia in sperimentazioni, a volte anche poco comprese dal territorio. Ma il suo obiettivo era quello di costruire e raggiungere il suo stile, sempre però che questo avesse una sua riconoscibile personalità territoriale e naturalità.
Paradigma della sua ricca produzione è il Barolo Bussia, il vigneto è caratterizzato da un suolo arenario, marnoso, bianco e limoso e il vino che se ne produce si distingue per eleganza e di finezza. Il colore nel bicchiere è un rosso rubino quasi granato, all’olfatto sentori di frutta rossa matura, sentori speziati e minerali con richiami balsamici, la beva è carnosa, intenso, di grande finezza con dei tannini delicati e fini, persistenza lunghissima. Un Barolo stupendo dalla lunga vita.
Il Barolo PerArmando è una bottiglia che i figli hanno voluto dedicare al padre, prodotta assemblando le uve di Nebbiolo provenienti dalle vigne migliori, Bussia, Mosconi e Mariondino, un vino corale che racconta il loro territorio, la loro storia di famiglia. Esprime nel bicchiere un colore rosso granato di media intensità, i profumi sono intensi, con confettura rossa, salvia e spezie scure evidenza, la beva ha discreta struttura, tannini fini e buona persistenza aromatica.
Il Langhe Rosso Nebbiolo è la tipologia perfetta di vino rosso da consumarsi in questa stagione, basta portarlo ad una temperatura che non superi i 18/19 gradi è un vino che regala grandi soddisfazioni. Il colore è un bel rubino intenso, i profumi fini e fitti richiamano la rosa, la viola, le spezie dolci, in bocca piacevolissimo con il suo tannino fine e delicato. Ottimo per accompagnare la mia frittata di pasta al pomodoro e basilico.
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