di Marco Contursi
La ristorazione cilentana oggi si compone di solide realtà e locali di nascita più recente, spesso assai validi, che però faticano a farsi conoscere, perché sono sempre meno i talent scout del cibo, e, forse, troppe le penne che preferiscono raccontare ciò che già è stato ampiamente narrato invece di andare alla scoperta del nuovo. Capita così, che, io venga a conoscenza solo oggi dell’esistenza di due locali, assai validi, ad oltre un anno dalla loro apertura. Detto, fatto, mi precipito a provare il primo mentre la visita al secondo è dietro l’angolo.
Hortus EnoGastronomia territoriale. Segnatevi questo nome. Siamo all’inizio della salita che porta a Castellabate paese per chi viene da Agropoli.
Questo locale bomboniera, appena pochi tavoli, è il regno di Costabile Guariglia, professore all’Accademia delle Belle Arti e artista, sangue cilentano e vietrese.
Un anno fa decide di aprire un locale in cui far assaggiare i sapori più schietti del cilento, senza compromessi: pescato locale, verdure del proprio orto, olio cilentano (Ramarà di Piero Matarazzo, neo papà, auguri Piero), vini del territorio e tante opere d’arte appese alle pareti.
Si inizia con una bruschetta e un assaggio di cacioricotta mentre un goccio del greco frizzante di Caprarizzo, azienda che sorge a punta licosa, pulisce perfettamente il palato. A me piace molto, si discosta dalla monotonia di alcuni fiano.
Ma a questi tavoli è d’obbligo l’assaggio della triglia di licosa, dal sapore delicato, qui cotta a puntino, dalla Chef Alda Passaro.
E che fai, un assaggio dei gamberi bianchi locali su letto di croccanti zucchine non te lo fai? Certo, e visto che i gamberi sono sublimi, li bissiamo con le linguine, solo che questa volta sono i rossi di Acciaroli, anche se un aglio andato un po’ troppo avanti di cottura ha tolto il 10 pieno al piatto, comunque molto buono.
I gustosi rigatoni con pesce spada e melanzane sono la scusa per aprire un rosso che ho sempre apprezzato, il Chivoli di Colle San Biagio, mentre un pezzetto di gustosissimo spadino come secondo, servito su una melanzana alla scapece, chiude un pasto assai felice.
Ci sarebbe stata una mousse di albicocca, ma era dimenticabile e quindi me la sono già buttata alle spalle. Il finocchietto fatto da Costabile no, quello è davvero buono. E buono è pure il conto 30-35 vini esclusi, per mangiare pesce freschissimo e verdure genuine, in un localino ridente e tranquillo. E poi c’è sempre Costabile con cui fare lunghe chiacchierate postprandiali. Da un artista c’è sempre da imparare.
Hortus EnoGastronomia Territoriale
Localita’ San Pietro, strada provinciale 15 Castellabate
Tel 333 987 2478
Aperto a cena, prenotare
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